Non profit

Vittadini: una guerra sbagliata

Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, interviene con durezza contro la guerra in Libia

di Redazione

Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, interviene con durezza contro la guerra in Libia, dal sito ilsussidiario.net. Scrive Vittadini: «Si è invocato un intervento per emergenza umanitaria per poi verificare in questi giorni che Francia e Gran Bretagna, con l’acquiescenza del pensiero debole Obama-Clinton e di altri, stanno conducendo, non un’operazione umanitaria, ma una vera e propria guerra per rovesciare il regime a spese della popolazione libica. Sia ben chiaro, Gheddafi, come Milosevic e Saddam, è un dittatore, ma lo sono anche le leadership di Cina, Iran, Cuba, Venezuela, Corea del Nord o la giunta militare birmana. Dovremmo fare una guerra umanitaria contro ognuno di questi Paesi, vale a dire una guerra mondiale? E chi pensa all’alternativa per evitare ciò che è successo in Iraq dopo la guerra, l’espandersi di Al qaeda e la minaccia dalla guerra civile, o i 130.000 morti sgozzati dai fondamentalisti in Algeria?».

Conclude Vittadini: «La verità è che è ripartita la politica neocoloniale, per il petrolio, per il prestigio internazionale, per il controllo del Nord Africa e del Medioriente, per la vittoria di elezioni interne di leader europei o di leader pacifisti (!) quale Obama. E questo mostra una volta di più la debolezza dell’Unione Europea, che copre l’azione di Stati che, risvegliatisi da un benefico torpore durato 60 anni, tornano a una politica coloniale. Per questo, di fronte all’intervento armato della coalizione, non si può che pensare che l’unica alternativa a questa ipocrisia grondante sangue è la linea della Santa Sede. Uno sguardo a ogni uomo, che spinge al dialogo, sempre preferibile all’intervento armato, che considera la politica internazionale un arte del compromesso, tesa a valutare tutti i fattori in gioco: qual è l’alternativa a un regime? Instaurare un sistema politico basato su elezioni multi partitiche che precondizioni chiede? E’ possibile imporre la democrazia con la violenza?»

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