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Lavoro, ripristinate le quote

La proponente della legge, Amalia Schirru (PD): «Sono soddisfatta». Plauso della Fish

di Benedetta Verrini

“Sono molto soddisfatta: con un iter straordinariamente veloce, questa legge restituisce speranza alle tante persone invalide che attraverso il lavoro possono riconquistare autonomia e una vera integrazione sociale, al pari di tutti gli altri cittadini”. Così l’onorevole Amalia Schirru (PD), che aveva presentato la proposta di legge in materia di quote di riserva in favore dei disabili, commenta il via libera definitivo, al Senato, del ddl 2545 . A cui si aggiunge la soddisfazione della FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap: «Si tratta di un risultato importante poiché erano a rischio migliaia di assunzioni di persone disabili sia nel privato che nella Pubblica amministrazione».

La legge contiene un’ interpretazione autentica del comma 2 dell’articolo 1 della legge 23 novembre 1998, n. 407, in materia di applicazione delle disposizioni concernenti le assunzioni obbligatorie e le quote di riserva in favore dei disabili e mette fine a una spinosa querelle tra fasce deboli.

In essa, una volta per tutte, si ribadisce che le assunzioni obbligatorie per chiamata diretta dei familiari di vittime di atti di terrorismo non possono superare e occupare la quota di riserva spettante ai lavoratori disoccupati invalidi, prevista dall’articolo 3 della Legge n. 68 del 1999.

Una legge del 2010, la n.126 dedicata alle missioni internazionali, aveva infatti disposto che le aziende con più di 50 dipendenti fossero prioritariamente obbligate all’assunzione di orfani e di superstiti delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata. Tale priorità, colmando gli obblighi di assunzione, sarebbe andata a scapito della riserva prevista dalla Legge 68/1999 a favore delle persone con disabilità. “Il disegno di legge approvato”, spiega l’onorevole Schirru,  “stabilisce l’interpretazione autentica rispetto alla legge 126 ed attribuisce in via esclusiva ai disabili la quota di riserva già soltanto ad essi spettante prima della novella, cioè quella del 7%. Ciò restituisce chiarezza e una certa serenità agli Uffici Provinciali del Lavoro, che ora potranno operare sapendo che per le persone con invalidità vige la riserva del 7% e per i familiari di vittime del terrorismo quella dell’1%”.

La Schirru spiega inoltre di aver già avanzato un ordine del giorno e una proposta di legge per innalzare comunque la quota di riserva dei familiari di vittime del terrorismo o di incidenti sul lavoro dall’1 al 3%, “in modo che la percentuale complessiva delle quote di riserva giunga in futuro al 10%, il 7% per i disabili e il 3% per le altre categorie fragili”.

Nel frattempo, la legge interpretativa approvata al Senato restituisce ai disabili quasi 10mila posti riservati. Una buona iniezione di fiducia, dopo i dati sconfortanti della V Relazione al Parlamento che hanno indicato una forte discrepanza tra gli iscritti al collocamento e gli effettivi avviamenti realizzati. “Su questo fronte c’è ancora molto da fare, per sviluppare una cultura che è ancora poco assimilata sia da parte dei datori di lavoro che degli invalidi stessi”, commenta la deputata. “E’ necessario sostenere maggiormente le imprese, offrendo incentivi che scongiurino la richiesta di esonero dalle quote del collocamento obbligatorio. Assumere un lavoratore invalido ha un costo sociale che va incentivato, con una buona defiscalizzazione e iniziative di informazione e formazione”.

“D’altra parte, anche sul versante dei cittadini invalidi è necessario trovare soluzioni che consentano di trovare serenamente lavoro uscendo dal tunnel dell’assistenzialismo. Penso a una revisione dei limiti di reddito per ottenere l’indennità pensionistica: oggi, in un mercato del lavoro estremamente precario, il dilemma che si pone, per un disabile, è quello di accettare o no un lavoro a termine con uno stipendio quasi identico alla pensione d’invalidità”.

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