Non profit
Anche lo stand dell’Unicef vittima dei black block
Negli scontri di ieri a Roma sono state date alle fiamme 300 Pigotte, a ogni bambola di pezza corrisponde un kit salvavita per un bambino
di Redazione
«Abbiamo atteso un giorno e che gli animi si placassero prima di esprimere tutta la nostra disapprovazione per il grave fatto avvenuto ieri a piazza del Popolo dove la furia dei manifestanti si è abbattuta sullo stand delle pigotte dell’Unicef bruciandolo dichiara Claudio Urciuoli, presidente del Comitato Unicef Roma.
«Siamo sgomenti. Lo stand, un vero gioiello, è stato divelto e trascinato in via del Corso per essere dato alle fiamme, e le pigotte, circa 300, simbolo ormai globale di solidarietà, sono state utilizzate per alimentare il rogo, come si è potuto vedere dalle immagini di tutti i tg di ieri. Ogni Pigotta rappresenta un bambino in attesa di un aiuto perché ciascuna di esse equivale ad 1 Kit Salvavita per combattere la malnutrizione….ecco cosa hanno distrutto, oltre 300 speranze per una vita migliore», prosegue Urciuoli.
«Noi volontari del Comitato Romano abbiamo il dovere di ricominciare a lavorare da subito e non ci lasceremo intimorire da questo tipo di atti vandalici. Non vogliamo cedere di un passo davanti ad un gesto insano e scellerato. Chiediamo però alle istituzioni locali in particolar modo al Sindaco di Roma Gianni Alemanno di aiutarci a porre rimedio immediatamente a questo scempio morale e materiale, di dare un segnale forte alla città contro ogni forma di atto vandalico da qualunque parte esso arrivi ricostruendo prima di Natale lo stand. Solo così potremo dimostrare che la solidarietà non cede il passo e vince sempre davanti a qualsiasi tipo di violenza», conclude Claudio Urciuoli.
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