Economia

Draghi: «L’uscita dalla recessione è lenta»

Il governatore avverte: «Il divario fra l'Italia e gli altri paesi perdura anche nella fase di ripresa».

di Redazione

«Stiamo uscendo dalla recessione lentamente: secondo le previsioni del Documento di Economia e finanza solo nel 2014 il pil tornerà sul livello del 2007. In termini di prodotto pro capite, il recupero del livello pre-crisi sarà ancora più lento». Ad affermarlo, in apertura dei lavori del Convegno svolto oggi a Palazzo Koch “Europa 2020: quali riforme strutturali per l’Italia?”, è il Governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi. Interrogarsi sul nostro potenziale di crescita, aggiunge, «non è un esercizio retorico, è una riflessione sul futuro del nostro Paese, sulle prospettive delle generazioni ora più giovani».
«L’occasione – prosegue – ci è offerta, ancora una volta, dall’Europa. Sarebbe sbagliato ritenere che la questione della crescita sia solo italiana: è da noi più grave, ma riguarda in misura diversa tutti i nostri partner comunitari. La Commissione europea ci esorta, con la nuova strategia Europa 2020, a perseguire “una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”».

Una situazione, dunque, per Draghi che crea preoccupazione. La stessa che il Governatore si trovò a esprimere cinque anni fa, nelle sue prime Considerazioni finali. «Una crescita stenta alla lunga spegne il talento innovativo di un’economia – dice usando le stesse parole- deprime le aspirazioni; prelude al regresso; preoccupa particolarmente in un Paese come il nostro, su cui pesano un’evoluzione demografica sfavorevole e un alto debito pubblico». Preoccupazioni “accentuate” dalla grande recessione mondiale ha accentuato queste preoccupazioni che «ha impresso un’accelerazione a dinamiche globali che già avevano intaccato il primato delle economie avanzate, ha provocato un deterioramento delle finanze pubbliche che ha tolto spazio di manovra ai governi».

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