Non profit

Stabilità, finanziaria “dimagrita”

Calano gli stanziamenti per lo sviluppo, più fondi ai Comuni

di Franco Bomprezzi

In attesa di conoscere le sorti di un governo “dalle prospettive brevi” secondo una persona bene informata come Gianni Letta, i giornali riescono comunque a dare abbastanza spazio anche alle notizie di interesse generale, come le decisioni sulla legge di stabilità, ossia la vecchia finanziaria rimodernata. La manovra prevede interventi ridotti a favore dell’economia (5,2 miliardi di euro) rispetto alle esigenze manifestate (7 miliardi). Ecco che cosa ci aspetta al momento.

“Manovra ridotta: salta il bonus energetico” è il titolo a una colonna di spalla in prima del CORRIERE DELLA SERA. Mario Sensini: “Governo e maggioranza hanno trovato l’intesa con Futuro e Libertà e Movimento per le Autonomie sulla modifica della legge di Stabilità. I nuovi interventi a favore dell’economia saranno di dimensioni più modeste (5,2 miliardi di euro) rispetto alle esigenze manifestate (7 miliardi) e non comprenderanno, ad esempio, la proroga delle detrazioni Irpef del 55% sulle ristrutturazione per la riqualificazione energetica degli immobili”. Il seguito a pagina 9. Un pezzo per riassumere i commenti a caldo su questo annuncio non entusiasmante: “L’intesa di ieri non mette comunque al riparo dai rischi il cammino della legge di stabilità. – scrive Sensini – Il ministro dell’ambiente, Stefania Prestigiacomo, insiste nel chiedere un fondo speciale di 500 milioni di euro per far fronte al dissesto idrogeologico  e al finanziamento dei Parchi Nazionali che rischiano di chiudere, contando anche sull’appoggio dell’opposizione, pronta in ogni momento a sgambettare l’esecutivo”. Il voto della Commissione Bilancio è atteso venerdì prossimo, mentre la legge di Stabilità (senza fiducia solo se tenesse l’accordo politico) arriverà in aula all’inizio della prossima settimana. In un altro pezzo, di taglio centrale, le novità. “Comuni e Regioni, spuntano 1,2 miliardi per allentare il patto di stabilità”. “La stretta adottata a luglio con la manovra – spiega Sensini – viene allentata per 1,27 miliardi di euro: 670 milioni ai Comuni, il resto al trasporto pubblico locale gestito dalle Regioni. Importanti e attese le misure per il welfare. Vengono confermati lo stanziamento di 1.5 miliardi per la proroga degli ammortizzatori sociali in deroga per l’anno prossimo, la detassazione con l’aliquota secca del 10% degli straordinari fino a un tetto di reddito di 40 mila euro ed il miliardo di euro (in tre anni) promessi all’Università”. La copertura delle nuove spese arriverà in gran parte dall’asta per la vendita delle frequenze tv liberate dal digitale terrestre (2,4 miliardi). Il resto sarà recuperato dal fondo di Palazzo Chigi (1,7 miliardi di euro) e dalla stretta sui giochi illegali (1 miliardo).

LA REPUBBLICA apre con “Letta: il governo non durerà” e rimanda a pagina 12 il tema economico. “Sviluppo, ridotte le nuove spese maxiemendamento da 5 miliardi”. Riferisce Roberto Petrini: con un colpo di scena dell’ultima ora il ministro dell’economia Giulio Tremonti blocca a 5,1 miliardi le risorse da mettere in Finanziaria per lo sviluppo». L’annuncio in serata: si saldano i conti con le partite più urgenti; un miliardo all’università, 750 milioni alle missioni di pace, 1,4 miliardi a cassa integrazione, contratti di solidarietà e apprendistato. Infine 450 milioni al trasporto locale. All’esenzione del ticket ossigeno solo per i primi quattro mesi del 2011 (stanziati 400 milioni). Sono molte del resto le misure stanziate a termine: oltre ai ticket, le missioni, il 5 per mille e molti microincentivi. Quanto alle coperture, 2,4 miliardi verranno dalla vendita delle frequenze telefoniche abbandonate dalle tv locali che passeranno al digitale; spunta anche una imposta sostitutiva sul leasing: se le parti saranno d’accordo potranno anticipare il pagamento in cambio di uno sconto fiscale (500 milioni). Oggi riprendono i lavori in commissione Bilancio per votare domani. In un pezzo più analitico, Luisa Grion nota che “Salta il bonus sul risparmio energetico”. Le aziende perderanno il bonus fiscale sulle ristrutturazioni edilizie ecocompatibili ma in cambio potranno contare su un innovation voucher: un buono spesa messo a disposizione degli imprenditori che vorranno innovare investendo in ricerca e acquistando sapere da università e centri specializzati. Uno scambio che non piace: «mi sembra decisamente in perdita» dice Carlo Fumagalli segretario di Confartigianato, «sul risparmio energetico non possiamo scherzare… il governo dovrebbe incentivare le spese che permettono di ridurre questo impatto, non togliere le misure che già ci sono».

Niente finanziaria su IL GIORNALE.

