Non profit

Gasparri, incendio preventivo

Tensione dopo il suo appello per arresti in stile "7 aprile"

di Franco Bomprezzi

Si apre un’altra settimana di tensione politica e sociale, a pochi giorni dal Natale. Mentre sta per essere votata in modo definitivo la riforma Gelmini dell’università e si annuncia una nuova manifestazione studentesca di protesta, ci pensa il capogruppo Pdl alla Camera, Maurizio Gasparri, a scaldare l’atmosfera auspicando “arresti preventivi”e invitando i genitori a tenere i propri figli a casa. Tanto basta per provocare reazioni a catena, compresa l’irritazione del ministro dell’Interno Roberto Maroni. I giornali del lunedì aprono su questo tema.

“Gasparri vuole arresti preventivi. Il Viminale: così si agita la piazza”: sceglie la strada dei contrappesi all’interno della maggioranza il CORRIERE DELLA SERA nel lungo titolo di apertura. Le prime pagine del quotidiano sono dedicate all’argomento. Fabrizio Caccia riferisce a pagina 2 l’ardito paragone temporale con il 7 aprile del ’78 (in realtà si tratta del ’79), fatto da Gasparri: in quella circostanza vennero arrestati numerosi esponenti di Autonomia Operaia, in un blitz ordinato dal magistrato di Padova, Pietro Calogero, e che passò alla storia come il “7 aprile”. Bufera immediata sul capogruppo Pdl, con poche e circoscritte solidarietà all’interno del centro destra (spicca, come sempre, Fabrizio Cicchitto). Un primo appello a stare calmi viene da Enrico Decleva, presidente della conferenza dei rettori, intervistato da Annachiara Sacchi: “Riforma seria, non diventi un caso di ordine pubblico”. E la riforma, come si vede in un box a centro pagina, torna oggi al Senato, senza relatore, “perché la commissione, per giungere al sì entro il 22 dicembre, ha deciso di non esaminare tutti gli emendamenti”. Di spalla, a pagina 3, Fiorenza Sarzanini racconta: “Preoccupazione al Viminale: parole che aizzano la protesta”. “Una presa di posizione che rischia di far fallire definitivamente i già difficili tentativi di avviare un dialogocon l’ala più estrema degli studenti pronti alla protesta. Del resto si tratta di una misura inapplicabile nel nostro ordinamento e dunque si è consapevoli che la scelta di inserirla nel dibattito di questi giorni «ha come unico risultato quello di aizzare la piazza» – scriva la Sarzanini – Il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha convocato per oggi pomeriggio una riunione con il capo della polizia e con gli addetti ai servizi di ordine pubblico per mettere a punto un piano di prevenzione in vista delle manifestazioni che cominceranno domani in tutta Italia e confluiranno nel corteo previsto per mercoledì a Roma, quando nell’Aula di palazzo Madama è previsto il voto definitivo sul disegno di legge. Il questore Francesco Tagliente ha confermato la scelta di ripristinare la «zona rossa» per il controllo dei palazzi delle istituzioni, aggiungendo i «nuclei mobili» per monitorare le altre aree nel tentativo di bloccare eventuali assalti di gruppi sparsi per la città. Ma le strutture investigative e di prevenzione cercano anche una mediazione con chi scenderà in piazza, con un mandato specifico che lo stesso Tagliente ha affidato al dirigente della Digos. È il dialogo più volte invocato e adesso messo a rischio dal clima di contrapposizione forte causato dalla sortita di Gasparri”. Agli scontri di Roma il CORRIERE  dedica anche pagina 5 con un reportage: “Il liceo del ragazzo con la pala, luogo culto per i devastatori”, danni per 200 mila euro, nei giorni scorsi, nella sede del liceo Caetani. Ecco la scena che ha trovato il cronista, Fabrizio Peronaci: “Nel pomeriggio arrivano alcuni alunni, una mamma piange: ci sono aule con i vetri infranti, banchi e sedie distrutti, tende ignifughe strappate e usate per i dazebao, armadi sfondati, maniglioni antincendio rotti. Un’aula del primo piano è stata adibita a cesso: le feci sono davanti alla cattedra, in bella vista… Ma a pesare sulla conta dei danni sarà, soprattutto, ciò che manca: gli occupanti hanno portato via almeno 30 computer e una lavagna interattiva. Spariti anche i registri e i compiti in classe”.

