Famiglia

Bambini vittime della guerra

Abusi sessuali da parte delle truppe di Muammar Gheddafi. Lo denuncia Save the children

di Redazione

Le milizie degli insorti contro il regime di Muammar Gheddafi hanno annunciato oggi di aver preso il controllo di Misurata. In particolare, i ribelli controllano ora alcune zone strategiche della città, come l’ospedale principale e il ponte, vicino all’accesso occidentale di Misurata.

E mentre il conflitto peggiora in tutta la Libia, bambini di appena 8 anni hanno subito abusi, anche sessuali. E’ l’allarme lanciato dall’organizzazione ‘Save the children’ che, precisando di non poter confermare le informazioni ricevute, afferma che i racconti dei piccoli sono coerenti e i bambini mostrano segni di stress fisico ed emotivo. In particolare, riporta il quotidiano britannico ‘Guardian’, le accuse arrivano da 200 bambini e 40 adulti che sono fuggiti da Misurata, Ajdabiya e Ras Lanuf e che ora sono ospitati nei campi temporanei di Bengasi.

In precedenza il governo libico aveva annunciato l’intenzione di ritirarsi da Misurata affidando le decisioni sul controllo della terza città libica alle tribù locali. La decisione segue l’intensificarsi degli attacchi dei raid compiuti dalla Coalizione internazionale guidata dalla Nato e l’ultimatum delle comunità locali intorno a Misurata che avevano dato all’esercito una data per finire velocemente il conflitto con gli insorti, oltre la quale avrebbero gestito direttamente la questione.

Gli insorti hanno dichiarato ad al-Jazeera che ”Misurata è libera, i ribelli hanno vinto. Tra le forze di Gheddafi, qualcuno è stato ucciso e qualcuno se n’è andato”. E mentre uno dei soldati catturati ha annunciato che i militari avevano ricevuto l’ordine di ritirarsi dalla città portuale, un altro militare, Ayad Muhammad, ha spiegato che ”i ribelli ci hanno attaccato questa mattina mentre ci stavano ritirando da Misurata, vicino al ponte”. 

Decine le vittime negi scontri. “Fonti mediche della Libia riferiscono di 15 morti e 31 feriti rinvenuti poco fa a Misurata, a causa delle mine lasciate dall’esercito di Gheddafi”. A riferirlo all’Adnkronos Salute è Foad Aodi, presidente dell’Amsi (Associazione di medici di origine straniera in Italia), che aggiunge: “I medici libici raccontano anche di numerosi altri feriti all’ospedale della città, dove c’è mancanza di medicinali, strumenti chirurgi e personale sanitario”. 

Sono centinaia i civili rimasti uccisi nel corso dei combattimenti a Misurata dall’inizio della rivoluzione, il 17 febbraio scorso. 

Cauto su quanto accade a Misurata il Cnt di Bengasi. “Il Consiglio transitorio Nazionale vorrebbe moltissimo vedere le forze di Gheddafi ritirarsi completamente da Misurata, ma non siamo ottimisti”, ha detto un portavoce del Cnt, Mustafa Gheriani.

Intanto, come riferisce l’emittente satellitare al-Jazeera, si intensificano i raid della Nato contro le postazioni dell’Armata verde ed è stato lanciato anche il primo attacco Usa con drone.

Un raid compiuto dalla Coalizione dei volenterosi guidata dalla Nato avrebbe colpito il bunker del Colonnello Muammar Gheddafi. Lo riferisce un portavoce del governo di Tripoli, Mussa Ibrahim, aggiungendo che tre persone sono rimaste uccise in seguito a una ”esplosione molto potente” che si è verificata nel parcheggio vicino al compound di Gheddafi a Bab al-Aziziyah.

Mentre gli Stati Uniti hanno lanciato il primo attacco con drone contro obiettivi del governo il Libia. Gli Stati Uniti hanno annunciato due giorni fa la decisione di utilizzare due dei 48 droni di cui dispongono le forze armate Usa, Predator con montati missili Hellfire. Una decisione che ha fatto tornare Washington ad un ruolo attivo e non solo di supporto nella campagna Nato in Libia. Il Pentagono ha confermato che oggi nel primo pomeriggio è stato condotto il primo raid con il Predator, ma non sono stati forniti dettagli riguardo all’obiettivo. Aerei teleguidati a distanza che quindi possono volare a bassa quota, i Predator possono colpire più facilmente le zone urbane minimizzando il rischio di vittime civili. 


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