Non profit

2010: annus horribilis

Un bilancio in occasione della giornata mondiale: dalle tariffe postali al 5 per mille, ecco cosa è successo

di Riccardo Bagnato

Il 2010 verrà probabilmente ricordato come l’annus horribilis per il volontariato. Inizia male, e si conclude malissimo. A marzo giunge inaspettata l’abolizione delle agevolazioni alle tariffe postale per il non profit, mentre a dicembre si conclude con il taglio del 5 per mille pari al 75%. In mezzo: la drastica riduzione delle risorse per il Servizio civile, e i continui attacchi alla Legge 266/1991 sul Volontariato, di volta in volta modificata, aggiornata, stravolta. E se il 2010 non è andata bene, per il 2011 – malgrado l’Unione europea lo abbia proclamato anno europeo per il Volontariato – le cose non andranno meglio.

Tariffe postali, bye bye
L’anno in corso comincia male, anzi, malissimo: con un silenzioso “colpo di mano” il Governo vara e fa pubblicare in Gazzetta Ufficiale in meno di 48 ore un decreto ad effetto immediato che cancella le tariffe postali agevolate. E’ il 30 marzo. Scatta la protesta di oltre 30 grandi sigle del non profit: l’aumento sarà del 500% circa per ogni singola spedizione. Un disastro per le casse già in difficoltà dell’associazionismo. Per fine anno il non profit riuscirà a limitare in parte i danni, “riducendo” l’aumento – per chi ha stipulato la convenzione con Poste Italiane – ad almeno il 300%, ma solo per il 2010, senza uno straccio di certezza per il 2011. Migliaia di house organ, giornali, newsletter bloccati, fermi, rodotti. Un colpo durissimo alla macchina di raccolta fondi per il non profit.

Volontariato, cosa?
Sotto attacco la Legge quadro sul Volontariato del 11 agosto 1991, n.266. Innumervoli i tentativi di snaturarla, spolparla, senza mai affrontare una modifica strutturale della Legge. Ultimo tentativo, ma solo in termini di tempo, quello che ne modificherebbe alcuni articoli: discutendo di un disegno di legge “Disposizioni in favore dei territori di montagna” (Pdl A.C. 41 e abbinate – Testo unificato del 14 luglio 2010), viene proposto di modificare l’articolo 12, relativo all’Osservatorio nazionale sul volontariato, ricomprendendo tra i compiti ad esso attribuiti, quello di approvare progetti sperimentali elaborati, anche in collaborazione con gli enti locali, da organizzazioni di volontariato per far fronte anche “ad interventi nei territori montani e nelle altre aree territorialmente marginali del Paese”. Ma non basta. Il comma 1 dell’articolo 15 dovrebbe cambiare – secondo il legislatore – la quota da destinare alla costituzione di appositi fondi speciali presso le regioni e le province autonome ed estendendo la platea dei soggetti gestori dei centri di servizio. In altre parole si prevede l’allargamento della platea di beneficiari e di gestori dei Centridi Servizio per il Volontariato. Si prevede, inoltre, che entrino a far parte e beneficino gratuitamente dei servizi una platea prossima all’infinito di soggetti non profit. Bisognerà aspettare il 24 novembre per vedere stralciato il progetto che tagliava le risorse ai Centri di servizio a vantaggio dei territori di montagna.

Servizio civile nazionale, indietro tutta
Martedì 19 ottobre 2010 il sito dell’Unsc, Ufficio nazionale servizio civile, riportava la cifra di 19.973 volontari impiegati in quel momento. Un numero molto basso, se paragonato ai 45.890 giovani avviati quattro anni fa, e inferiore anche ai 22.743 avvii del 2003, nel terzo anno di sperimentazione del servizio civile.
Saranno appena 113 milioni (112.995.000 per l’esattezza), quelli a disposizione per il Fondo nazionale del servizio civile nel 2011. Lo conferma l’allegato 1 a pagina pag. 12 del Disegno di legge: “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato – legge di stabilità 2011” (n. 3778), approvato dal Consiglio dei Ministri il 14 ottobre scorso ed ora alla discussione della Commissione V “Bilancio e Tesoro” della Camera dei Deputati.
Nel documento la stessa cifra, la più bassa di sempre, viene prevista anche per il 2012 e il 2013, e questo porterà a poter finanziare nei prossimi anni molti meno dei 18.459 volontari dell’ultimo bando, quando lo stanziamento era stato di 170milioni.Ma quel che è peggio è la totale assenza di programmi riguardo al Servizio civile. Il governo taglia i fondi. E tace. Mai così in basso.

Dal 5 all’1,25 per mille
Fiore all’occhiello di Mr. Sussidierietà-Tremonti, difeso (a parole) da illustri esponenti della maggioranza come Maurizio Lupi (vicepresidente della Camera) e Gabriele Toccafondi (membro Commissione Bilancio), il 5 per mille approda nel DDL Stabilità come previsto. Ma questa volta i fondi assegnati a questa norma sperimentale (dal 2005!), in cerca di una stabilizzazione dal 2007 sono ridotti da 400 a 100 milioni. L’ennesimo cataclisma che si abbatte sulle casse e sui progetti di migliaia di associazioni. La protesta si diffonde online e sui giornali. Vengono raccolte oltre 170mila firme per il ripristino immediato della copertura minima. Complice la crisi latente del governo il DDL Stabilità viene blindato. Sarà votato il 14 dicembre prossimo in un clima di “o la va o la spacca”. Senza possibilità di modifiche o ripensamenti.

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