Politica

Cocis: Frattini rinunci alla delega

Il Coordinamento delle ong per la cooperazione internazionale allo sviluppo chiede di aprire una nuova stagione della cooperazione italiana

di Redazione

Il Cocis, Coordinamento delle organizzazioni non governative per la Cooperazione internazionale allo sviluppo, dopo le ultime affermazioni del ministro Tremonti ha affidato il suo pensiero sul futuro possibile della cooperazione internazionale italiana a un comunicato stampa nel quale si osserva come il pensiero di Tremonti per dare una risposta corretta all’emigrazione clandestina, sia riassumibile nel “dare concrete speranze di sviluppo personale e collettivo dei paesi d’origine”, insomma l’aiutare “in casa loro” non sia altro che l’azione della cooperazione internazionale.

«Il ministro esprime con una sintesi efficace, anche un grande apprezzamento nei confronti della cooperazione popolare denunciando i limiti di quella fra governi, e individua perfino una forma di finanziamento aggiuntivo (in un articolo de Il Giornale di oggi Tremonti dice di “destinare una quota dell’Iva, via volontariato, per aiutare… Sussidiarietà internazionale). Perché allora il ministro degli Esteri Franco Frattini non ammette il suo fallimento e rinuncia alla delega sulla Cooperazione che si è improvvidamente trattenuto?» si chiedono al Cocis aggiungendo: «Sotto la sua direzione, infatti, la Cooperazione italiana è arrivata al suo minimo storico e la cooperazione dal basso è stata penalizzata come mai era accaduto prima».

Nell’analizzare l’azione di Frattini si sottolinea come l’attuale responsabile del Mae non abbia sollevato obiezioni ai tagli alla Cooperazione in sede di legge di stabilità 2011, «ma abbia addirittura scaricato la gran parte dei tagli orizzontali previsti per il ministero degli Esteri», insomma sottolineano al Cocis, si tratta di una scelta politica quella che ha portato al taglio dell’1,3% del budget generale del ministero e del  45% quello della cooperazione «incurante perfino degli impegni internazionali assunti e dall’ulteriore perdita di credibilità del nostro Paese», ma non solo, si ricorda anche che «l’Italia da sola è responsabile del 40% dei fondi mancanti per il raggiungimento del contributo europeo agli obiettivi di sviluppo del millennio».

Risultato: «Ora finalmente il ministro dell’Economia riconosce l’importanza della cooperazione per costruire un mondo più sicuro e in pace, e sottolinea in particolare l’importanza dell’intervento diretto del volontariato e delle ong a garanzia di un buon uso delle risorse e a vantaggio delle popolazioni. Se la democrazia non si esporta, allora è la cooperazione fra popoli il potentissimo strumento per sostenere, a maggior ragione in paesi dominati da regimi dittatoriali, lo sviluppo della società civile e il rispetto dei diritti umani», a questo punto però «se il ministro Frattini ha smantellato persino gli uffici della Cooperazione italiana a Roma e nei paesi beneficiari, ha negato fondi alle ong che lavorano da sempre per sensibilizzare la popolazione italiana sui problemi del Medio Oriente, e solo la settimana scorsa ha tagliato 3,3 miliardi di euro dal misero fondo residuo della Cooperazione non governativa, come si potrà mai raggiungere tali obiettivi?».

E la conclusione per Cocis non può che essere questa: «Che il governo italiano vari immediatamente misure straordinarie per rilanciare la cooperazione, affindandone la guida a un persona con l’esperienza e le capacità necessarie a ricoprire un ruolo così strategico», e par di capire che per il Cocis Frattini non sia la persona giusta.


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