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Mario Mauro: “Senza dialogo non c’è pace”
Così' il capogruppo degli eurodeputati Pdl a una conferenza sulla crisi in Medioriente
di Redazione
“Lo scopo di questo incontro non è certo quello di risolvere come d’incanto un conflitto che dura da 50 anni. Noi siamo convinti che il ruolo dell’Unione europea sia ancora fondamentale e vorremmo cogliere quest’opportunità per cercare di comprendere quale sia oggi lo stato degli ultimi negoziati di pace e quale sia la strada da intraprendere per una vera svolta nel processo di pace”.
Lo ha dichiarato Mario Mauro, Presidente dei Deputati PDL al Parlamento europeo, aprendo questo pomeriggio a Bruxelles la conferenza dal titolo “The need of Europe in the Middle East peace process”, organizzata da MESEURO – Centro delle Fondazioni per l’Europa del Mediterraneo, in collaborazione con la Konrad-Adenauer-Stiftung e a cui sono intervenuti Gianni Pittella, Vicepresidente Vicario del Parlamento europeo; Meir Sheetrit, Membro della Knesset ed ex Ministro della Giustizia, delle Finanze e degli interni di Israele; Massimo d’Alema, Ex Primo Ministro, ex Ministro degli Esteri, Presidente di Italianieuropei e di FEPS e Hans-Gert Pöttering, ex Presidente del Parlamento europeo e Presidente della Konrad-Adenauer-Stiftung.
“Jean Paul Sartre aveva ragione a dire che “quando si fanno la guerra i ricchi sono i poveri che muoiono”. Può essere retorica, se vogliamo. Ma i poveri che ora soffrono e muoiono a Gaza non sono il frutto solo di una dittatura spietata, bensì il risultato di un conflitto ingiusto e drammatico che non vede in campo il bene e il male, ma due popoli determinati e ognuno con delle ragioni, per quanto discutibili che siano. In uno scontro che ha provocato un’emergenza umanitaria terrificante”, ha spiegato Mario Mauro.
“Questo dialogo quindi deve fondarsi sulla tolleranza e la verità. Tolleranza non significa qualunquismo. Tolleranza significa rispettare le convinzioni degli altri, salvaguardando le proprie, e quindi convivere senza violenza. Dal punto di vista politico la situazione mediorientale va vissuta con le stesse convinzioni”.
“Quello che intendiamo instaurare è innanzitutto un dialogo sociale, culturale e umano, che abbia come presupposto la comprensione reciproca e la promozione di quei valori buoni che fondano le nostre civiltà. A questo fattore imprescindibile è legata la buona riuscita della cooperazione sul piano innanzitutto politico, attraverso la ricerca incessante di un dialogo riguardante la politica di sicurezza per sviluppare relazioni sempre più incisive tra i paesi interessati. Il secondo, ma non meno importante livello di cooperazione è quello economico. Il moltiplicarsi degli accordi e degli scambi ha favorito e continuerà a favorire l’estensione di relazioni economiche e sociali equilibrate tra le parti. Il raggiungimento di un accordo di pace sarebbe estremamente conveniente dal punto di vista economico sia per gli israeliani, sia per il palestinesi”.
“Numerosi studi effettuati da diverse organizzazioni internazionali sul campo, hanno infatti dimostrato come la nascita di uno stato palestinese contribuirebbe a ridurre la povertà e l’instabilità grazie soprattutto ai copiosi investimenti israeliani. Anche Israele quindi, troverebbe un importantissimo partner per la propria crescita. E’ vero, un aumento della cooperazione tra le parti non risolverebbe d’incanto il problema principale, quello dei territori occupati e dei confini. Crediamo però che attraverso l’aumento della fiducia reciproca si possano trovare soluzioni sostenibili per entrambe le parti in causa”.
“L’unica strada percorribile è quella del dialogo ed il sostegno dell’Unione europea agli Stati Uniti negli sforzi per la pace è un dovere ed una priorità assoluta”, ha sottolineato Mario Mauro.
“Davvero noi crediamo che il dialogo, che fino ad oggi è sembrato essere approssimativo e velleitario, possa diventare la carta vincente, anche per risolvere quei problemi che appaiono insormontabili: le colonie; lo status di Gerusalemme; i confini della futura Palestina; il diritto al ritorno dei profughi”.
“Ciò che ci unisce è più forte di ciò che ci divide”, questo è il motto che ha portato alla costituzione dell’Unione europea dopo decenni di guerre e milioni di morti. Ci sono enormi differenze tra quell’Europa e questo Medio Oriente, ma sono convinto che questo sia l’unico metodo utilizzabile oggi da chi desidera davvero la pace. L’Unica arma che i due leader, Netanyahu e Abbas, possono utilizzare per azzerare la posizione di debolezza politica in cui si trovano”, ha concluso Mario Mauro.
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