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Bagnasco, “sgomento” senza condanna
I vescovi scelgono l'equilibrio sul caso Berlusconi
La Cei registra il “disagio morale” in un Paese “sgomento”, anche se il cardinale Bagnasco bilancia queste espressioni forti con una critica rivolta all’”ingente mole di strumenti di inchiesta”. Un discorso atteso, che si inserisce in un clima politico a dir poco incerto. I giornali continuano a dedicare molte pagine al caso Berlusconi.
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- MOSCA
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“Le critiche dei vescovi «Il Paese è sgomento»” è il titolo di taglio centrale sulla prima del CORRIERE DELLA SERA, che preferisce aprire in chiave garantista con “Le carte difensive del premier”, e addirittura riprende il caso Tulliani (segno forse di qualche esigenza interna alla proprietà del quotidiano di via Solferino). Sulle parole della Chiesa ecco il commento di Massimo Franco: “Sanzione morale che non rompe l’alleanza politica”. Il CORRIERE sviluppa il pensiero di Bagnasco a pagina 9, con un pezzo di Gian Guido Vecchi: “Bagnasco chiede sobrietà: il disagio morale si respira. Basta logica conflittuale”. A parte il previsto sforzo di non creare rotture politiche con il Governo e con il premier, è di sicuro interesse l’analisi del momento: “Denuncia gli ideali bacati – scrive Vecchi – trasmessi ai giovani e il «disastro antropologico» che si compie a loro danno «con una rappresentazione fasulla dell’esistenza volta a perseguire un successo basato sull’artificiosità, la scalata furba, il guadagno facile, l’ostentazione e il mercimonio di sé»”. E questo il passaggio più forte del discorso presidente della Cei al consiglio dei vescovi: «La collettività guarda sgomenta agli attori della scena pubblica e respira un evidente disagio morale». La nota politica di Massimo Franco: “Da ieri, però, palazzo Chigi sa che la Cei continua a considerare il centrodestra come principale interlocutore istituzionale; ma anche che da quel fronte il premier non può aspettarsi comprensione o silenzi indulgenti quando si tratta di comportamenti ritenuti discutibili sul piano morale. Non più.”.
“I vescovi: l’Italia è sgomenta”: LA REPUBBLICA apre con il monito del cardinal Bagnasco che dalla Conferenza della Cei è intervenuto sul caso Ruby. Dopo aver affrontato molte tematiche (fra cui le persecuzioni dei cristiani), Bagnasco spiega che nel Paese c’è sgomento e disagio morale: «si moltiplicano notizie che riferiscono di comportamenti contrari al pubblico decoro e si esibiscono squarci – veri o presunti – di stili di vita non compatibili con la sobrietà e la correttezza, mentre qualcuno si chiede a cosa sia dovuta l’ingente mole di strumenti d’indagine». I dubbi – ha proseguito – «vanno chiariti nelle sedi opportune». Interessante la lettura che dell’intervento dà il ministro Sacconi: “Basta con i moralisti intermittenti dai vescovi nessun giudizio sommario” è il titolo della sua intervista. Nella quale Sacconi dice: «mi spiace per i tanti nemici della Chiesa che cercano di strattonarla iscrivendola ad uno schieramento politico e conducendola a un facile moralismo intermittente che non le appartiene. Bagnasco ha parlato di istituzioni, di responsabilità anche nella magistratura». «Un monito che vale per tutti». «Nella prolusione si fa riferimento a molti altri temi cari ai cattolici, quali ad esempio il testamento biologico. Avremo presto modo di tradurre i principi in atti legislativi». Al di là delle prese di posizione ufficiali, il cavaliere si sente «sotto assedio», ma «non farò la fine di Prodi» ripete ai suoi. Il rischio è che si stia consolidando l’asse Chiesa-Colle, isolando Palazzo Chigi. Le contro-mosse di Berlusconi? Lavorando personalmente sulle relazioni con le gerarchie e con una «stagione legislativa che da febbraio vivrà marcatamente sui temi etici» scrive Carmelo Lopapa nel suo retroscena. Nel frattempo spunta la proposta Vitali: una leggina depositata a fine ottobre (all’inizio dello scandalo Ruby) e che prevede la possibilità di punire i magistrati che ordinano ascolti ingiusti. E che li sanzionano pecuniariamente (e in modo retroattivo). Quanto ai commenti, si segnalano Vito Mancuso (“La difesa del bene comune”: capisco, scrive il teologo, che Bagnasco debba tener conto di tutti gli aspetti – dall’esenzione delle tasse per gli edifici ecclesiastici al biotestamento – ma «vi sono dei momenti in cui bisogna guardare unicamente al bene comune» senza essere troppo diplomatici) e l’anticipazione di un intervento di monsignor Raffaele Nogaro, “L’etica del vero cristiano”: «rimaniamo nello sgomento più doloroso vedendo i gesti farisaici delle autorità civili e religiose, che riescono ad approdare a tutti i giochi del male, dichiarando di usare una pratica delle virtù più moderna e liberatoria. È del tutto sconveniente, poi, che per comperare i favori di un gruppo politico, di professione pagano, si dica che esso è portatore genuino di valori cristiani, come è avvenuto per la Lega».
