Famiglia

Unicef: molti bambini in pericolo

Il direttore generale Anthony Lake esorta a lasciare entrare gli operatori umanitari

di Redazione

«L’Unicef è fortemente preoccupato per gli effetti delle violenze sui bambini coinvolti nell’escalation dei conflitti in Medio Oriente e Nord Africa. Continuiamo a condannare gli attacchi contro i civili da parte dei gruppi armati; esortiamo tutte le parti a lasciare entrare gli operatori umanitari immediatamente in tutte le zone e raggiungere i bambini in pericolo», ha spiegato il direttore generale dell’Unicef Anthony Lake.
«In Libia, il conflitto in corso ha compromesso la vita dei bambini e ne ha privati molti di ??più dei bisogni fondamentali. Soltanto a Misurata, almeno 20 bambini sono stati uccisi e molti altri feriti. Ci sono notizie particolarmente allarmanti di utilizzo di bombe a grappolo.
Nello Yemen, dall’inizio di febbraio almeno 26 bambini sono stati uccisi e oltre 800 sono stati feriti.
In Siria, nel corso delle ultime settimane, nove bambini sono stati uccisi e molti feriti.
Nel Bahrein molti dimostranti sono stati uccisi o feriti, tra questi c’erano giovani studenti. Nel sud di Israele, il lancio di razzi a Gaza continua a colpire i bambini. Questa settimana, un 16enne israeliano è morto a seguito delle lesioni,
dopo che un razzo aveva colpito uno scuolabus.
Nel Territorio Palestinese Occupato, dall’inizio dell’anno, otto bambini palestinesi sono stati uccisi e almeno 48 feriti sia dalle forze di
sicurezza israeliane che dai gruppi armati palestinesi.
Anche prima che la violenza scoppiasse, molti bambini in questi paesi affrontavano grandi sfide per la propria sopravvivenza, la propria salute e il proprio benessere. Ora questi bambini sono ancora più a rischio.
L’Unicef esorta tutte le parti a rispettare gli obblighi sanciti dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e dal diritto internazionale umanitario e ad adottare tutte le misure necessarie per proteggere i bambini dagli effetti diretti e indiretti delle violenze» ha concluso Lake.
 


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