Sostenibilità
Totocalcio in euro? No all’arrotondamento
Cittadinanza attiva protesta, la proposta di Petrucci è un pessimo esempio di cosa potrà succedere il 1 gennaio 2002
di Redazione
Cittadinanzattiva su aumento costo giocate totocalcio in euro: un pessimo
esempio e una palese ingiustizia ai danni dei consumatori.
“La proposta del commissario straordinario della Federazione italiana gioco calcio (Figc), Gianni Petrucci, di portare dal 1 gennaio 2002 il costo della giocata minima del totocalcio (due colonne) ad 1 euro (cioè 1936,27 lire), dagli attuali 83 centesimi di euro (cioè 1600 lire), se accolta,
costituirebbe un pessimo esempio di come rendere la vita più difficile alla
nuova moneta unica oltre che una palese ingiustizia ai danni dei
consumatori”. Queste le dichiarazioni di Giustino Trincia, Procuratore
nazionale dei cittadini di Cittadinanzattiva.
“E’ assurdo”, continua Trincia, “che si possa proporre un aumento del 21% dell’attuale costo della giocata minima del totocalcio, quando tutti
suggeriamo di prestare attenzione all’inflazione, soprattutto dopo
l’ingresso della Moneta unica nella nostra vita quotidiana. In questo modo, per milioni di italiani che giocano al totocalcio (la media settimanale delle giocate è pari a 24.789.536 di colonne), l’esordio dell’euro comporterebbe un costo aggiuntivo settimanale di oltre 4 miliardi (4.164.642.053) di lire, e questo senza alcuna giustificazione, giacché è evidente che l’ingresso della moneta sarebbe solo un pretesto per cercare di far notare meno un aumento secco di 17 centesimi di euro, pari alle attuali 336 lire”.
“Questo aumento degli incassi per ogni concorso”, ha ancora aggiunto
Trincia, “verrebbe recuperato dai vincitori solo in parte con l’aumento del
montepremi (costituito dal 38% delle giocate). L’ingiustizia sarebbe proprio rappresentata dal perseverare in quella logica che da anni tende a scaricare sui cittadini l’onere di coprire il deficit di gestione dello sport italiano. Perché non domandarsi invece le ragioni di questo deficit e
non soffermarsi sui possibili rimedi alternativi?”.
“Ci auguriamo dunque”, ha infine concluso Trincia, “che il Governo non
accolga queste richieste e che anzi intervenga con forza per impedire questo come altri tentativi del genere che interessano anche il settore del
trasporto pubblico urbano”.
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