Welfare

Si muore per sovraffollamento

Lo rileva una ricerca dell’Osservatorio permanente sulle morti in negli istituti di pena

di Redazione

Esiste una relazione tra sovraffollamento delle carceri e frequenza dei suicidi? A quanto pare sì. Lo rileva l’Osservatorio permanente sulle morti in carcere con una ricerca avviata a seguito dell’ultimo caso della scorsa notte nel quartiere di Sollicciano a Firenze.

Sono stati presi in considerazione soltanto gli istituti di pena nei quali nel 2010 sono avvenuti almeno 2 suicidi, in quanto un singolo episodio può essere ricondotto a situazioni personalissime che poco hanno a che fare con le condizioni di vita di un determinato carcere. Se invece i suicidi si ripetono con una certa frequenza (fino al caso limite di Sulmona, con 11 suicidi in 5 anni), è difficilmente contestabile l’esistenza di un “fattore ambientale” nel verificarsi di queste tragedie.

Raggruppando le 9 carceri dove sono accaduto almeno 2 suicidi nel corso dell’anno si è visto che il tasso medio di sovraffollamento è del 176% (contro un dato nazionale del 154%) e la frequenza dei suicidi è di 1 caso ogni 415 detenuti, mentre la media nel sistema penitenziario italiano è di 1 su 1.090.

In sintesi estrema: in 9 carceri, dove l’affollamento medio è del 22% oltre la media nazionale, si è registrata una frequenza dei suicidi più che doppia rispetto al complesso della popolazione detenuta.

Nel 2010 il tasso suicidiario più elevato è quello del carcere di Catania Bicocca (1 suicidio ogni 117 detenuti), seguito da quelli di Siracusa e di Sulmona. Una conferma dell’esistenza di un “fattore ambientale” viene anche dall’analisi dei dati del quinquennio 2006-2010: la frequenza maggiore di suicidi si è registrata a Sulmona, al secondo posto Catania Bicocca, al terzo posto Lecce.

Inallegato il testo completo della ricerca

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