Non profit

Trasparenza, anche in Rete è di regola

Il fund-raising telematico impone il rispetto di alcune norme basilari

di Riccardo Bagnato

A volte compare in alto nel sito che state visitando, a volte è nascosto in basso nella pagina e bisogna scorrere fino a scoprire, in piccolo, il link che ci dovrebbe dire con chi abbiamo a che fare: il famoso «Chi siamo». Clic del mouse e si apre una finestra: «Chi siamo? Forse non c?è un reale bisogno di sapere chi c?è dietro a tutto questo. Diciamo che c?è un gruppo di anonimi ?Signori Rossi? che hanno deciso di realizzare questo sito», oppure, «l?associazione X è composta da un gruppo di persone provenienti da varie esperienze professionali e personali». Conclusione: ne sappiamo come prima, anzi, qualche dubbio in più sulla serietà del promotore si aggiunge alla consueta perplessità che abbiamo davanti a Internet. Se poi il sito in questione promuove solidarietà a 360 gradi e chiede finanziamenti o donazioni, alla perplessità è legittimo aggiungere sospetto: che in fondo basti prodigarsi in qualche maniera per gli altri per non doverne rendere conto, se non a se stessi. Ma l?individuo è ben poca cosa per potervi circoscrivere la reponsabilità di un gesto solidale. Meglio sarebbe affidarsi al giudizio degli altri , specialmente se a questi si chiedono dei soldi. Prima regola, quindi, per la raccolta fondi anche on line, è la trasparenza: chi sono, cosa ti chiedo e soprattutto perché, per cosa e per chi te lo chiedo. In questo senso si muove Telefono Azzurro (www.azzurro.it). «Il nostro sistema di donazioni», dice Marina Galvagna, «comprende sì, offerte in denaro, ma anche e-commerce, oggettistica, biglietti di Natale o libri e in prospettiva il mailing, cioè la comunicazione via posta elettronica di opportunità grazie alle quali è possibile donare». Ma se le perplessità sono ancora molte bisogna lavorare anzitutto sulla comunicazione. «Solo attraverso una comunicazione chiara e trasparente si può dare alla donazione on line il giusto peso. Spiegando il come si può donare e cosa sta dietro al clic del mouse, si può evitare ogni perplessità», aggiunge Rita Girotti della stessa organizzazione. Il messaggio è chiaro: il dono deve essere un atto semplice, al di là delle complessità che il promotore deve affrontare per renderlo tale. Così un consiglio: rendete chiaro e amichevole il sito, pretendete altrettanta chiarezza dagli istituti di credito che si occupano delle relative transazioni, ricordando, che il loro è un servizio ampiamente remunerato. Fondamentale è poi coordinare tutti gli attori coinvolti, ci conferma Lorenzetti di Anlaids (www.anlaids.it), che aggiunge «serve qualche strumento culturale in più per abbattere le barriere generazionali e tecnologiche che frammentano un mondo già di per sé ancora molto frammentato». Al riguardo è stato presentato a Civitas www.fundraisinglab.com, portale europeo per la raccolta fondi della Fund raising school. Donazioni ?trasparenti? grazie al sistema Fundtracking, che permette di seguire on line, il contributo dal versamento alla consegna del destinatario finale.


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