Non profit

Una favola per i bambini oncologici

Il progetto è stato ideato dagli operatori dell’Istituto Nazionale dei Tumori, in collaborazione con Carthusia e Fondazione magica Cleme, per aiutarli ad affrontare la radioterapia

di Redazione

Si intitola “Il gatto che aveva perso la coda” e nasce da un’idea di due tecnici di radioterapia che lavorano con i bambini malati di tumore in cura nei reparti di Oncologia Pediatrica e di Radioterapia dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano il progetto di una favola che aiuti i bambini ad affrontare la radioterapia. L’esigenza di creare uno strumento per presentare il percorso della terapia a cui vengono sottoposti con un linguaggio a loro comprensibile è nata dall’esperienza quotidiana anche con bambini piccoli. Uno strumento capace di tradurre il “viaggio” delle cure in qualcosa che non fa paura e di aprire un dialogo non tecnico ma emotivo con i piccoli pazienti e i loro genitori.

Protagonista della storia, scritta da  Emanuela Nava e illustrata da Annalisa Beghelli, è un gatto che ha perso la coda. Il gatto, alla ricerca della sua coda, indossa un casco come talismano e comincia un viaggio spaziale fatto di incontri, tentativi e prove da superare. Ma, alla fine, trovando una coda da tigre e un cuore da leone, ritrova anche e soprattutto la speranza e il coraggio. È una storia “terapeutica” e universale che non parla di malattia, ma che sa essere metafora di un’esperienza faticosa e necessaria, permettendo ai bambini di identificarsi facilmente nel protagonista. Alla fine della storia illustrata, quattro pagine di attività stimolano il piccolo lettore ad elaborarla storia in maniera personale, per riconoscere il proprio coraggio nelle piccole e grandi difficoltà del quotidiano. Il progetto ha l’obiettivo di rivolgersi a tutti i bambini malati e non, con la premura di saper comunicare contenuti vicini alla realtà dei bambini malati, ma al tempo stesso con l’attenzione di riuscire a coinvolgere efficacemente ogni bambino, al di là delle situazioni particolari. Perché le storie possono insegnare a escogitare riti o sistemi personali di difesa e ad acquisire così la forza necessaria per affrontare la vita.

Il progetto,  ideato da Carthusia Edizioni, casa editrice per ragazzi dal forte taglio progettuale e con oltre venti anni di esperienza in argomenti difficili e delicati, è sostenuto dalla Fondazione Magica Cleme, che dal 2004 si occupa di offrire opportunità di gioco e divertimento ai bambini con malattie oncologiche.

 

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