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Aprire ai single? Parlano gli enti
Il confronto di posizioni tra EnzoB, AiBi, Cifa, Ciai e Forum Famiglie. E tu cosa ne pensi? Vota il sondaggio
La sentenza 3572 della Suprema Corte di Cassazione (leggi la rassegna stampa di oggi), che ieri si è pronunciata sulla vicenda di una madre single di Genova, che chiedeva la trascrizione in Italia di un’adozione di una bambina russa realizzata negli Usa, apre il confronto anche tra gli addetti ai lavori e i presidenti delle grandi associazioni che si occupano di adozione internazionale.
Vediamo il confronto di punti di vista tra EnzoB, AiBi, Cifa, Ciai e Forum Famiglie.
Enzo B: “Molto rumore per nulla. L’adozione per i single esiste già”
“Molto rumore per nulla. Ecco cosa penso del dibattito che in queste ore si è acceso intorno alla sentenza della Corte di Cassazione dedicata ai single”. Così Cristina Nespoli, presidente di EnzoB, ente autorizzato alle adozioni internazionali, commenta la sentenza n.3572.
La Nespoli comincia con l’analisi del testo del dispositivo: “La Corte non ha mai detto che i single possono adottare”, sottolinea. “Ha invece ribadito un canale che esiste già, quello dell’adozione “per casi speciali”, disciplinato dall’art.44 della legge 184 del 1983, che consente già ai single di adottare in modo non legittimante”.
“Detto questo”, prosegue la presidente di Enzo B, “E’ vero che poi la Cassazione ha invitato il legislatore ad adeguare le leggi italiane alla Convenzione di Strasburgo del 1967 e a prevedere che l’adozione legittimante, nel concorso di particolari circostanze, sia ammissibile da parte di una singola persona. Ma questo, e lo dico al di fuori di qualsiasi pregiudizio ideologico, avrebbe davvero poco impatto nella pratica. Se oggi ci sono pochi bambini adottabili per le coppie, figuriamoci per un single. Per la nostra esperienza di paesi stranieri, quelli africani in particolare, sarebbero davvero bassissime le possibilità di abbinamento con una persona single. Le coppie saranno sempre e comunque ritenute una risorsa da preferire, se disponibile”.
“Le adozioni “per casi particolari” esistono già e sono già aperte ai single. Dunque di cosa stiamo discutendo? Di protezione dell’infanzia o di una richiesta velleitaria da parte degli adulti?”, conclude Nespoli.
Ciai: “Due è meglio di uno”
“La legge italiana prevede di tutelare l’interesse del minore a crescere in una famiglia e quindi, a fronte delle lunghe liste di attesa di coppie con idoneità ad adottare, a loro sarà data la precedenza”, sottolinea Valeria Rossi Dragone, presidente del Ciai.
“Occorre inoltre ricordare che, secondo la Convenzione dell’Aja, l’adozione è una forma di protezione del minore – nello specifico un bambino che oltre ad essere stato abbandonato dai genitori può aver subito vari traumi, tra cui l’istituzionalizzazione – : adottare non significa garantire il diritto degli adulti a essere genitori, ma il diritto di un bambino, privato delle sue relazioni fondamentali, a vivere in una famiglia, quella ritenuta migliore per lui.
Infine, parlando di adozioni internazionali, la realtà conferma ancor di più queste tesi”, conclude la Rossi Dragone. “C si confronta con paesi che non prevedono assolutamente le adozioni ai singoli ma solo a coppie eterosessuali sposate e quindi solo i cosiddetti ‘casi speciali’ potrebbero essere concepiti”.
AiBi: “I tempi sono maturi, le coppie stanno calando drammaticamente”
Diametralmente opposta la lettura di Marco Griffini, presidente di AiBi, che inizia il suo ragionamento dal preoccupante crollo delle dichiarazioni di disponibilità all’adozione registrato nel 2010: “Sempre meno coppie sono pronte ad accogliere un bambino abbandonato”, spiega Griffini. “Anche quelle che ottengono l’idoneità, molto spesso, non danno seguito all’adozione e non conferiscono il mandato all’ente autorizzato. Abbiamo liste su liste inviate da Paesi stranieri di bambini adottabili ma lontani dal modello “ideale” di bambino piccolo e sano. Sono grandicelli, malati o gruppi di fratelli. La Cina, ad esempio, ci offre una disponibilità di quasi 2000 minori “special needs”, ma noi abbiamo solo 9 coppie in attesa che si sono dette disponibili all’accoglienza di piccoli con esigenze speciali”.
“Sono d’accordo”, conclude Griffini, “Sul fatto che la famiglia sia la prima e migliore risorsa per un bambino, ma vista questa fuga dalle adozioni e visto il grande numero di bambini in stato di bisogno negli istituti, penso sia giusto dare una possibilità anche alle persone singole. Ben vengano, se possono dare un’opportunità di crescita, di affetto e di vita a questi bambini”.
Cifa: “Sì, a condizione che sia un’opportunità per il bambino”
Gianfranco Arnoletti, presidente del Cifa, ricorda che “l’interesse di un bambino ad avere un padre ed una madre andrebbe tutelato in ogni modo. Trovare una persona disponibile ad accogliere un bambino e che abbia determinate caratteristiche non è cosa facile e quando accade diventa una incredibile opportunità. La decisione dovrebbe essere vista nell’ottica del bambino, un minore tra i tanti in stato di abbandono, che potrebbe avere una chance in più e dunque avere qualcuno che si prenda cura di lui.”
Forum Famiglie: “Prioritario il diritto del bambino ad avere un padre e una madre”
«I casi eccezionali, già oggi previsti dalla legge, che consentono l’adozione di minori da parte di adulti single devono restare, appunto, delle eccezioni, e non diventare un improprio grimaldello per reclamare un’allargamento delle maglie della legislazione». Così commenta Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari.
In Italia, ricorda Belletti, «c’è una grande abbondanza di coppie che hanno intrapreso la via dell’adozione. Molte di più di quante siano le concrete possibilità di completare le procedure di adozione un bambino, in Italia o all’estero.
«Con l’adozione si vuole restituire una genitorialità piena, con un papà e una mamma, a bambini già duramente provati dalla vita e che hanno il diritto di crescere ed essere educati in una famiglia. Il diritto del bambino deve essere messo al primo posto rispetto al desiderio degli aspiranti genitori.
«I bisogni di un bambino senza famiglia esigono le migliori condizioni possibili. Alla società spetta di garantire queste condizioni e certamente la presenza stabile di un padre e di una madre è fattore fondamentale per il futuro benessere di quel bambino. In situazioni particolari – in quei casi speciali che già la nostra legislazione ammette – si può riconoscere l’adozione di single, ma queste situazioni sono e devono rimanere “speciali”. Il diritto generale» conclude Belletti «deve puntare a dare al minore un padre ed una madre che si curino di lui».
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