Sostenibilità

Doxa, contro l’atomo 75% degli italiani

Dopo la catastrofe giapponese nel mondo aumentano i contrari al nucleare

di Redazione

Le conseguenze del terremoto e della catastrofe nucleare giapponese hanno profondamente inciso sulle coscienze a livello mondiale, generando un significativo cambiamento di opinione a livello mondiale, che descrive un incremento dei “contrari”.
Nel mondo in media il numero dei contrari al nucleare è passato dal 32% nella situazione pre-catastrofe all’attuale 43%, con un incremento quindi del 11% rispetto al periodo precedente alla tragedia di Fukushima.
In Italia, se prima della catastrofe giapponese i contrari al nucleare erano il 71% ora tale percentuale è cresciuta al 75%. I favorevoli sono il 24% e gli indecisi 1% Questo secondo un’indagine Win-Gallup International, il più grande e storico network di Istituti di ricerca indipendenti, il cui membro per l’Italia è Doxa.

Se a livello mondiale i favorevoli al nucleare superavano del 25% i contrari, in seguito ai recenti avvenimenti tale differenza è scesa al 6%. La caduta più evidente è stata rilevata proprio in Giappone, dove i favorevoli al nucleare sono passati dal 62% al 39%, mentre i contrari sono passati dal 28% al 47%. I dati evidenziano però come in Giappone, sia pure dopo la catastrofe tuttora in corso, i contrari al nucleare (47%) siano nettamente inferiori rispetto al 75% dei contrari in Italia. 

In Usa i contrari sono passati dal 37% pre-catastrofe all’attuale 44% (+7%). Anche in Francia si evidenzia un aumento dei contrari al nucleare che passano dal 33% pre-Fukushima all’attuale 41%. L’Austria è la nazione al mondo con la maggiore avversione al nucleare con il 90% di contrari, (+3%), subito seguito dalla Grecia 89% (+3%). Anche in Germania si è avuto un sensibile aumento dei contrari che passano dal 64% all’attuale 72% (+8%).

In Italia dopo gli accadimenti di Fukushima la percentuale dei contrari al nucleare è cresciuta al 75% (+4%), i favorevoli sono il 24% (-4%) e gli indecisi 1%. Ma gli italiani manifestano preoccupazione anche relativamente al “rischio prossimita”. Dalla domanda “Quanto si direbbe preoccupato dall’ipotesi di un incidente nucleare in Italia originato da un paese vicino o lontano che ha delle centrali nucleari?” emerge grande preoccupazione per il 60% degli italiani (30% hanno riposto “moltissimo” e 30% “molto”). A costoro si aggiungono un 25% di mediamente preoccupati, mentre i non preoccupati sono solo il 15%.

Il timore è generato dalla percezione del livello di sicurezza delle centrali situate in altri paesi vicini o confinanti. A domanda “Quanto lei è d’accordo con l’idea secondo cui le centrali nucleari più vicine all’Italia sono opportunamente sicure contro il rischio d’incidenti?” il 51% degli intervistati si dichiara in disaccordo e solamente il 23% ritiene che gli impianti nucleari degli altri paesi vicino al nostro garantiscano sicurezza

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