Welfare

Nel welfare un’opportunit

Per Paolo Onofri il Terzo Settore troverà occasioni di siluppo nella riorma dell'assistenza e in quella degli enti locali.

di Redazione

Ordinario di programmazione economica all?Università di Bologna, presidente nel ?97 della Commissione sulla riforma dello Stato sociale voluta dall?allora presidente del Consiglio Romano Prodi, consulente economico dei ministri del Tesoro Ciampi e Amato e da pochi giorni, sempre di quest?ultimo, anche a Palazzo Chigi, Paolo Onofri è uno dei massimi esperti internazionali sui temi della riforma del welfare. Una riforma densa di implicazioni socio-economiche ed occupazionali nella quale il Terzo settore, come conferma a Vita, «potrà giocare un ruolo davvero di grande importanza». In quali ambiti, professore? Diversi. Penso, per esempio, al mercato del lavoro, visto il crescente bisogno di figure specializzate, tipicamente presenti nelle organizzazioni non lucrative, che sta emergendo in campo socio-assistenziale e sanitario e che l?approvazione della legge quadro di riforma dell?assistenza potrebbe notevolmente ampliare. Strettamente collegata poi alla riforma è il ruolo degli enti locali, i quali devono diventare sempre più capaci di rispondere in tempi rapidi e in modo efficace alla domanda di servizi di pubblica utilità alla persona dei cittadini. Ebbene, anche su questo terreno, il peso del Terzo settore è destinato a crescere significativamente, dato il progressivo invecchiamento della popolazione un po? in tutt?Europa. Già l?Europa. Crede che da Bruxelles possa venire un contributo utile alla crescita delle organizzazioni non profit nel nostro Paese? Certamente. Con le sue politiche sociali, le sue sollecitazioni, le linee di finanziamento, i fondi strutturali l?Europa può rivelarsi determinante nello sviluppo dei mercati di natura e qualità sociale che, seppur destinati inevitabilmente a crescere visto il progressivo invecchiamento demografico, non di rado vengono ancora percepiti dai singoli Stati nazionali come un settore ?produttivo? ancora marginale, come qualcosa di lontano. Percepito, invece, come molto più vicino è il problema della disoccupazione in vaste aree del Paese. Il Presidente del Consiglio Amato l?ha posto tra le priorità assolute della sua agenda di Governo. Pensa che le imprese sociali potranno dare un contributo positivo alla ?causa?? Non ho dubbi. Sono convinto che le imprese sociali oltre che a rivelarsi un prezioso stimolo all?imprenditorialità giovanile, siano tra le realtà più preparate ad intercettare e soddisfare la domanda di servizi alla persona cui facevo cenno e quindi a creare nuova occupazione.


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