Non profit

La via Crucis del 5 per mille

Solo 100 milioni quest’anno, e l’ennesimo provvedimento in extremis che penalizza le devoluzioni

di Maurizio Regosa

100 milioni per la «proroga della liquidazione del 5 per mille». Con queste parole la “legge Stabilità” azzoppa il meccanismo che in questi anni ha riscontrato grande successo per i  contribuenti e ha permesso al non profit di sviluppare attività a beneficio di tutti. La storia del 5 per mille è la storia di un interminabile stillicidio, che ogni anno si rinnova, aggiornando il copione.

Introdotta come misura sperimentale nella Finanziaria 2006 da Giulio Tremonti, sbancò immediatamente: 16 milioni di firme e 328 milioni destinati ai soggetti registrati negli elenchi. L’anno successivo, prima Finanziaria del governo Prodi e primo incidente di percorso: il 5 per mille viene introdotto in Finanziaria dopo che ne era stato escluso, ma con un tetto a 250 milioni. Sotto la pressione di tutto il non profit, il governo rimediò. L’anno dopo, altra sparizione dalla Finanziaria, con  reintegro e tetto (realistico) a 380 milioni. L’anno dopo con il ritorno del centrodestra al governo e di Tremonti all’Economia, le cose in teoria avrebbero dovuto correre lisce. Anche perché maggioranza e opposizione giurano di voler stabilizzare il dispositivo: un disegno di legge bipartisan viene depositato nel febbraio 2009 da senatori e deputati dell’Intergruppo per la sussidiarietà.

Invece il decreto legge 9 ottobre 2008 stabilisce che per recuperare risorse per la stabilizzazione del sistema creditizio si ricorra, tra gli altri, anche ai fondi del 5 per mille. Marcia indietro  precipitosa dell’allora sottosegretario alle Politiche sociali Eugenia Roccella per tranquillizzare associazioni e mondo della ricerca: il 5 per mille non verrà toccato. E così è. Nel 2009 altro strappo. Il ministro Tremonti lancia l’idea di indirizzare il meccanismo di sussidiarietà fiscale all’Abruzzo. Una petizione con oltre 2 mila firme organizzata da Vita convince il ministro a rimettere nel cassetto la proposta (che avrebbe snaturato la filosofia della misura). Lo scorso anno il 5 per mille se l’è cavata grazie allo scudo fiscale: è entrato infatti nel “mille proroghe” approvato a fine febbraio 2010.

E i pagamenti? Per ora sono stati fatti quelli relativi alla dichiarazione dei redditi 2008 (sui redditi 2007). Circa il 2009, ancora nulla: né numero delle firme né ripartizione delle somme.


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