Volontariato

Fichi secchi per i candidati sindaci

La protesta contro la smobilitazione del welfare

di Redazione

Parte da Napoli la mobilitazione nazionale per le politiche sociali. A dare l’annuncio in conferenza stampa al Maschio Angioino sono stati questa mattina gli operatori sociali delle cooperative e associazioni riunite nel comitato Il welfare non è un lusso, spiegando che il movimento napoletano si è fatto nazionale coinvolgendo altre realtà sociali in tutta Italia con le quali è stata organizzata per mercoledì 27 aprile 2011 una manifestazione in contemporanea a Napoli, Roma e Genova, mentre in altre piazze italiane ci saranno sit in di protesta davanti alle sedi delle Prefetture. A Napoli partirà da piazza Dante per arrivare a piazza del Plebiscito, e sarà preceduta da un’assemblea pubblica aperta a tutti i cittadini, mercoledì 20 aprile (ancora non è stata resa nota la sede).

Al centro della vertenza la richiesta al Governo di ripristinare i fondi nazionali per le politiche sociali, che sono stati ridotti di oltre l’80%, passando dai 2 miliardi 527 milioni del 2008 ai poco più di 545 milioni previsti per il 2011, ma anche di definire una volta per tutte i Livelli Essenziali di Assistenza, vale a dire gli standard essenziali di assistenza sociale che devono essere garantiti a tutti i cittadini, indipendentemente dalla regione in cui abitano, e che compete allo Stato determinare. In un documento comune promosso da diversi network sociali (tra cui Roma Social Pride, Fish, Legacoopsociali, Auser e il cartello di associazioni “I diritti alzano la voce”) le organizzazioni chiedono al Governo anche di introdurre misure di contrasto alla povertà e di tornare a investire sulle politiche sociali, per un welfare che sia volano dello sviluppo.

In questi mesi di mobilitazione l’unico spiraglio concreto alla crisi del welfare è arrivato dalle banche, che hanno accolto l’appello lanciato dal comitato napoletano affinché si trovasse una soluzione per far fronte ai costi di gestione dei servizi socio-assitenziali, in attesa dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni (i ritardi arrivano a superare i 3 anni nel caso del Comune di Napoli). Grazie all’intermediazione di alcuni rappresentanti del comitato Il welfare non è un lusso insieme a Confidi Italia (Legacoop, Agci e Confcooperative) è stato sottoscritto a Milano a fine marzo scorso un accordo – detto “Salvastipendi” – con Banca Prossima e Cooperfidi che permette alle imprese sociali di godere del credito bancario per pagare gli stipendi ai propri operatori, in attesa dei pagamenti dei crediti vantati presso le pubbliche amministrazioni. Le cooperative sociali che richiedono lo strumento accedono al Fondo per lo sviluppo dell’impresa sociale di Banca Prossima e possono usufruire di un’anticipazione che può arrivare a coprire fino a 6 mesi del costo del lavoro dell’organizzazione, con tassi molto favorevoli.

Oggi gli operatori sociali hanno infine presentato due cesti di fichi secchi e uno di mutande: gesti simbolici che serviranno da monito sia a chi si candida a governare Napoli che ai rappresentanti del Governo, come ha spiegato il portavoce del comitato Sergio D’Angelo: «Come le nozze non si fanno con i fichi secchi, il welfare meno che mai. Un monito per chi si candida al prossimo governo della città perché si ritorni a considerare le politiche di welfare indispensabili e strutturali alla base di qualsiasi sviluppo credibile. Allo stesso tempo, vogliamo consegnare un cesto di mutande al ministro Tremonti e al presidente Berlusconi, ovvero a chi ha lasciato in mutande non solo gli operatori sociali, ma anche migliaia di anziani, disabili, bambini, immigrati, rimasti privi di assistenza».


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