Famiglia

Arriva il rapporto di Unicef sui bambini

L'associazione mappa la situazione infantile ad un anno dal sisma

di Lorenzo Alvaro

«Ad un anno dal devastante terremoto del 12 gennaio, i 4 milioni di bambini di Haiti continuano a subire le conseguenze di una ineguale disponibilità di accesso all’acqua e alle latrine, ai servizi sanitari e scolatici, alla protezione dalle malattie, dallo sfruttamento e dalla scarsa igiene», ha dichiarato il Presidente dell’Unicef Italia Vincenzo Spadafora «Oggi, più di 1 milione di persone», di cui 380 mila bambini, «vivono ancora in campi affollati. Gli aiuti e gli sforzi di ricostruzione degli haitiani e della comunità internazionale sono stati straordinari. Tuttavia», come viene sottolineato nel nuovo rapporto “Bambini di Haiti. Un anno dopo – La lunga strada dall’emergenza alla ricostruzione” (lanciato oggi in occasione dell’anniversario), il processo di recupero è solo all’inizio».

«I bambini, in particolare, hanno sofferto e continuano a soffrire enormemente a causa delle ripetute emergenze verificatesi nel 2010 e devono ancora godere pienamente del loro diritto alla sopravvivenza, alla salute, all’istruzione e alla protezione», ha detto la signora Francoise Gruloos-Ackermans, Rappresentante Unicef ad Haiti.
Rispondere alle sfide di una serie di emergenze umanitarie richiede impegno e investimenti verso soluzioni sostenibili per la gente di Haiti. Già prima del 12 gennaio, solo il 19% delle persone (nel 2006) aveva accesso ai servizi sanitari di base, in calo rispetto al 29 % nel 1990. Come risposta, l’Unicef ha installato più di 11.300 latrine e ogni giorno ne realizza oltre 600.

Nel periodo immediatamente successivo al terremoto, l’Unicef, l’OMS e i partner hanno condotto campagne di vaccinazione di emergenza immunizzando 2 milioni di bambini contro malattie prevenibili come la poliomielite, la difterite e il morbillo. La distribuzione di 360.000 zanzariere trattate con insetticidi ha raggiunto più di 163.000 nuclei familiari nelle regioni costiere meridionali, dove la malaria è endemica.

All’apice dell’emergenza, l’Unicef e i suoi partner hanno distribuito, tramite autocisterne, una media giornaliera di 8,3 milioni di litri di acqua potabile a circa 680 mila persone. Con l’epidemia di colera in corso, l’Unicef sta fornendo più di 10,9 tonnellate di cloro e di oltre 45 milioni di compresse per la potabilizzazione dell’acqua per garantire acqua potabile a 3 milioni di persone nella capitale e nelle città vicine.
L’Unicef ha coordinato l’Interagency Child Protection Working Group, aiutando a registrare e riunire i bambini che erano stati separati dalle loro famiglie e ha lavorato con partner nazionali e internazionali per realizzare 369 “Spazi a misura di bambino” per quasi 95.000 bambini in zone colpite dal sisma. L’ Unicef ha inoltre avviato attività di prevenzione e di risposta alla violenza di genere, e, soprattutto, contro la tratta dei bambini. Inoltre, ad oggi, 4.948 bambini sono stati registrati e 1.265 sono stati riuniti alle loro famiglie.
L’Unicef e i suoi partner hanno contribuito a ricostruire le scuole, hanno procurato tende e materiali didattici in modo che 720.000 bambini potessero riprendere le loro lezioni, e in alcuni casi, iniziare la scuola per la prima volta; tuttavia, più della metà dei bambini di Haiti non frequenta la scuola.

Il terremoto ha evidenziato i problemi strutturali profondamente radicati che incontrano i bambini di Haiti, tra cui la malnutrizione cronica, che colpisce un bambino su tre sotto i cinque anni di età. L’Unicef ha lavorato con i partner per fornire alimenti integrativi per rispondere alle esigenze particolari dei bambini e delle loro madri. A metà anno, una rete di 107 “tende amiche dei bambini” era pienamente operativa e forniva consigli nutrizionali e consulenze per mamme e bambini, tra cui uno spazio sicuro per allattare. Ad oggi, oltre 102.000 bambini e 48.900 madri sono stati raggiunti da questi servizi di consulenza nutrizionali.
«Abbiamo ottenuto dei risultati nel corso dello scorso anno, ma permangono notevoli lacune e molto di più deve essere fatto in collaborazione con l’ONU, le ONG, il settore privato, la società civile e i partner del governo per garantire che si rispettino gliimpegni per i bambini e le donne, in particolare di coloro che sono ancora sfollati a causa del sisma e di quelli che vivono nelle aree rurali più remote e che lottano per soddisfare le loro necessità quotidiane», ha detto Gruloos-Ackermans. «I bambini di Haiti hanno il diritto di crescere con un’istruzione ed un’alimentazione adeguata, di accedere all’acqua potabile e a servizi igienico-sanitari sicuri; hanno il diritto di essere liberi dallo sfruttamento e dalle malattie – e crediamo che, con il sostegno e l’impegno – i semi della ricostruzione e dello sviluppo possano essere piantati e questi obiettivi possano essere raggiunti».

 


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