Non profit

Tutti (o quasi) contro Romani

Il decreto varato da Palazzo Chigi cancella il tetto degli 8 mila MW di fotovoltaico. Ma non convince

di Redazione

Il Consiglio dei ministri ha approvato il dlgs per la promozione dell’energia da fonti rinnovabili che recepisce la direttiva europea 2009/28. Lo si apprende da fonti ministeriali. Dal prossimo giugno con un decreto del ministero dello Sviluppo economico di concerto con dell’Ambiente saranno fissati i parametri e gli incentivi per l’energia da fonti rinnovabili.

Il decreto legislativo sull’energia da fonti rinnovabili prevede dei vincoli sui terreni agricoli per il fotovoltaico. Le aziende agricole potranno installare pannelli solari su una superficie che non deve superare il 10% della proprietà e produrre energia non oltre 1 MegaWatt. Questo per rendere possibile che l’energia da fonti rinnovabili rappresenti un reddito aggiuntivo per gli agricoltori che però va legato all’attività agricola. A riferirlo sono fonti ministeriali sottolineando che i tetti stabiliti nel provvedimento corrispondono alla richiesta formulata dal ministro delle Politiche agricole Giancarlo Galan.

Le prime reazioni
“E’ di tutta evidenza che il Governo ha deciso scientemente di mettere i bastoni tra le ruote al settore innovativo delle rinnovabili che vale oltre 10 miliardi di euro di fatturato, col risultato che saranno scoraggiati investimenti per centinaia di milioni di euro, migliaia di lavoratori affronteranno il futuro in un clima di grande incertezza e il raggiungimento degli stessi obiettivi europei restano fortemente a rischio”. Lo affermano in una nota i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, commentando il via libera del Consiglio dei ministri al dlgs per la promozione dell’energia da fonti rinnovabili che recepisce la direttiva europea 2009/28. “Il ministro Romani, per il quale evidentemente il core business del suo ministero e’ solo il sistema radiotelevisivo, alla prova di intervenire sulla politica energetica che deve traghettare l’Italia al 2020 -continuano i senatori del Pd- combina un grande pasticcio: il decreto nella sua versione definitiva e’ di gran lunga peggiore di quello che aveva iniziato il suo percorso a dicembre”. “Non sono state accolte -sottolineano Ferrante e Della Seta- le condizioni che il Parlamento aveva proposto all’unanimita’, si insiste su un meccanismo di aste al ribasso che non funziona in nessuna altra parte del mondo e si cede alle solite lobby su rifacimenti e cogenerazioni”. “Ma e’ soprattutto sul fotovoltaico -sottolineano i senatori del Pd- che il governo da il peggio di se’: chiudere a maggio di quest’anno la fase di incentivi che doveva durare fino al 2013 vuol dire aprire un periodo di grande incertezza sul sostegno economico alle rinnovabili, una mossa che dimostra approssimazione e spregiudicatezza. E affidare al Ministero dello Sviluppo economico la scrittura di un decreto con le nuove tariffe e’ come affidare al conte Dracula la gestione del’Avis”.

“Neanche la mobilitazione di questi giorni di cittadini e aziende, associazioni ambientaliste e di settore, parlamentari di entrambi gli schieramenti, e’ riuscita a fermare un decreto che avra’ effetti gravi e dannosi sulle rinnovabili in Italia, visibili gia’ nel 2011”. Edoardo Zanchini, responsabile energia e infrastrutture di Legambiente, commenta cosi’ invece: “Per il solare fotovoltaico, imprenditori e cittadini -dice Zanchini- sono lasciati nella piu’ totale incertezza. Solo chi ha gia’ i cantieri aperti e finira’ entro maggio avra’ sicurezza sugli incentivi”. “Da giugno entrera’ in vigore un nuovo sistema con tariffe piu’ basse ma anche un ‘limite annuale alle installazioni’ che non dara’ garanzie a chi vuole investire” aggiunge il responsabile di Legambiente per l’energia sottolineando che “per eolico, biomasse e idroelettrico la situazione e’ ancora piu’ grave, visto che e’ prevista l’introduzione di un fallimentare sistema di aste al ribasso che, in passato, ha gia’ dato risultati scadenti e solo a uno sconto sul taglio retroattivo agli incentivi, passato dal 30 al 22%”. Legambiente sottolinea inoltre come siano stati “stravolti il testo e gli obiettivi per le fonti rinnovabili della Diretiva Europea che si doveva recepire”. Per questo l’associazione ambientalista annuncia che “chiedera’ alla Commissione europea di verificare la coerenza del provvedimento Romani con gli obiettivi vincolanti al 2020 e il Piano italiano per lo sviluppo delle rinnovabili, presentato pochi mesi fa a Bruxelles”.