LA REPUBBLICA titola con una citazione del capogruppo dei senatori Pdl: “Arresti preventivi per gli studenti” e riserva alla polemica del giorno le prime tre pagine. «Serve una vasta e decisa azione preventiva. Si sa chi c’è dietro la violenza scoppiata a Roma. Tutti i centri sociali i cui nomi sono ben noti città per città. Per non fa vivere all’Italia nuove stagioni di terrore occorre agire con immediatezza. Qui ci vuole un 7 aprile». Si riferisce l’autore della legge sulle tv al «1978» (era il 1979, ma il senatore non ha studiato bene), quando un blitz fece arrestare i capi di Autonomia operaia. L’opposizione accusa Gasparri di essere fascista, ma nemmeno il vicepresidente del Csm va leggero: “Una proposta senza senso il clima sociale è difficile non si può soffiare sul fuoco” è il titolo dell’intervista di Michele Vietti. «I magistrati sanno fare il proprio lavoro e sanno usare la discrezionalità che la legge offre loro, senza bisogno di lezioni da nessuno, tanto meno in nome di analogie storiche assai poco calzanti». E ancora: «il garantismo non va mai applicato a corrente alternata. I ragazzi vanno distinti tra chi manifesta pacificamene e chi invece ricorre alla violenza… Il nostro Paese è afflitto da una grave crisi di legalità che tocca tutti i settori». Infine: «le toghe non giudicano i fenomeni, ma le responsabilità individuali specifiche e le singole posizioni processuali», un principio costitutivo evidentemente non noto a Gasparri. Il ministro La Russa intervistato a pagina 4 prova a mediare, con quale successo giudicate voi: «il pensiero di Gasparri è stato frainteso: voleva dire che prevenire è meglio che curare… non avendo scrupoli nel mettere in condizioni di non nuocere chi nella fase preparatoria del corteo infrange le leggi in vigore». La pillola nell’amaro viene dopo: «non sarò mai io a dire che bisogna impedire i cortei. Guai a parlare di limitare il diritto alla protesta, sarei il primo a scendere in piazza». Prevedibile la polemica di Landini, della Fiom: «non affiderei il compito di decidere chi può manifestare a una manifestazione e chi no. Qui sono in gioco diritti costituzionali molto importanti». Di «follia autoritaria» parla anche Roberto Saviano. Il commento è di Giuseppe D’Avanzo: “Se il governo introduce il diritto di polizia”. Le parole di Gasparri confermano «che la rivoluzione liberale promessa da Berlusconi fallisce per l’incapacità politica di progettarla e per la cultura di una élite che non si è allontanata di molto dalle celebrazioni del fascismo».

“Arresti preventivi? Esagerati. Però c’è clima da Anni di Piombo” è il titolo che apre il fondo su IL GIORNALE di Salvatore Tramontano: «Il processo 7 aprile ci riporta agli anni di Piombo. In quegli anni la lotta armata era vissuta come una necessità storica e nelle assemblee parolaie dei movimenti rivoluzionari non era un tabù. La storia ci dice che il terrorismo  nasce da quelle parole, ma poi non tutti i destini personali seguono la stessa storia. Il sasso di Gasparri, forse eccessivo, si inserisce in questo gioco già parecchio ingarbugliato.  Lo spirito di Gasparri è fermare la deriva di un potenziale ritorno alla P38 prima che sia troppo tardi. Gasparri ha esagerato? Forse. Quegli anni erano un’altra storia. Non c’è una ideologia rivoluzionaria forte. Nessuno è convinto che la rivoluzione sia dietro l’angolo. C’è la paura  verso un futuro incerto, ma la benzina per ridare fuoco alla società è vecchia e annacquata. Le paure di Gasparri però non si basano sul nulla. La risposta che è arrivata è ancora più pericolosa.  La risposta non è il vaccino. È un frammento di un vecchio virus. Dalla sinistra illuminata è rimbalzata di nuovo la parola fascista. È una reazione da Anni di Piombo.  È la logica da guerra civile degli anni 70. È una non risposta. Gasparri mette le mani avanti. Ma chi lo critica sta camminando a marcia indietro».

