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Via libera (con riserva) alla legge

Il Senato ieri ha approvato definitivamente il ddl chiamato a innalzare i diritti e le garanzie di madri e bambini (fino ai 6 anni). Le polemiche e le ragioni di astensione del Pd

di Benedetta Verrini

L’aula del Senato ha approvato ieri in via definitiva il disegno di legge n.2568 recante disposizioni “a tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori, con 178 sì, nessun no e 93 astenuti. A favore hanno votato tutti i gruppi parlamentari tranne il Pd (molto critico sulla volontà del governo di non voler apportare miglioramenti alla legge), che si è astenuto.

Ecco la dichiarazione di voto della senatrice Pd Silvia Della Monica: “Il disegno di legge in esame era stato rinviato in Commissione, con voto unanime dell’Assemblea, per procedere a miglioramenti che consentissero effettivamente al testo di tutelare i diritti fondamentali dei minori incolpevolmente reclusi in carcere. Tuttavia, dopo aver iniziato un confronto positivo, su invito del Governo la relatrice ha ritirato emendamenti coincidenti con quelli dell’opposizione e la maggioranza ha respinto i rimanenti, tutti tesi a fare in modo che il provvedimento avesse reale effettività e non fosse solo un manifesto. Pur rappresentando il tentativo di realizzare un passo avanti, il disegno di legge in esame crea motivi di insoddisfazione: la nuova legge avrebbe dovuto disporre che l’espiazione della pena e la detenzione della madre con bambino non debba mai avvenire in carcere e per questo avrebbe dovuto essere modificata la legge Cirielli sulla recidiva; avrebbe dovuto anticipare al 1° gennaio 2012 il termine di entrata in vigore della normativa a fronte dello stanziamento delle necessarie risorse finanziarie; avrebbe dovuto consentire l’assistenza del genitore recluso al figlio malato per tutta la durata del ricovero ospedaliero. Tutte le proposte emendative del PD erano volte a stabilire un rapporto equilibrato tra l’esigenza di garantire certezza della pena e quella di tutelare i diritti dei minori: non essendo state accolte, il Partito Democratico si asterrà e vigilerà affinché la normativa sia realmente attuata e migliorata, con l’obiettivo, assunto dal Ministro della giustizia, di non avere più bambini in carcere”.

Al 31 dicembre 2010, secondo i dati forniti dal Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria), le madri detenute con minori fino a 3 anni sono 42, i bambini fino ad anni 3 sono 43, mentre attualmente le donne incinta sono 4. 

Gli asili nido funzionanti nelle carceri sono 16, non funzionanti 1. Il provvedimento prevede una serie di norme per cui le mamme incinte o con bimbi fino a 6 anni (attualmente il limite d’età è fino a 3 anni), se imputate, non potranno essere sottoposte a custodia cautelare in carcere, “salvo che sussistano esigenze cautelari di eccezionale rilevanza”.

E in quest’ultimo caso si può sempre predisporre la custodia in istituti a “custodia attenuata” (le Icam, che però scarseggiano). Per le madri condannate, invece, è prevista la possibilità, di scontare un terzo della pena ai domiciliari o in istituti di cura o a custodia attenuata purché non abbiano commesso particolari delitti (per esempio quelli connessi alla criminalità organizzata).

Il testo (ancora non pubblicato) della legge è disponibile qui.

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