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Sacconi: “Presto un Codice della Conciliazione”

Il ministro del Lavoro presenta alla Camera contenuti e tempistica per la realizzazione di intese territoriali a favore del lavoro femminile

di Benedetta Verrini

La Commissione Lavoro ha svolto ieri l’audizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, sui contenuti del recente avviso comune relativo alle misure a sostegno delle politiche di conciliazione vita/lavoro e di crescita dell’occupazione femminile.

Il documento, firmato il 9 marzo scorso con le parti sociali e con un’importante collaborazione del Forum Famiglie, deve ora tradursi in prassi.

Il ministro ha dichiarato che questo testo s’inserisce pienamente in “una nuova stagione di relazioni industriali, in cui si determina una maggiore produttività del lavoro, attraverso un più flessibile adattamento dei tempi di produzione alle esigenze della competizione globale”.

“L’accordo dà luogo a una tempistica di 3 mesi in una prima fase, in cui le parti dovrebbero selezionare le buone pratiche già realizzate o in itinere secondo la loro corrispondenza ai diversi settori produttivi, dall’industria manifatturiera seriale all’economia dei servizi, verificando diverse esigenze/possibilità di flessibilità”, ha spiegato Sacconi.

“A 12 mesi le parti dovrebbero realizzare una verifica circa la diffusione delle buone pratiche, promuovendo maggiori intese a livello territoriale, accordi che si stanno realizzando in tutte le province alla luce della detassazione del salario”.

Il ministro ha inoltre annunciato che si trova in fase di elaborazione un “codice della conciliazione”, che sarà realizzato acquisendo accordi e intese già fatti, guardando non solo alla modulazione dell’orario di lavoro, ma anche alla realizzazione di servizi aziendali di cura o alla concessione di benefit come i buoni per comprare servizi di cura.

“Stiamo inoltre considerando l’uso di alcuni strumenti normativi o di spesa”, ha concluso il ministro Sacconi, “Come l’articolo 6 della legge 53, in modo da poterci concentrare su profili di formazione e apprendistato in funzione dell’occupazione femminile, perché sappiamo quanto la donna sia soggetto più debole nel mercato del lavoro”.

Inoltre, il ministro ha fatto riferimento anche all’articolo 9 della legge 53, dedicato all’orario di lavoro, e infine al riordino dei contratti di inserimento, “in modo che siano agevolati per donne del mezzogiorno disoccupate da almeno 6 mesi”. E’ in fase di valutazione, in ultimo, una rivisitazione della spesa del Fondo Sociale Europeo in un’ottica di genere.

Per vedere e ascoltare l’intervento del ministro cliccare qui.


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