IL SOLE 24 ORE mette la notizia della proposta Pdl sulle manifestazioni sul proprio sito. Celestina Dominelli firma “Gasparri: potenziali assassini nei cortei, arresti preventivi contro gli studenti. Il Pd: irresponsabile”. Il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, in una nota domenica «ha auspicato un’azione preventiva contro i possibili capi dei gruppi di violenti protagonisti degli scontri di martedì scorso nella capitale. ”Invece delle sciocchezze che vanno dicendo i vari Cascini e Palamara (rispettivamente segretario e presidente del sindacato delle toghe, ndr), qui ci vuole un sette aprile. Mi riferisco a quel giorno del 1978 in cui furono arrestati tanti capi dell’estrema sinistra collusi con il terrorismo”. L’esponente del Pdl rinvia al lontano 7 aprile 1979 (e non 1978 come lui ricorda) quando un blitz antiterrorismo portò all’arresto di 16 persone appartenenti ad Autonomia Operaia, segnando la fine dell’organizzazione. Tra gli altri finirono sotto processo Toni Negri, considerato il capo delle Br, Oreste Scalzone e Franco Piperno, i quali tuttavia, riusciranno a scappare in Francia». Non si sono fatte attendere le reazioni. «“Gasparri è un irresponsabile che gioca con il fuoco – ha replicato il responsabile Giustizia del Pd, Andrea Orlando. A fronte di un malessere sociale che necessiterebbe risposte politiche, la destra sa offrire assurde ricette poliziesche”. Mentre Nichi Vendola, intervenendo da Lucia Annunziata a In mezz’ora, ha attaccato senza fare complimenti. “Con la sua consueta finezza, Gasparri propone la riesumazione dell’arresto preventivo. È un annuncio di fascismo”. E anche il presidente nazionale dei verdi, Angelo Bonelli, bolla la soluzione. “Gasparri fascista era e fascista è rimasto”. 
 
 Apertura con il titolo “Scontro sull’arresto preventivo”, per LA STAMPA. Due primi piani nelle prime pagine dell’edizione di oggi, uno sullo scontro politico seguito alle dichiarazioni di Gasparri, e l’altro sulla protesta degli studenti per domani e mercoledì. LA STAMPA intervista il magistrato Pietro Calogero, che nel ’79 portò alla sbarra i capi di Autonomia, da Toni Negri a Oreste Scalzone, ritenuti «cervello organizzativo di un progetto di lotta armata contro i poteri dello Stato». Secondo Calogero «invocare oggi un nuovo “7 Aprile” è una sciocchezza», «riproporli oggi equivale a dare una risposta emotiva sbagliata», perché non è in corso un’insurrezione che mira a ribaltare il sistema, «semmai è un movimento di protesta, di insoddisfazione», «bisogna creare le condizioni perché le nuove generazioni trovino una loro collocazione». LA STAMPA intervista anche Virginio Rognoni, il ministro dell’interno nel ’79, che dice che gli arresti preventivi, non sono mai esistiti. A un certo punto per fermare il terrorismo era stato introdotto «il fermo preventivo», che però non servì. «Il 7 aprile la magistratura ordinò l’arresto di persone che si riteneva fossero responsabili di gravi reati. C’era di mezzo un omicidio». Gasparri, insomma sbaglia «nel non distinguere fra la punizione per reati già commessi e il processo alle intenzioni».

