Non profit

Sulla fame non si specula

Ecco come aderire all'iniziativa. Carlo Petrini e lo chef Oldani fra i primi firmatari

di Emanuela Citterio

Carlin Petrini di Slow Food insieme a don Virginio Colmegna. Lo chef Davide Oldani accanto al comico Diego Parassole. Gad Lerner, Riccardo Bonacina e Gerolamo Fazzini tra gli autorevoli rappresentanti della carta stampata, Loretta Napoleoni e Marco Vitale fra gli economisti. E poi padre Kizito Sesana, missionario in Africa. Sono solo alcuni dei primi firmatari dell’appello “Sulla fame non si specula” (in allegato il testo completo), che dà l’avvio alla Campagna di sensibilizzazione contro le speculazioni alimentari lanciata da Vita,  insieme ad Action Aid International, Pime, Fondazione Bridges e Acli, per chiedere un intervento regolativo sui mercati finanziari che protegga un bene essenziale come il cibo dalle mire speculative, unendosi a gruppi, associazioni e singole persone che si stanno mobilitando in Europa e negli Stati Uniti.

Si può diventare fan della Campagna su Facebook digitando “Sulla fame non si specula” e mandare la propria adesione all’appello attraverso il sito di vita.it. Info anche su: sullafamenonsispecula.org, online da lunedì 18 aprile.

«Il rapporto tra speculazione finanziaria e aumento dei prezzi è complesso» spiega Riccardo Moro, economista e fondatore del Progetto Bridges sulla giustizia economica. «La speculazione interagisce con lo squilibrio tra domanda e offerta creato da altri fattori, ma ne moltiplica gli effetti. Leggi di mercato immaginate per rendere efficienti gli scambi tra produttori e consumatori sono falsate dall’entrata in gioco di operatori che non hanno alcun interesse reale ad acquistare o vendere grano, soia o riso, ma mirano solo a ottenere un rendimento finanziario elevato in tempi brevi».

Una delle prime iniziative della campagna “Sulla fame non si specula” riguarderà Milano, sede dell’Expo 2015 che ha a tema proprio: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Ai candidati sindaci alle prossime amministrative la campagna chiederà di far compiere alla città un passo concreto, sottoscrivendo un codice di condotta che impegna l’amministrazione a non acquistare più derivati legati al cibo (il alto a destra l’appello).

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