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Massimo Cialente lascia

Questa mattina le dimissioni ufficiali del sindaco

di Lorenzo Alvaro

Il sindaco del capoluogo abruzzese Massimo Cialente ha rimesso il mandato, annunciando le sue dimissioni. La comunicazione è stata consegnata questa mattina al segretario generale del Comune Vincenzo Montillo. «Con la presente», si legge nella nota inviata anche al presidente del consiglio comunale, Carlo Benedetti e, per conoscenza, al prefetto dell’Aquila Giovanna Maria Iurato, «rassegno le mie dimissioni dalla carica di sindaco della città dell’Aquila».
«Non credo di poter più andare avanti», ha spiegato, «da mesi sono con una pseudomaggioranza e dal punto di vista generale è tutto fermo». «Mi auguro che il governo faccia un decreto che permetta di andare al voto a maggio», ha aggiunto Cialente, «sentirò il ministro Maroni ma sono i partiti che devono decidere». Secondo Cialente, «da quando c’è stato il terremoto, erano già tutti in campagna elettorale, mentre la gente sta schiattando».

Nella notte l’estremo tentativo del Pd di farlo tornare indietro: una riunione di maggioranza convocata in gran fretta per riconfermare «sostegno e solidarietà» al primo cittadino. A scatenare Cialente, che avrà venti giorni per ripensarci, la sospensione dei lavori del consiglio comunale. Tutto rinviato ancora una volta a causa dell’esiguità del numero dei consiglieri presenti in aula. Un fil rouge della sua amministrazione. Un problema che si era verificato anche prima del sisma. Al momento del voto, sulle linee guida per la riorganizzazione delle società partecipate, hanno risposto all’appello solo in 19. Votazione infruttuosa «perché», così come chiarito dal presidente del consiglio Carlo Benedetti, «la materia della deliberazione richiede una maggioranza qualificata di almeno 20 consiglieri».

L’ultimo discorso da sindaco Cialente l’ha fatto ieri dopo aver annunciato il passo indietro di oggi. Un appello al consiglio comunale perché ognuno faccia leva sui propri partiti di appartenenza per sollecitare un decreto con il quale consentire agli aquilani di andare subito alle elezioni, così da evitare anche il danno di un commissariamento troppo lungo. «È questo l’unico mio cruccio. Non ci sono i tempi tecnici per poter andare al voto nella tornata elettorale di maggio», spiega Cialente, «chiamerò il ministro Maroni per capire se c’è la possibilità di avere una deroga».

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