”Quello varato oggi dal consiglio dei Ministri sulle rinnovabili e’ un decreto truffaldino – ha affermato in una nota il presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli – che crea incertezza e blocca gli investimenti in un settore, fino ad oggi, trainante per l’economia e l’occupazione in Italia Il governo ha fatto entrare dalla finestra quello che era uscito dalla porta attraverso i commi 9 bis e 9-ter dell’art. 23 del decreto sugli incentivi alle rinnovabili”. Che chiede di verificare ”se il decreto licenziato oggi dal Consiglio dei ministri non sia anticostituzionale per la violazione dell’art. 41 della Costituzione e per eccesso di delega”. Il comma 9-bis dell’articolo 23 prevede, infatti, sottolinea Bonelli, ”che gli incentivi per la produzione di energia si applicano agli impianti solari fotovoltaici per i quali l’allacciamento alla rete elettrica abbia luogo entro il 31 maggio 2011, ossia tra 2 mesi. Il comma 9-ter dello stesso articolo prevede che gli incentivi agli impianti solari fotovoltaici allacciati dopo il 31 maggio 2011 sara’ disciplinata attraverso un nuovo decreto del ministero dello Sviluppo emanato entro il 30 aprile 2011 che dovra’: determinare un limite annuale di potenza elettrica cumulativa degli impianti fotovoltaici che possono ottenere le tariffe incentivanti (tradotto significa che nel decreto di aprile sara’ indicato un tetto all’energia solare prodotta); una rideterminazione delle tariffe incentivanti”.

A rincarare la dose ci pensa il WWF. ”Quel ‘pasticciaccio brutto di Palazzo Chigi’: cosi’ si potrebbe definire l’esito dell’iter di un Decreto legislativo nato per dare seguito, a livello italiano, all’obiettivo europeo di avere ‘almeno’ un 20% di energia prodotta da fonti davvero rinnovabili e pulite e che invece si e’ trasformato nel tentativo di bloccarne la crescita”. In assenza di programmazione energetica, pur prevista dagli stessi provvedimenti varati da questo esecutivo, il Governo, sottolinea l’associazione ambientalista, ”dice tutto e il contrario di tutto: nel giugno scorso fa un piano che prevede lo sviluppo delle rinnovabili e poi, sull’onda di polemiche inventate a tavolino sui costi degli incentivi alle rinnovabili, le blocca. La scelta fatta oggi di rinviare la decisione, a seguito della sollevazione non solo degli ambientalisti, non solo degli operatori, ma di migliaia e migliaia di cittadini, non fa che aumentare il caos e l’incertezza, rendendo il nostro Paese troppo poco affidabile per gli investitori”. Le rinnovabili e l’efficienza energetica, rileva il Wwf, ”sono la spina dorsale della nuova economia, che si sta sviluppando in tutto il mondo e sono anche l’unica vera strada per garantirsi la sicurezza energetica”.

Per Coldiretti, invece, la possibilità di installare impianti che producano al massimo un megawatt e non occupino più del 10 per cento della superficie agricola aziendale rappresenta un punto di equilibrio tra l’esigenza di tutelare la produzione alimentare evitando fenomeni speculativi e la possibilità per le imprese agricole di contribuire alla produzione di energia rinnovabile garantendosi così una integrazione di reddito nella direzione di una moderna impresa multifunzionale. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini in riferimento al decreto legislativo sull’energia da fonti rinnovabili, approvato dal Consiglio dei Ministri, che prevede anche misure per il fotovoltaico nei terreni agricoli su proposta del Ministero delle Politiche agricole.

Categorico invece i commenti di alcune aziende. “Il decreto sulle rinnovabili approvato dal Consiglio dei Ministri è di assoluta gravità perché cambia in corso d’opera e in modo retroattivo le regole e il sistema incentivante stabilito pochi mesi fa con il Conto Energia». Lo ha detto Andrea Fontana, Ad di Fotowatio Italia. Mentre Francesca Marchini, Segretario Generale di Assosolare: «Il decreto legislativo sulle rinnovabili, così come approvato dal Consiglio dei Ministri, limitando l’applicazione del regime di incentivi agli impianti connessi entro fine maggio e prevedendo poi un cambio da giugno, è per tutto il settore un risultato persino peggiore di quello ventilato negli ultimi giorni. E’ evidente che non è stato tenuto conto delle esigenze di settore. Tenere gli incentivi del Conto Energia solo fino al 31 maggio senza un periodo “cuscinetto” compromette da subito gli investimenti in corso, perché determina il congelamento immediato dei finanziamenti bancari, di fatto fermando i cantieri degli impianti in costruzione. Vista la mancata definizione nel dettaglio del nuovo regime e l’assenza di certezze sul relativo contenuto e sul fatto che sarà tempestivamente promulgato, si crea inoltre un vuoto normativo che sta già portando a una totale paralisi del settore, facendo peraltro perdere credibilità all’Italia nei confronti delle aziende che da tutto il mondo stavano investendo, e compromettendo decine di migliaia di posti di lavoro».

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