Nel suo recentissimo e bel libro su ?L?era dell’accesso? Jeremy Rifkin ci dice, tra l’altro, che «gli americani spendono per i cosmetici (otto miliardi di dollari all’anno) e gli europei per i gelati (undici miliardi di dollari) più di quanto basterebbe per offrire un?istruzione elementare, acqua potabile e servizi igienici ai due miliardi di individui che, nel mondo, ancora oggi non possono permettersi un’istruzione e strutture sanitarie minime».
Quasi negli stessi giorni, commentando i risultati elettorali non entusiasmanti (anzi, diciamocelo pure, catastrofici) per la sinistra, uno dei suoi advisor più ascoltati, Eugenio Scalfari, tesseva l?elogio dell?antico motto che fu di Guizot, ?enrichissez vous!? Arricchitevi!, oggi ritornato in auge, lasciando intendere non solo che esso è pienamente legittimo, ma che la sinistra dovrebbe rompere ogni indugio nel farlo al più presto proprio.
A pensarci bene la crisi della sinistra italiana ed europea sta tutta qui. Nel fatto che mai come oggi, nello spazio unificato dalla globalizzazione, le distanze tra gli uomini – tra i primi e gli ultimi fra essi – sono state tanto evidenti, drammatiche, intollerabili e a lungo insostenibili. E mai come oggi esse sono lettera morta nelle strategie di chi delle istanze degli ultimi dovrebbe farsi rappresentante.
Che di fronte a un?umanità che per tre quarti affonda nel bisogno radicale e nella condanna alla miseria estrema, la sinistra occidentale – questa sinistra smunta, estenuata e cieca con le sue ricette per popoli grassi – continua a predicare e a tentar di governare accelerazioni, modernizzazioni, arricchimenti ulteriori per i già ricchi come se quelli che ci dividono come un muro di pietra dalla miseria degli altri non bastassero.
Non un dubbio. Non un ripensamento sulla praticabilità di un modello di vita non solo non universalizzabile, ma neppure estensibile oltre i confini del privilegio assoluto. Solo l’eterno grido un po? belluino: più soldi, più tecnologia, più consumi! E magari una guardia armata per ogni metro di frontiera, un centro di detenzione provvisoria in ogni città, un voto per ogni brandello di coscienza sacrificato.
Ma se è così, come davvero è, perché l?elettore dovrebbe preferire questa sinistra alla destra? Perché dovrebbe rinunciare all?originale per accontentarsi di un?imitazione? Un?imitazione per di più blanda, confusa, e infine peggiore?
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