Il titolo di apertura della prima pagina de IL GIORNALE è «Giustizia sommaria», dedicato agli «abusi nei tribunali». Nel catenaccio si sintetizzano i diversi aspetti della vicenda: «mentre Milano si conferma la città più spiata d’Italia, un pm vuole arrestare perfino il federalismo. I vescovi parlano di mezzi spropositati per l’inchiesta ruby. E la superteste Macrì si rivela una bugiarda». Delle dichiarazioni del presidente della Cei si parla in maniera più approfondita a pagina 4: « I dubbi della Cei sul caso Ruby: “Un’inchiesta sproporzionata”» è il titolo. «Il cardinale Bagnasco “sottolinea l’ingente mole di strumenti d’indagine” usati dalla Procura contro il premier. Chi si aspettava una “scomunica” resta delusi», scrive Andrea Tornielli. Bagnasco, secondo il quotidiano, ha aperto «il Consiglio permanente senza farsi trascinare dalla polemica», con un intervento contraddistinto dall’«equilibrio». L’intera pagina è dedicata alle diverse reazioni del mondo cattolico, con un corsivo che punzecchia l’Azione cattolica, che «fa festa e finisce a parlare di escort». Per i quarant’anni dell’azione cattolica ragazzi «anziché abbandonarsi ai brindisi i vertici dell’Istituzione colgono l’occasione per l’ennesimo sermone sulla vicenda Ruby». Ma c’è anche una lettera di don Luigi Verzè indirizzata direttamente al premier. Il presidente del San Raffaele scrive: «Caro Silvio non ti fermeranno certo i giudici guardoni». La conclusione del messaggio è questa: «Quanto a te, Silvio, da tempo ti vedo scorticato come le sculture di Ercole Lelli ordinategli da papa Benedetto XIV. Eppure sei personaggio più grande delle tue ricchezze. Perciò la gente ti preferisce perché ami la gente battendoti per gli interessi di tutti. Peccato che ti facciano perdere così tanto tempo!»
Lancio in prima e apertura della rubrica “Contropiano” all’interno. E’ questo lo spazio che il MANIFESTO dedica alla prolusione di monsignor Angelo Bagnasco, presidente Cei. Titolo: “I vescovi al potere”. A fianco una breve analisi di Ida Dominijanni per cui l’intervento dei vescovi non è nemmeno tanto velato e punta diritto alla dimissioni di Silvio Berlusconi, avvertendo però altri poteri quali la magistratura e il parlamento che nessuna forza morale nel paese potrà risollevare la situazione senza un ruolo attivo della Chiesa. Ancora più esplicita se possibile l’apertura a firma Micaela Bongi: «A differenza che in occasioni recenti , il Vaticano e la Cei dimostrano di muoversi compatti. E di coltivare un comune obiettivo, prefigurando uno scenario politico che vede l’attuale premier uscire di scena».
