Non profit

Ue, poche idee e confuse

Alla Tunisia un quarto dell’aiuto che la Francia eroga alla Costa d’Avorio

di Joshua Massarenti

Sugli aiuti l’Europa da un’altra prova del suo stato confusionale. Come? Confrontando i fondi promessi da Catherine Ashton nel corso della sua prima visita in Tunisia nel febbraio scorso e gli aiuti che Parigi intende destinare alla Costa d’Avorio all’indomani della caduta di Laurent Gbagbo il 12 aprile.

Poche settimane fa, l’Alto rappresentante Ue per gli Affari Esteri sbarca a Tunisi per incontrare l’allora Primo ministro tunisino Mohammed Gannouchi. Durante l’incontro la Ashton annuncia a Gannouchi che Bruxelles è pronta a erogare “immediatamente 17 milioni di euro” per aiutare il governo tunisino. Il giorno dopo il ministro dell’industria Afif Chebli, di passaggio a Roma, rivela che “quando il capo della diplomazia europea ha svelato la cifra al nostro premier, quest’ultimo non voleva crederci e ha chiesto alla Ashton se si trattava di milioni o di miliardi”.

Nonostante l’Alto Rappresentante ha annunciato fondi supplementari pari a “258 milioni di euro da qui al 2013, la controparte tunisina è rimasta sulle sue posizioni definendo il gesto dell’Europa “ridicolo”. Gesto tanto più ridicolo se si considera che oggi il ministro delle Finanze francese Christine Lagarde annuncia senza troppi fronzoli che Parigi è disposta a mettere sul piatto 400 milioni di euro per la ricostruzione della Costa d’Avorio.

Con tutto rispetto per la crisi economica e umanitaria degli ivoriani, c’è da chiedersi quale siano le ragioni di un trattamento così sproporzionato. Se l’insieme degli Stati membri avessero deciso di dare alla Tunisia gli stessi fondi promessi dalla Francia alla Costa d’Avorio, da qui al 2013 Tunisi non dovrebbe ricevere 258 milioni di euro, bensì 10,8 miliardi. Sicuramente troppi, ma alla luce delle difficoltà enormi che sta attraversando la Tunisia, anche a causa dei bombardamenti in Libia di molti Paesi europei, c’è da chiedersi quale logica stia seguendo l’Europa.

Questa vicenda dimostra ancora una volta che sulla politica estera l’Ue, per usare un eufemismo, ha molta strada da percorrere. In Tunisia l’Europa ha fatto una pessima figura, in Costa d’Avorio nemmeno è esistita, lasciando a Parigi il compito di regolare il caso Gbagbo come se fosse un caso di politica interna. A quando un’Unione Europea coerente con se stessa?

* In serata il commissario europeo allo sviluppo, Andris Piebalgs ha annunciato un aiuto pari a 158 milioni di euro per un piano di rilancio della Costa d’Avorio. Su quale periodo, nessuno lo sa. Cambia comunque poco o nulla sullo stato confusionale che prevale a Bruxelles e nelle principali capitali europee.


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