Famiglia

Sip: “Serve una riforma di tutta la rete pediatrica”

Dopo l'appello dei ginecologi della Sigo alla realizzazione dei Punti Nascita, anche i pediatri rilanciano la necessità di rendere più efficiente la rete

di Benedetta Verrini

Sì alla piena realizzazione del piano di riorganizzazione dei punti nascita voluto dal Ministero della Salute e approvato dalla Conferenza Stato Regioni, ma a condizione che questo sia il primo passo per una riorganizzazione globale della rete pediatrica. Dopo la SIGO, anche la Società Italiana di Pediatria scende in campo auspicando non solo che si superino le resistenze all’attuazione del Piano, ma che ad esso segua una vera riforma che metta i bambini al centro dell’azione politica, soprattutto quelli affetti da malattie croniche complesse ed acute gravi che rappresentano la vera emergenza.

La riorganizzazione dei punti nascita, lo ricordiamo, prevede la razionalizzazione/riduzione progressiva dei centri con un numero di parti inferiore a 1000 l’anno. Inoltre il piano, gia’ operativo, prevede 10 punti chiave per ridisegnare la mappa della nascita del nostro Paese: riconvertire i centri in modo che siano attrezzati e sicuri, favorire il parto naturale, garantire a tutti l’accesso all’analgesia epidurale, migliorare la formazione degli operatori e monitorare e verificare costantemente le attivita’.

“Garantirà una maggiore sicurezza per i neonati oltre che per le donne”, commenta il presidente della Sip, Alberto Ugazio, “perché comporterà una riduzione delle micro unità di pediatria che oggi fungono solo da supporto ai punti nascita ed inoltre porterà ad una aggregazione e qualificazione delle terapie intensive neonatali. Si tratta di un messaggio fondamentale da comunicare al Paese per vincere le resistenze alla realizzazione del Piano”.

Tuttavia, prosegue Ugazio, la vera riforma si avrà quando a ciò seguirà anche la riqualificazione dei pediatri resi disponibili dalla chiusura dei punti nascita e il loro utilizzo nei settori in cui c’è maggior bisogno: da un lato nuove terapie intensive pediatriche attrezzate in grado di assistere i bambini con malattie acute gravi, come i politraumatizzati da incidenti stradali che sono oggi la principale causa di mortalità infantile, e dall’altro lato i grandi reparti pediatrici attrezzati in grado di far fronte alle malattie croniche complesse.


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