Strillo in alto in prima de IL SOLE 24 ORE per il richiamo dei vescovi “Disagio morale nel paese. La politica richiede sobrietà”. Il servizio di Carlo Marroni è a pagina 17, “I vescovi: c’è disagio, ora più sobrietà”. « La linea della Cei – approvata sabato dal Papa – è quindi di fermezza ma senza esasperare i toni. Parla del dovere della sobrietà. (…) Abbastanza chiara una critica anche ai pm, verso i quali si era indirettamente rivolto anche il segretario di Stato, Tarcisio Bertone, quando aveva parlato di legalità. (…) Un messaggio chiaro nei contenuti e pacato nei toni, che conferma la linea “pastorale” di Bagnasco, che conferma al mondo politico che la Chiesa non vuole essere usata a fini politici, né tantomeno per dare spallate».
ITALIA OGGI dedica un articolo alle reazioni della Chiesa. È a firma di Franco Adriano a pagina 3 e titola “Se il Cav barcolla sia più sobrio”. «Con tutta l’opposizione schierata contro. Con il Quirinale in pieno turbamento e Confindustria in sofferenza bastava un soffio del cardinale Angelo Bagnasco per farlo cadere. Ma l’auspicata (da alcuni) spallata della Cei (Conferenza episcopale italiana) non è giunta. Non perché i vescovi abbiano voluto risparmiare qualcosa al presidente del consiglio, Silvio Berlusconi: i toni della prolusione di ieri sono stati durissimi. Ma perché accanto ad un invito alla «sobrietà» per il Cavaliere barcollante è giunto anche un richiamo neppure troppo velato ai magistrati milanesi: «Qualcuno si chiede a che cosa sia dovuta l’ingente mole di strumenti di indagine», ha detto il presidente della Cei, Bagnasco, «in tale modo passando da una situazione abnorme all’altra, è l’equilibrio generale che ne risente in maniera progressiva, nonché l’immagine generale del Paese». Insomma, la mancanza di sobrietà di Berlusconi e i magistrati schierati politicamente contro lo stesso premier non stanno facendo fare una bella figura all’Italia secondo i vescovi. Uno pari, palla al centro. Su Berlusconi, Bagnasco non ha esitato a riprendere il richiamo già fatto dal segretario del Pd, Pierluigi Bersani, sull’articolo 54 della Costituzione: «Come ho già avuto modo di dire, chiunque accetta di assumere un mandato politico deve essere consapevole della misura e della sobrietà, della disciplina e dell’onore che esso comporta, come anche la nostra Costituzione ricorda», ha detto al Consiglio episcopale permanente». Ma non è tutto, infatti il giornalista sottolinea che «in generale, dunque, Bagnasco ha parlato di una “collettività che guarda sgomenta gli attori della scena pubblica, e respira un evidente disagio morale. La vita di una democrazia”, ha aggiunto, “si compone di delicati e necessari equilibri, poggia sulla capacità da parte di ciascuno di auto-limitarsi, di mantenersi cioè con sapienza entro confini invalicabili delle proprie prerogative”. E, fatto curioso, per il cardinale titolare della diocesi di Genova “occorre fare chiarezza in modo sollecito e pacato, e nelle sedi appropriate”. Un passaggio che non si capisce se si tratti di un assist alla strategia difensiva dei legali dei premier, che vogliono dichiarata l’incompetenza dei tribunale di Milano, o un invito a Berlusconi affinché si presenti in tribunale e non tergiversi». Curioso il commento di Serena Gana Cavallo che titola “Il Cav si salverebbe se dice che a lui piacciono i trans”. «Berlusconi ha una ottima via d’uscita dallo scandalo Ruby, ed è in una delle tante intercettazioni. Ne uscirebbe accompagnato da un coro unanime e da alti proclami dell’inopportunità di sindacare i comportamenti sessuali, in specie se devianti, come già ad altri è capitato. C’è una conversazione registrata tra Emilio Fede e Lele Mora in cui i due si scambiano commenti sulle ospiti di una serata e su due ragazze(?) russe il commento concorde è che “quelle sono travestiti”. Basta riandare alle cronache ed ai commenti sul caso Marrazzo per capire che se Berlusconi avvalora l’ipotesi, il gioco è fatto. Naturalmente Marrazzo si dimise, ma solo perché era stato oggetto dichiarato di un tentativo di ricatto, fotografato oltre che col trans, con della cocaina, che lui disse essere stata messa a bella posta dai due carabinieri, ma di cui ammise il massiccio uso. Tutti, ma proprio tutti, i giornali dabbene, dissero che speculare e fare sordide illazioni e ancor più battute ironiche o pecorecce sulla vicenda era squallido e inappropriato ed inoltre feriva la famiglia dell’incauto governatore della regione Lazio, i cui gusti sessuali erano comunque affar suo». Al fianco di questo insolito commento c’è anche un box d’opinione che titola “Berlusconi causa del suo mal perché è stato incauto” che apre con una considerazione sacrosanta «Chi è causa del suo mal… Il proverbio si attaglia agli ultimi guai giudiziari di Silvio Berlusconi. Si possono prendere per vere le doglianze berlusconiane sull’offensiva che da anni e anni una parte della magistratura sta conducendogli contro, nel palese tentativo di affossarlo per via giudiziaria. Proprio, però, se si parte dall’assunto che vi siano pubblici ministeri (e, in seconda battuta, giudici) pronti a far fuori il Cav, perché l’interessato non ha conseguentemente assunto le necessarie precauzioni?» .
