Politica

Anche l’Arci plaude alla sentenza della Corte Europea

Miraglia: «l’Italia deve rispettare i diritti umani»

di Redazione

Ecco il testo della dichiarazione del responsabile imimgrazione dell’Arci, Filippo Miraglia:

«La Corte di Giustizia Europea, con la sentenza che boccia la norma italiana che introduce il reato di clandestinità, ha di nuovo messo a nudo la l’arroganza e la stolta demagogia che guida la politica del governo italiano in materia di immigrazione. La Corte ha infatti dichiarato illegittimo e da ‘disapplicare’ il provvedimento introdotto nel 2009 col ‘pacchetto sicurezza’, che punisce con la reclusione gli immigrati irregolari perché in palese contrasto con quanto previsto dalla direttiva rimpatri, peraltro mai recepita dall’Italia. In particolare, sottolinea la Corte, la previsione della reclusione compromette la realizzazione dell’obiettivo della direttiva di mettere in atto una politica efficace di allontanamento e di rimpatrio nel rispetto dei diritti umani.

Una sentenza importante, che conferma quanto da tempo l’Arci, come altre associazioni, andava denunciando: l’illegittimità di norme approvate a scopo propagandistico, per raccogliere consensi elettorali a scapito della salvaguardia dei principi fondamentali sanciti dal diritto internazionale e dalla nostra Costituzione, principi che devono ispirare sempre e comunque l’azione del legislatore in un sistema democratico.

Così, mentre il ministro Maroni si appella all’Europa chiedendo solidarietà nella gestione di un’emergenza che in realtà non è mai esistita, l’Italia è sempre più isolata e delegittimata, con un governo prigioniero dei deliri xenofobi della Lega e incapace di affrontare con giustizia e lungimiranza un fenomeno globale e irreversibile come quello dell’immigrazione.

La Corte non solo ha disposto che i giudici nazionali devono ‘disapplicare’ la norma contraria alla direttiva, ma anche tener conto dell’applicazione retroattiva della pena più mite secondo le tradizioni costituzionali comuni degli stati membri.

Alla luce di questa sentenza acquista dunque ulteriore forza la denuncia che abbiamo fatto nei giorni scorsi della scelta del governo di aprire nuovi CIE (Centri di identificazione ed espulsione, in realtà vere prigioni).

Non solo dunque il reato di clandestinità va abolito, ma va anche restituita giustizia alle migliaia di migranti detenuti illegalmente».


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