Economia

Segnali di ripresa per il settore immobiliare

Il presidente Cremonini: negli ultimi tre anni prezzi in calo del 30% nelle aree extrametropolitane

di Redazione

«La brusca restrizione del credito e la crisi di liquidità hanno dato vita a un clima di incertezza che ha penalizzato il mercato immobiliare. In base ai dati forniti dal Cresme solo nel corso del 2010 si è verificata una flebile ripresa delle vendite immobiliari dopo la sequenza negativa che aveva fatto registrare un calo del 4,7% nel 2007, del 14,8% nel 2008 e dell’11% nel 2009. I prezzi di vendita, in questi stessi anni hanno registrato una riduzione che si aggira intorno al 25/30%. Una riduzione meno netta nelle città metropolitane rispetto al resto del territorio dove il calo dei prezzi è stato più marcato a causa del gran numero di immobili di nuova costruzione rimasti invenduti o non assegnati».

Così Ivo Cremonini, presidente di Federabitazione Confcooperative intervenendo al seminario “Le cooperative di abitazione e il mercato immobiliare in Europa” organizzato da Federabitazione Confcooperative, da Legacoop Abitanti, da Cecodhas Housing Europe in collaborazione con il Cresme.
 
«I fattori che hanno frenato il mercato immobiliare – dice Cremonini – possono essere individuati: 1) nell’attesa dei prezzi ancora in calo; 2) nella minore propensione delle famiglie per la spesa e gli investimenti a causa dell’incerta situazione economica e occupazionale; 3) nell’utilizzo del fattore tempo da parte della domanda che può valutare attentamente e scegliere con prudenza».
 
«Non si può non tener conto – aggiunge Cremonini – che esiste un’emergenza rappresentata da persone in condizioni di assoluta precarietà abitativa e da una vasta area grigia di cittadini alle prese con il problema della casa. La questione abitativa nelle nostre città – continua Cremonini – è sempre più connessa con quella di mirati interventi intersettoriali, di riqualificazione urbana, sia per quanto riguarda le nuove componenti della domanda sia per la condizione della maggior parte dei cittadini che oggi vive in grandi periferie urbane spesso prive di qualità, luoghi di marginalità e di esclusione sociale».
 
«I nuovi processi che stanno investendo il mercato abitativo – dichiara  Cremonini – pongono le cooperative di abitazione di fronte a scelte nuove e alla ricerca di nuovi strumenti finanziari per far fronte alle esigenze di mercato. L’emergenza abitativa – conclude Cremonini – si coniuga con la qualità dell’abitare, concepita come qualità della produzione edilizia e come integrazione tra politiche abitative e governo degli spazi urbani in termini di servizi totali integrati, sicurezza, equilibrio ambientale, ecosostenibilità, risparmio ed efficienza energetica che possono essere valorizzati nel sistema di rete della cooperazione».

 


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