Welfare

Ca’Granda partner di una ricerca internazionale

L’ospedale italiano è stato chiamato a fare parte dell’International Genomics of Alzheimer's Project

di Lorenzo Alvaro

La Fondazione Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico è stata chiamata a far parte del Progetto internazionale sulla genomica della malattia di Alzheimer (International Genomics of Alzheimer’s Project, Igap) che vede coinvolti università e centri ricerche europei ed americani per la raccolta di oltre 40 mila soggetti affetti da questa malattia neurodegenerativa.

L’identificazione dei geni che concorrono a determinare il rischio di Alzheimer e che influenzano la progressione della malattia aiuterà a stabilire le cause della patologia, a identificare proteine e altri nuovi bersagli per lo sviluppo di farmaci e a fornire metodi genetici per riconoscere le persone a maggiore rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer, qualora si siano rese disponibili misure di prevenzione.

A questa iniziativa scientifica di grandissima importanza partecipano diversi gruppi di ricercatori italiani, che hanno contribuito a fornire i campioni biologici necessari per realizzare una banca comune di dati genetici. Tra questi, il Dipartimento di Scienze Neurologiche dell’Università di Milano e dell’IRCCS Fondazione Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico, con i suoi ricercatori Daniela Galimberti ed Elio Scarpini.

«Da anni», ricorda il Prof. Elio Scarpini, «siamo impegnati sul fronte di una corretta definizione diagnostica dei pazienti affetti da malattia di Alzheimer e demenze correlate e nella ricerca sia clinica, con farmaci innovativi  inclusa la vaccinazione, e di base per identificare marcatori biochimici e genetici precoci della malattia. Da diversi anni siamo impegnati sul fronte della ricerca genetica nel contesti dell’Iniziativa europea sulla malattia di Alzheimer (European Alzheimer’s Disease Initiative, Eadi), diretta dal prof. Philippe Amouyel (Lille, Francia), che ha portato a importanti risultati pubblicati sulla prestigiosa rivista Nature Genetics. Questo consorzio inizia ora un progetto ancora più ambizioso, che prevede la collaborazione con due consorzi americani ed uno inglese, e che darà vita a una banca dati comune che includerà dati genetici da più di 40 mila individui». 

Nel World Alzheimer Report del 2010, l’organizzazione internazionale sulla malattia di Alzheimer (Alzheimer’s Disease International) stima che nel mondo ci siano attualmente 35,6 milioni di persone affette da demenza, che diventeranno 65,7 milioni entro il 2030 e 115,4 milioni entro il 2050. In base al Report, nel mondo i costi totali della demenza ammontano per il 2010 a 604 miliardi di dollari americani. L’incidenza della malattia è simile in tutto il mondo ed è stimata in 3 nuovi casi su 100.000 nella popolazione con età inferiore a 60 anni, e 125/100.000 nella fascia d’età superiore ai 60 anni. La prevalenza è circa 300/100.000 tra 60 e 69 anni, 3.200/100.000 nella fascia 70 – 79 e 10.800/100.000 nei soggetti oltre gli 80 anni.

«La crescita delle malattie neurodegenerative», sostiene la Dott.ssa Daniela Galimberti, «che interessano soprattutto gli anziani,  comporterà sempre di più di doversi misurare con la crescita della loro non-autosufficienza, sollevando enormi problemi finanziari, organizzativi e sociali, difficilmente sopportabili dalla singola famiglia. Ad esempio, in Lombardia, che al 1° gennaio 2009 aveva una popolazione residente di circa 9.750.000 (7,34 milioni con meno di 60 anni e oltre 2,41 milioni con oltre 60 anni), ogni anno si stimano circa 3.300 nuovi casi di Alzheimer, mentre i soggetti colpiti dalla patologia con più di 60 anni risulterebbero circa 83.000, di cui i 2/3 con più di 80 anni. Nel Comune di Milano si stimano circa 500 nuovi casi all’anno e i malati di Alzheimer sarebbero più di 14.000».

 


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