Inoltre sui giornali di oggi:

5 PER MILLE
ITALIA OGGI – “Platea ridotto per il 5 per 1000”. Un pezzo sui chiarimenti forniti dall’Agenzia delle entrate con la circolare 56/E sull’accesso all’agevolazione. Secondo i chiarimenti ripresi da ITALIA OGGI, sono esclusi gli enti con personalità giuridica di diritto pubblico. E’ anche necessario indicare in statuto o atto costitutivo l’attività  svolta che non può comunque avere carattere di occasionalità.  Oltre ai chiarimenti sui destinatari, il pezzo spiega anche i requisiti per l’iscrizione negli elenchi  e un box sulle ipotesi che comportano la perdita al diritto dell’erogazione delle somme. 

SENZA DIMORA
CORRIERE DELLA SERA – “Al Nord la strage dei clochard, sei vittime in una settimana”, titolo di apertura a pagina 17. E a piede un commento di Paolo Di Stefano: “Morire di freddo nelle città dei doppi vetri come ai tempi di Balzac”. Un passo: “Varese, Torino e Milano. Non poteva mancare Milano, dove le vittime del freddo pare che siano più numerose che altrove: un cingalese (ma gli chiederanno il passaporto anche lassù?) di 46 anni trovato senza vita, avvolto in una coperta nel parcheggio di un supermercato; un clochard settantenne, che chiamavano il Torinese, stroncato dal ghiaccio nella Stazione Centrale; un’ex badante ucraina morta nei giardini pubblici, evidentemente non avendo trovato nessuno che le badasse dopo aver badato clandestinamente (per settimane? Per mesi? Per anni?) a un anziano o a un malato meno povero di lei che almeno, in cambio di assistenza, le assicurava da mangiare e da dormire”.

MOBILITA’
LA REPUBBLICA – R2 si dedica alle metropoli senz’auto. Mentre nelle città europee si moltiplicano i quartieri in cui non si può andare a vivere con l’auto, in Italia le isole pedonali nate 30 anni fa non si sono ampliate, mentre la percentuale delle automobili per numero di abitanti continua a cresce. A Milano ci sono 72,9 per cento persone, a Roma 91,2. Secondo un dossier di Aci e Legambiente, nel Belpaese sono 93 i capoluoghi di provincia con zone senza traffico.

CONTO ENERGIA
IL SOLE 24 ORE – Il quotidiano economico propone come guida pratica “Incentivi al fotovoltaico. Dal 2011 via ai nuovi contributi”. Gli esperti cercano di chiarire l’argomento da pagina 29 a pagina 34. «Debuttano dal 1° gennaio 2011 i nuovi incentivi al fotovoltaico per la produzione di energia elettrica pulita. Chi sta ultimando l’impianto può rientrare nei contributi 2010 (più ricchi) ma per gli altri varranno le nuove regole. Nonostante la ridefinizione degli incentivi che scatterà dal nuovo anno, sarà comunque, possibile recuperare l’investimento iniziale prima della fine del periodo di erogazione dei bonus e chiudere l’operazione con un guadagno netto. Il costo dei componenti è in diminuzione e gli incentivi restano comunque più ricchi di quelli di altri paesi europei.

LAVORO
ITALIA OGGI – “Professioni da reinventare”. C’è qualcosa di positivo dietro la crisi economica. Secondo l’inchiesta che il quotidiano dei professionisti pubblica in prima e che approfondisce a pag 52 e 53,  la crisi ha infatti stimolato la fantasia dei professionisti. «Molti giovani hanno saputo reiventarsi una professione, adeguandosi alle esigenze di un mondo che cambia sempre più velocemente». E cosi sono nati geometri fiscalisti, periti  conciliatori, e psicologi low cost.

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