“L’ora della saggezza e della virtù” è il titolo a 5 colonne che AVVENIRE dedica al richiamo del cardinale Bagnasco. Nella prolusione al Consiglio permanente Cei il presidente dei vescovi ha parlato della necessità di appropriata chiarezza sul caso che coinvolge il premier e sgomenta il Paese ma anche dell’urgenza della questione giovanile e della giustizia fiscale. «Il Paese chiede di essere accompagnato con lungimiranza ed efficacia senza avventurismi, a cominciare dal fronte dell’etica, della vita, della famiglia, della solidarietà e del lavoro», ha detto Bagnasco. Nell’articolo dell’inviato Mimmo Muolo si legge: «Pur non facendo mai esplicita menzione del caso Ruby, il cardinale pronuncia parole che non possono essere equivocate: “Bisogna che il nostro Paese superi, in modo rapido e definitivo, la convulsa fase che vede miscelarsi in modo sempre più minaccioso la debolezza etica con la fibrillazione politica e istituzionale, per la quale i poteri non solo si guardano con diffidenza ma si tendono tranelli, in una logica conflittuale che perdura ormai da troppi anni”… “La confusione e la reciproca delegittimazione sono veleni che inquinano l’intero tessuto sociale”… Una parte rilevante della prolusione è dedicata alle responsabilità degli adulti verso le nuove generazioni. “Se si ingannano i giovani, se si trasmettono ideali bacati, se li si induce a rincorrere miraggi scintillanti quanto illusori, si finisce per trasmettere un senso distorcente della realtà, si manipolano le mentalità, si depotenziano le energie del rinnova generazionale”… Che fare allora? Sono i valori perenni quelli che il porporato invoca. Quei valori religiosi sui quali l’identità italiana è stata edificata e che devono tornare a rischiararne il panorama». A commento, le voci e le storie personali di un imprenditore, una madre, uno studente e un’insegnante riportate in quattro brevi interviste. Alle reazioni ufficiali è dedicata tutta la pagina 9, sotto il titolo “Deporre le armi: una breccia nel Palazzo”. Per una volta i politici (da Cicchitto a Casini, dalla Roccella alla Bindi) sono tutti d’accordo e per un giorno sembrano sospendere le polemiche più accese per interrogarsi senza troppe strumentalizzazioni attorno all’analisi del cardinale. Per Carlo Costalli, del Movimento cristiano Lavoratori si tratta di “Un appello a fermarsi prima dell’abisso”, mentre Franco Miano dell’Azione Cattolica si chiede “Quali modelli culturali sono offerti ai giovani?”. Il testo integrale del discorso di Bagnasco è pubblicato alle pagine 6, 7 e 8. Anche il direttore di AVVENIRE Marco Tarquinio nell’editoriale “Al cuore del problema” torna sulle riflessioni di Bagnasco sottolineando: «Molti si aspettavano un giudizio sulle questioni sollevate dall’ultima indagine della Procura di Milano e il giudizio è arrivato. Non nella impossibile forma di una sentenza sommaria e indebita sul premier o sui suoi accusatori, ma in quella della lucida individuazione dei pesanti nodi che anche questa nuova vicenda mette in evidenza… C’è da dimostrare che in politica si sale e non si scende, e che un uomo pubblico deve essere rispettato nella sua sfera privata, ma deve anche poter vivere in una casa di cristallo. Ed è un appello che richiama l’oggettività del bene e del male, “oltre ogni moralismo” di comodo… Per disincagliare il Paese c’è bisogno di ben altro. La classe dirigente italiana deve trovare la forza morale, le politiche e i percorsi di consenso e di scelta per ringiovanire se stessa. Per questo il presidente della Cei suggerisce un triplice capovolgimento. Capovolgere le attenzioni, portando in primo piano la questione giovanile… capovolgere le priorità di un fisco che non si è ancora posto al fianco della famiglia… capovolgere la logica autogiustificativa degli evasori fiscali… Non c’è dubbio che proprio questo la gente attende e pretende: qui, ora».
