Cultura

Io prete padre sessantottino non pentito

di Angelo Maria Fanucci, edizioni Cittadella pag. 200, L. 16.000

di Redazione

Chissà quante volte abbiamo letto, sentito, visto celebrare il ?mitico? ?68 come se fosse stato un periodo caratterizzato solo da goliardica spensieratezza. Non dello stesso avviso è, invece, Angelo Maria Fanucci, prete sessantenne della diocesi di Gubbio e presidente della sezione umbra della Comunità di Capodarco, il quale racconta in ben altro modo l?anno della ?rivoluzione?: «Siamo nati in quel clima» scrive, «e siamo tuttora vivi e vegeti, perché la nostra contestazione da subito si saldò all?impegno radicale con i poveri più che per loro. Quando il tempo avrà cancellato del tutto i volti inutilmente pensosi dei capocomici del ?68, allora risplenderà il contributo forte che nell?associazionismo, nelle grandi battaglie civili, la militanza di milioni di persone serie ha dato alla storia di questo Paese». Sessantotto senza retorica e senza reduci


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