Economia

Il Mezzogiorno è più verde

Legambiente premia l'innovazione 'amica dell'ambiente' delle aziende del Sud

di Redazione

Legambiente ha consegnato le ‘medaglie verdi’ alle imprese del sud più lungimiranti che si sono distinte nel rispetto dell’ambiente. Giunto alla decima edizione, il Premio all’Innovazione Amica dell’Ambiente 2010 è stato assegnato oggi a Napoli nel corso del convegno ‘Green economy a sud. Riflessioni e storie sul Meridione che ce l’ha fatta’. Sono stati ben 230 i progetti in tutta Italia che hanno partecipato quest’anno alla selezione. Ciò significa che, nonostante le difficoltà, il paese reale si muove. Le imprese più lungimiranti, utilizzando nuove tecnologie, sono riuscite a collocare beni in segmenti nuovi di mercato o a realizzare maggiore efficienza nell’uso e nel riutilizzo delle risorse.

Crmp, Centro riparazione materie plastiche di Totaro Onofrio, Costruzioni Solari Srl, Essedi, Gruppo Stolfa Edilizia, Industria Olearia Biagio Mataluni Srl, Lenviros Srl, Mit-Molise innovazioni Tecnologiche Srl e Rummo S.p.A. Queste le aziende premiate nel corso del convegno dove sono state anche menzionate le innovazioni di Altanus S.p.A. e di LaboReg-Dipartimento Pau, Università di Reggio Calabria.

I temi scelti per questa edizione del Premio all’Innovazione Amica dell’Ambiente sono quattro: ciclo chiuso delle risorse e nuovi materiali; la filiera delle energie rinnovabili; nutrire il pianeta, energia per la vita e abitare sostenibile. Per quest’ultima categoria la cerimonia di premiazione si terrà il 15 dicembre, a Milano.

“Il successo del nostro premio, anche al Sud – osserva Andrea Poggio, vicedirettore generale di Legambiente – è la prova che per la Green Economy la crisi ha rappresentato solo un rallentamento nella crescita. E’ dunque da qui che inizierà la ripresa. Ci domandiamo quanto tempo ci vorrà perché il governo se ne accorga e scommetta, come fa l’Europa, in una Italia sempre più verde”.

Le ‘ecoindustrie’ da sole fatturano in Europa 319 miliardi di euro (2,5% della produzione complessiva): un incremento annuo dell’8% che rende questo settore uno dei più dinamici del continente (fonte: Bilbao Declaration 2010). E’ anche sulla base di questi dati che la Commissione Europea, nell’ambito di ‘Europa 2020: una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva’ si è impegnata a pubblicare nei primi mesi del 2011 un Piano d’azione per l’eco-innovazione.

Inoltre, una ricerca, di cui si è tenuto conto nella Strategia europea, sostiene che se si dedicasse il 3% del Pil dell’Ue alla Ricerca & Sviluppo entro il 2020, si potrebbero creare 3,7 milioni di posti di lavoro e, nel 2025, un incremento annuo del Pil vicino agli 800 miliardi di euro (P. Zagamè 2010 – The Cost of a non-innovative Europe). In questo panorama sono comprese anche le aziende che fanno eco-innovazione in Italia. Come mostra l’Ige- Indice di green economy stilato da Fondazione Impresa, nella green economy non esiste divario tra Sud e Nord.


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