Non profit

BBC, il crollo di un impero

Tagli senza precedenti al servizio internazionale dell'emittente britannica. Nel mirino le sedi all'estero

di Joshua Massarenti

Via 650 posti di lavoro, chiusura di cinque servizi radiofonici in lingua straniera e 30 milioni di radioascoltatori in meno. La BBC World Service, considerata l’emittente radiofonica tra le migliori al mondo perde i pezzi. I tagli annunciati ieri dalla direzione stanno provocando un vero e proprio terremoto all’interno del servizio internazionale della BBC che non sfugge al regime di vacche magre annunciato dal premier inglese David Cameron per ridurre la spesa pubblica in tempi di deficit.

I responsabili della BBC e del ministero degli Esteri, che finanzia l’emittente radiotelevisiva, hanno definito la loro scelta “dolorosa” ma “necessaria”. Dura la replica del segretario del sindacato dei giornalisti britannici, Jeremy Dear, che ha giudicato queste misure “un atto di vandalismo” che procurerà “danni irreparabili”.

Il piano prevede una riduzione del personale da 2400 a 1750 dipendenti e la chiusura di cinque servizi radiofonici in lingua straniera (albanese, macedone, portoghese per l’Africa e l’inglese per i Caraibi). Chiuderanno anche le trasmissioni radio in Russia e in Cina, in Ucraina, Turchia e Vietnam, in Burundi e in Rwanda. L’ecatombe colpirà 30 milioni di fedeli radioascoltatori che non avranno più accesso a questi servizi.

Con un budget di oltre 300 milioni di euro, il World Service emette in 32 lingue su cinque continenti per un audience di 240 milioni di persone (di cui 180 per la radio, il resto essendo suddiviso tra il canale televisivo BBC World News) e internet. con i tagli annunciati, l’emittente dovrebbe risparmiare 53 milioni di euro dal 2014, anno in cui il ministero degli Esteri chiuderà i robinetti dei finanziamenti. Da quella data il servizio internazionale dovrà suddividere assieme a tutti gli altri servizi della BBC i fondi che la radiotelevisione britannica riceverà dal canone.


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