Famiglia

Pena di morte: Amnesty difende condannato minorenne

Napoleon Beazley sarà giustiziato il 15 agosto per un crimine commesso quando aveva 17 anni

di Gabriella Meroni

Con la decisione di giustiziare Napoleon Beazley per un crimine commesso quando era ancora un ragazzo, gli Stati Uniti d’America mostrano disprezzo per il diritto internazionale e per i comuni standard di decenza, ha dichiarato Amnesty International. L’organizzazione ha emesso oggi un nuovo rapporto sul caso di Napoleon Beazley, che sarà giustiziato il 15 agosto per un omicidio commesso quando aveva 17 anni durante un tentativo di furto d’auto. Questa sarebbe la 18° esecuzione di minorenni all’epoca del reato negli Stati Uniti d’America e la 10° nel solo Texas, da quando l’omicidio giudiziario è stato reintrodotto. “Il Texas è responsabile di quasi un terzo delle esecuzioni di minori all’epoca del reato eseguite in tutto il mondo negli ultimi dieci anni” ha dichiarato Amnesty International, mettendo in evidenza come 31 degli 80 minori in attesa di esecuzione negli Stati Uniti d’America si trovino nel braccio della morte proprio in Texas. “In Texas, le persone sotto i 18 anni sono considerate troppo giovani per votare, bere o sedere in una giuria, tuttavia lo Stato non ha alcuno scrupolo a condannarle a morte” ha aggiunto l’organizzazione, ricordando come il diritto internazionale, riconosciuto in tutto il mondo, proibisce l’applicazione della pena di morte nei confronti di minori all’epoca del reato, a causa della loro immaturità? impulsività? e vulnerabilità alle pressioni dei coetanei, nonché per la possibilità di riabilitazione. Il caso di Napoleon Beazley mette in luce anche altre problematiche, che stanno spingendo molte persone a mettere in discussione il loro appoggio a questa sorpassata punizione. “Il razzismo è di nuovo apparso come possibile fattore influenzante una condanna a morte negli Stati Uniti d’America” ha dichiarato Amnesty International, sottolineando come l’accusa abbia definito questo adolescente un “animale” davanti ai 12 membri bianchi della giuria, uno dei quali aveva già mostrato di nutrire profondi pregiudizi contro gli afro-americani.


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