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Le strumentalizzazioni del regime

Secondo il Comitato internazionale contro la lapidazione, l'Iran sta giocando sulla pelle di Sakineh per ingraziarsi le potenze internazionali

di Redazione

“Sakineh era libera da tre gioni, questa vicenda è tutta un gioco sporco delle autorità iraniane”. Con queste parole il Comitato internazionale contro la lapidazione commenta la smentita arrivata questa mattina alla notizia della liberazione di Sakineh Mohammadi Ashtiani, di suo figlio Sajjad Qaderzadeh e dell’avvocato Javid Hutan Kian. “La Repubblica Islamica, con questi trucchi, ha cercato di ingraziarsi le potenze internazionali – ha detto Taher Djafarizad, attivista del Comitato – con cui propio in questi giorni era impegnata in colloqui sul programma nuclare”. A suo giudizio, quindi, Sakineh era stata condotta fuori dal carcere con l’intento dichiarato della liberazione e non di una semplice intervista “sul luogo del delitto”, come sostiene la tv di stato. “Anche alcuni quotidiani vicini al regime hanno dato notizia della liberazione – dice Djafarizad – e dall’Iran in tanti hanno chiamato il Comitato per esprimere la loro gioia”. “Invece l’unico scopo del regime era giocarsi la carta Sakineh con il gruppo 5+1 (i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza Onu più la Germania, con cui Teheran ha avuto un nuovo round di colloqui a Ginevra all’inizio della settimana, ndr). Sakineh, suo figlio e il suo avvocato erano liberi da tre giorni – ribadisce infine – Questa è la politica sporca di Teheran”. Già ieri era emerso che le foto che ritraggono Sakineh e suo figlio nella loro casa risalgono a un periodo compreso tra il 6 e l’8 dicembre.

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