Formazione

Onu: rischia di saltare conferenza sul razzismo

È il programma tra agosto e settembre a Durban. Ma ci sono contrasti su temi quali l'olocausto, la posizione di Israele sui palestinesi, e sul colonialismo

di Gabriella Meroni

La conferenza mondiale dell’Onu contro il razzismo, in programma in Sudafrica il mese prossimo, rischia di saltare per una serie di divergenze sul termine “olocausto”, sul sionismo e sulle riparazioni da parte dei paesi occidentali alle vittime di schiavitù e colonialismo.

I timori di un suo possibile insuccesso sono stati sollevati da Amnesty International, l’organizzazione per la difesa dei diritti umani nel mondo, durante la presentazione a Londra di un rapporto su “Razzismo e amministrazione della giustizia”. Amnesty ha riferito che negli incontri di preparazione alla conferenza, che si svolgerà a Durban dal 31 agosto al 7 settembre, vari stati si sono scontrati sul fatto – ad esempio – che il termine “olocausto” debba riferirsi soltanto alle atrocità compiute dal regime nazista contro gli ebrei, o piuttosto indicare ogni tipo di genocidio.

Nei colloqui preliminari ci sono stati litigi diplomatici anche su altri problemi scottanti: le eventuali riparazioni per il commercio di schiavi, per i guasti prodotti secondo gli ex stati coloniali dalla conquista occidentale, e soprattutto sul sionismo, sul fatto cioè che il movimento che sostiene il ritorno degli ebrei in Palestina – e che ha fornito la base ideologica della fondazione dello stato di Israele – possa essere o meno eguagliato al razzismo. “Per via di queste discussioni – ha detto Claudio Cordone, di Amnesty International – gli stati potrebbero decidere di ridurre il proprio livello di partecipazione alla conferenza o di non partecipare per niente. Il timore è inoltre che alla conferenza non si giunga a un accordo su una piattaforma comune”.

L’incontro di Durban si propone di “creare una nuova visione mondiale alla lotta contro il razzismo nel XXI secolo”, contrastandolo attraverso misure educative e di prevenzione. Ma nelle due conferenze di preparazione tenute a Ginevra, secondo Amnesty si è perso molto tempo a discutere se il termine “Olocausto” debba essere scritto con la lettera maiuscola, un’idea avversata da diversi paesi arabi. I maggiori contrasti sembrano centrati su una bozza di dichiarazione finale della conferenza preparata da vari stati arabi e asiatici contiene una condanna di Israele per il trattamento riservato ai palestinesi, paragonato a quello della Germania nazista nei confronti degli ebrei. Gli Stati Uniti, stando a fonti Onu, si oppongono e sono pronti a boicottare la conferenza se non sarà abbandonata la bozza. Washington sta quindi negoziando per depennare dal documento finale queste espressioni di condanna di Israele.

L’incontro preparatorio del mese scorso si è chiuso dopo essere giunto a un punto morto sulla questione del colonialismo. Alcuni paesi, tra cui quelli africani, chiedono alle nazioni che hanno prosperato grazie alla schiavitù e al colonialismo di scusarsi formalmente per le sofferenze provocate e di pagare inoltre delle compensazioni. Le nazioni occidentali, invece, capeggiate da Stati Uniti, Gran Bretagna e Canada, si oppongono all’idea. (dalla Cnn)

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