Welfare

Tutte le bestie hanno una tana, tranne chi combatte per l’Italia

Brani tratti da Plutarco, Vita di Tiberio Gracco.

di Redazione

A favore della legge agraria (Plutarco, Vita di Tiberio Gracco, 9) “Anche le bestie selvatiche che vivono in Italia hanno ciascuna una tana, un covile, un rifugio, mentre coloro che combattono e muoiono per l’Italia non hanno che l’aria e la luce e nient’altro. Senza casa, senza dimora, vanno errando con le mogli e i figli. E i generali mentono ai loro soldati durante le battaglie, quando li incitano a combattere i nemici per difendere le tombe e i santuari; nessuno di questi cittadini romani, infatti, ha un altare familiare, un luogo di culto per i suoi antenati. Essi combattono in guerra e muoiono per il lusso e la ricchezza altrui. Questi padroni del mondo, come li chiamano, non hanno neppure un pezzo di terra che sia loro.” Per giustificare la deposizione del collega Ottavio (Plutarco, Vita di Tiberio Gracco, 15) “Il tribuno è sacro e inviolabile, perché egli è consacrato al popolo e lo difende. Se, dunque, cambiando il proprio comportamento, procura danni al popolo, diminuisce il suo potere e gli impedisce di votare, si priva da sé del suo incarico, non facendo ciò per cui l’ha ricevuto. Bisognerebbe ancora lasciarlo fare se, essendo tribuno, radesse al suolo il Campidoglio o incendiasse l’arsenale; se agisse così, sarebbe certo un cattivo tribuno, ma se distrugge l’autorità del popolo, non è più tribuno del tutto. Non sarebbe forse assurdo che un tribuno potesse arrestare un console e che il popolo non potesse togliere al tribuno il suo potere quando egli lo usa contro chi glielo ha affidato? Poiché è lo stesso popolo che sceglie sia il tribuno che il console. La monarchia concentrava in sé tutti i poteri ed essa era consacrata alla divinità attraverso le massime cerimonie del culto e, tuttavia, questa città cacciò Tarquinio a causa dei suoi crimini, e questo potere tradizionale, che pure aveva fondato Roma, fu abolito a causa dell’ingiustizia di un solo uomo. Chi c’è di altrettanto santo e venerabile nella Roma di oggi delle vergini che conservano e proteggono il fuoco sacro (le Vestali)? E tuttavia, se una di esse cade in errore, è sepolta viva, perché, offendendo gli dei, essa perde l’inviolabilità che esse possiedono solo a causa della divinità. Non è dunque giusto neppure che un tribuno che commette ingiustizia contro il popolo conservi l’inviolabilità che possiede grazie al popolo, perché in quel caso tenta di distruggere quel potere da cui trae il suo. E se giustamente detiene il suo titolo di tribuno grazie al voto della maggioranza delle tribù, non ne sarà ancor più giustamente spogliato dal voto unanime del popolo?”


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