Welfare

Un migliaio di migranti salpati sulla Flaminia

Sulla nave traghetto diretta a Mineo, Crotone e Bari i 760 profughi sbarcati ieri pomeriggio nell'isla

di Redazione

È salpata intorno alla mezzanotte di ieri da Lampedusa la nave traghetto “Flaminia” con a bordo un migliaio di immigrati, tra cui i 760 profughi sbarcati ieri pomeriggio sull’isola a bordo di un vecchio peschereccio. Le operazioni di imbarco sono proseguite per tutta la sera, rallentate dall’alto numero di migranti in partenza. Mineo, Crotone e Bari le destinazioni.

Da Lampedusa sono inoltre partiti, a bordo del traghetto di linea per porto Empedocle (Agrigento), alla volta di una casa famiglia delle Marche, gli ultimi 25 immigrati minori tunisini rimasti sull’isola. Tra loro anche una ragazza che è scoppiata a piangere con i mediatori di Save the Children perché non voleva lasciare Lampedusa.

Mentre un nuovo sbarco di immigrati tunisini è avvenuto sull’isola di Pantelleria dove la notte scorsa sono approdati 36 migranti tra cui una donna. I tunisini sarebbero stati abbandonati in mare dagli scafisti a poca distanza dalla costa dell’isola.

Intanto, sarà presentata il 4 maggio la comunicazione ufficiale della Commissione Ue sulla questione immigrazione, che prevede un pacchetto di proposte complessive per fare fronte alla situazione venutasi a creare in Europa. Tra queste, rafforzamento di Frontex, più vincoli tra aiuti Ue e accordi di riammissione con i paesi terzi, e più flessibilità di utilizzo dei fondi da parte dei paesi Ue.

La comunicazione che verrà presentata il 4 maggio dalla commissaria Ue agli affari interni Cecilia Malmstroem, su cui il collegio ha tenuto oggi un dibattito di orientamento, era già “prevista da tempo”, ha spiegato la portavoce dell’esecutivo Ue Pia Ahrenkilde Hansen, ma certo gli ultimi eventi l’hanno “resa particolarmente di attualità”.
Il dibattito che è stato aperto oggi è una “revisione della governance di Schengen” alla luce della “crisi attuale” che il sistema ha vissuto negli ultimi giorni, ha confermato la portavoce.

L’obiettivo di Bruxelles, spiegano fonti Ue, è infatti quello di creare una “rete di sicurezza” nel caso in cui un paese “collassi”. A essere in discussione non sono tanto le regole in sé, quindi, quanto la loro “applicazione”, hanno precisato le fonti.

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