“Affondo della Cei : Il Paese prova disagio morale” titola LA STAMPA, che riserva le pagine 4 e 5 all’intervento del presidente della Cei, il quale, recita il titolo di apertura «bacchetta Berlusconi e i pm». «Il cardinale Bagnasco non ha fatto sconti a nessuno tra i protagonisti di quest’Italia litigiosa e sempre più sgangherata» scrive LA STAMPA, che sulle parole rivolte ai pm intervista Antonello Ardituro, appena eletto vicepresidente dell’Associazione nazionale magistrati. «A fronte di ipotesi di reato particolarmente gravi è del tutto normale che ci siano indagini particolarmente approfondite» afferma, anche se «capisco che un cittadino qualunque possa essere stupito». Nei confronti dei magistrati si utilizzano due pesi e due misure: «lodati» quando si occupano di criminalità organizzata «diventano poi improvvisamente pericoli politicizzati quando toccano certi ambienti.
E inoltre sui giornali di oggi:
MOSCA
LA REPUBBLICA – “Mosca, kamikaze fa strage all’aeroporto”. Tre pagine per raccontare l’orrore nel più grande aeroporto civile russo: 35 morti, decine e decine di feriti. Riferisce Nicola Lombardozzi: «un kamikaze, probabilmente caucasico, si è fatto esplodere tra la folla delle persone in attesa dei passeggeri in arrivo da 3o diverse parti del mondo». «Le indagini puntano all’eterna sfida della jihad del Caucaso, i racconti contraddittori dei testimoni, la puntuale notizia non confermata che i servizi segreti fossero al corrente da almeno una settimana di un attentato proprio a Domodedovo». Lo schema dell’attentato, annota il cronista, ricorda quello della strage del marzo scorso con le due bombe nella metropolitana di Mosca. “Contro il terrore del Caucaso percorse strade sbagliate”: è l’analisi di Viktor Erofeev. «La paura durerà ancora per molto. La Russia e il terrorismo sono come fratelli gemelli… da sempre il terrorismo non è mai stato valutato secondo criteri cristiani ma quasi un metodo, solo più violento di fare politica».
ISTAT
AVVENIRE – “Meno nascite: l’Italia sempre più vecchia” è il richiamo in prima pagina sull’indagine demografica Istat. Gli italiani aumentano ancora, oltre quota 60 milioni, ma l’Italia fa meno figli e invecchia, tanto che i centenari sono passati dai 5mila del 2001 ai 16mila di oggi. Lo scorso anno sono nati 557mila bambini, 12.200 in meno rispetto al 2009. Il tasso di natalità delle italiane è crollato a 1,29, mentre le straniere sono stabili a 2,3. In controtendenza il Trentino, dove il tasso di natalità è cresciuto, anche grazie a buone politiche familiari.
ENERGIA
IL MANIFESTO – “Sicilia nera” è questo il titolo con cui il quotidiano comunista punta il dito sulle trivellazioni per estrarre petrolio previste al largo delle isole Egadi. Un rischio ambientale ed economico per l’isola contro cui si schierano le associazioni ambientaliste. Tutto questo a pagina 16.
IMMIGRAZIONE
IL SOLE 24 ORE – “Il click day accetta il reddito familiare”. Domande e risposte sull’assunzione dei lavoratori stranieri, a pag.32.
Nessuno ti regala niente, noi sì
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