Salute

Contro la malaria zanzare ogm

Studio diretto dai ricercatori dell'Università di Perugia, dell'Imperial College di Londra e dell'University of Washington a Seattle

di Redazione

Zanzare geneticamente modificate e rese incapaci di trasmettere la malaria all’uomo. È la strategia per arginare la diffusione di una malattia che colpisce oltre 300 milioni di persone l’anno, uccidendone 800mila, adottata da un gruppo di ricercatori dell’Università di Perugia, dell’Imperial College di Londra e dell’University of Washington a Seattle, autori di uno studio eccezionale pubblicato su”Nature”. Un passo avanti importante verso lo sviluppo di misure di controllo della malattia nel Sud del mondo.

I ricercatori coordinati dall’italiano Andrea Crisanti, che si “divide” tra l’Imperial College e l’ateneo perugino, hanno dimostrato come alcune mutazioni genetiche possono essere introdotte ad hoc in grandi popolazioni di zanzare nell’arco di poche generazioni, partendo da un piccolo numero di insetti geneticamente modificati.

«In pratica, abbiamo visto che bastano 10-20 individui per trasformarne 1.000 nel giro di 12 generazioni – spiega Crisanti – Non solo, abbiamo dimostrato che basta inserire una modificazione genica mirata per impedire la trasmissione della malattia». Una vera e propria rivoluzione copernicana, che anziché focalizzarsi nella protezione delle vittime, gli esseri umani, punta a “disinnescare” il veicolo del contagio.

Oggi in Africa, un bambino muore di malaria ogni 45 secondi. «I meccanismi di eradicazione della malattia che pure hanno funzionato in Paesi come Italia e Francia, nel Sud del mondo non stanno funzionando. Servivano strumenti migliori e, soprattutto dai costi più bassi – spiega lo studioso – per raggiungere l’obiettivo».

Gli scienziati ora stanno lavorando su «nuovi bersagli nel genoma della zanzara, valutando un gruppo di geni essenziali per la riproduzione o per la trasmissione della malattia», prosegue Crisanti. Con questa tecnologia, il rilascio di un piccolo numero di zanzare modificate potrebbe dar luogo a una «riduzione drammatica del numero di zanzare portatrici di malaria su aree molto ampie, in Paesi dove la malattia è endemica». Una fase che dovrebbe durare 5-6 anni. Il gruppo di ricerca prevede di continuare gli esperimenti presso la nuova Ue Infravec Mosquito confinati Confined Release Facility, in fase di realizzazione. Lo studio è sostenuto dalla Fondazione per i National Institutes of Health (Fnih), della Comunità europea e dalla Bill & Melinda Gates Foundation


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