Economia

In Toscana nuove disposizioni sulle rinnovabili

Licenziata la proposta di legge da parte delle Commissioni Agricoltura, Sviluppo economico e Territorio ambiente del Consiglio regionale

di Redazione

Le Commissioni Agricoltura, Sviluppo economico e Territorio ambiente del Consiglio regionale della Toscana hanno licenziato a maggioranza la proposta di legge che detta le disposizioni in materia di ”installazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili”, promossa dai presidenti delle tre Commissioni: Loris Rossetti, Caterina Bini e Vincenzo Ceccarelli.

Hanno votato a favore i commissari dei gruppi del Pd, dell’Idv e della Federazione Sinistra e Verdi. Non hanno invece partecipato al voto i commissari dei gruppi Pdl e Lega Nord, che si sono riservati una valutazione di merito in sede di approvazione da parte del Consiglio regionale. Con le stesse motivazioni si è astenuto, infine, il commissario del gruppo Udc.

I tre presidenti di Commissione hanno espresso soddisfazione e hanno sottolineato ”il lavoro proficuo svolto per arrivare a licenziare il testo di legge”, che ha di fatto trasformato, approfondito e aggiornato la delibera che la Giunta aveva proposto introduce modifiche alle leggi regionali 39/2005 (disposizioni in materia di energia) e alla legge regionale 1/2005 (norme per il governo del territorio).

La pdl disciplina secondo nuovi criteri la possibilità e le modalità di installazione degli impianti nel territorio. Introduce una norma transitoria per stabilire quali siano le pratiche che saranno interessate dai nuovi criteri di ammissione. Non saranno interessati dalla nuova normativa gli impianti superiori ad 1 megawatt che abbiano già superato la verifica di assoggettabilita’ (senza effetti ambientali negativi).

Per gli impianti al di sotto di un megawatt, saranno accolti i procedimenti in corso purchè corredati dei pareri ambientali prescritti. E’ previsto il divieto di cumulo vale per tutti i tipi di impianti e ogni impianto non potrà distare meno di di 200 metri l’uno all’altro.

Altra previsione contenuta nella pdl: le Province avranno novanta giorni di tempo per presentare, sentiti i Comuni interessati, una proposta di perimetrazione di zone all’interno di ”coni visivi e panoramici”, nonchè di zone agricole di particolare pregio paesaggistico e culturale. In queste zone non saranno concessi permessi di installazione.

Sempre entro novanta giorni, le Province potranno inoltre presentare proposte di modifica all’interno di aree non idonee all’installazione. A questo punto fanno riferimento anche le aree agricole Dop (origine protetta) e Igp (indicazione geografica protetta).

Si considereranno idonee alle installazioni aree già urbanizzate prive di valore culturale-paesaggistico e aree di pertinenza dell’edificato privo di valore storico-architettonico; le aree degradate quali siti minerari dismessi e cave dismesse, per i quali non sia riconosciuto alcun valore storico-culturale o paesaggistico, discariche, depositi inerti e rottamazioni, fatte salve le norme in materia di bonifica.

Tutte le richieste di installazione dovranno essere corredate dal piano di interventi di dismissione e delle opere di messa in pristino del sito.

Nel corso del dibattito, la Lega nord, che aveva presentato alcuni emendamenti, tutti respinti, ha specificato, attraverso la consigliera Marina Staccioli, che il contenuto restrittivo delle proposte era motivato dal fatto che le richieste di realizzazione degli impianti sono molte e si corre il rischio di una sovaproduzione nonchè la perdita di coltivazioni agricole importanti. La questione della distanza minima tra impianti, invece, è stata alla base della decisione del Pdl di non partecipare al voto.

Il consigliere Andrea Agresti, facendo riferimento al decreto del Consiglio dei Ministri che dovrà entrare in vigore, ha chiesto di specificare che le distanze dovessero riferirsi a proprietà diverse dei siti. I presidenti delle Commissioni, però, hanno sottolineato che gli elementi di difformità rispetto al decreto del Consiglio dei ministri saranno verificati e adottati solo dopo che il decreto stesso sarà stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale.

 

 


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