Così invece IL MANIFESTO: «Non si chiama più Finanziaria, ora è legge di stabilità. Non è più dettata dal singolo stato ma dall’Ue che a sua volta risponde agli ordini dei paesi forti, quelli che dettano le regole, riorganizzano i poteri e impongono ai paesi di serie B una politica forcaiola di tagli: a cultura, ricerca, scuola, ai diritti del lavoro. Il 15 dicembre i governi dei poveracci andranno in processione a Bruxelles con il cappello in mano ad affrontare l’esame: i tagli sono sufficienti? Sarà meglio, sennò giù sanzioni. Non c’è destra e sinistra che tengano. Figuriamoci quanto contano le differenze tra le due destre italiane, divise su tutto e unite nel sostenere, in forme e con linguaggi diversi, il ddl assassino della Gelmini e l’altrettanto assassino Collegato lavoro. (…)» Questo l’inizio dell’articolo di Loris Campetti che inizia in prima pagina sotto il titolo «Il 16 ottobre diventa movimento» per proseguire a pagina 5 che con la 4 è dedicata alla crisi politica. «Se a Londra gli studenti danno il giro ai piani del governo mettendo da parte le buone maniere, a casa nostra si preparano tempi duri per la politica «classista» dei tagli e si appronta un’agenda che dovrebbe preoccupare le due destre e interrogare l’antiberlusconismo politico pronto a una “battaglia comune” con la Confindustria». A pagina 4, più che degli ultimi assestamenti alla finanziaria si parla di Letta che «spegne il cerino» come recita il titolo dell’articolo di apertura. «Silenzio, parla Letta. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio aspetta il decollo dell’aereo che porterà Silvio Berlusconi al G20 di Seul per certificare lo stato di crisi. Del governo, della maggioranza e soprattutto dell’uomo a cui dal 1994 dispensa – nell’ombra – consigli, cautela e crostate per dessert. Ma il dolce è finito e “il sarto” di Palazzo Chigi ha smesso di cucire (…) E non induca in confusione l’ambiguo periodare democristiano, perché quello che Letta ha intonato ieri è un vero e proprio de profundis. Del premier in primo luogo (…) ».

“In Finanziaria 5,5 miliardi per rilanciare lo sviluppo”, titola il SOLE 24 ORE in prima pagina, di taglio basso. Il servizio a pagina 6 entra nel dettaglio delle misure, con un cenno al 5 per mille: «Non sale sul treno della “stabilità” il bonus del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici, mentre per le altre somme il governo ha cercato di contenere la spesa lavorando sulla durata delle misure concesse magari per una sola parte del prossimo anno: come il 5 per mille o l’abolizione del ticket sanitario per le visite specialistiche e diagnostiche (347,5 milioni per i primi 5 mesi del 2011). (…) Confermato il miliardo da destinare agli atenei nel 2011, di cui 800 milioni per il finanziamento del fondo ordinario e la copertura del piano per i ricercatori e altri 100 per la concessione dei prestiti d’onore e l’erogazione di borse di studio. (…) Confermati anche 1,5 miliardi per gli ammortizzatori sociali di cui un miliardo da destinare alla concessione della cassa integrazione guadagni anche con riferimento a settori produttivi e ad aree regionali, così come alla cassa integrazione e alla mobilità in deroga. (…) Sul patto di stabilità interno si prevede un allentamento per i comuni di circa 400 milioni. Sarà un successivo Dpcm a fissare le modalità e i criteri che porteranno all’allentamento della stretta sugli enti locali».

«La manovra taglia il 55%» è il titolo di apertura della prima pagina di ITALIA OGGI. «La Finanziaria da 5,5 miliardi stoppa le detrazioni per il risparmio energetico. Ma ci sono i fondi per università e ammortizzatori sociali», continua il catenaccio. L’intera pagina 23 è dedicata all’argomento, con un articolo di Franco Adriano. «Effetto alluvione del Veneto (i 300 milioni di euro promessi da Silvio Berlusconi verranno stanziati con apposito provvedimento) sulle uscite della Finanziaria che passano da sette miliardi a cinque miliardi e rotti», scrive Adriano. Il metodo adottato per raggiungere l’accordo nella maggioranza è stato «quello di ridurre la valenza annuale per alcuni provvedimenti come il 5 per mille o le missioni all’estero (tra 750 e 800 milioni per sei mesi), le scuole paritarie (200 milioni per sei mesi), l’abolizione del ticket per le prestazioni specialistiche e la diagnostica (per quattro mesi) e di cancellare totalmente altri già previsti, come per esempio la proroga dell’esenzione Iva per gli immobili invenduti e la proroga dell’agevolazione del 55% sulle ristrutturazioni edilizie a risparmio energetico che il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, aveva confermato in Commissione a Montecitorio poche ore prima».

Taglio basso a pagina 11 di AVVENIRE sul ridimensionamento del “pacchetto sviluppo” inserito in Finanziaria: da 7 a 5,2 miliardi di euro. La maggioranza ha raggiunto l’accordo sul maxi-emendamento presentato ieri sera dal governo. Oggi alle 18 scade il termine per i sub-emendamenti. E intanto anche il presidente del Senato Renato Schifani, dopo Napolitano, sollecita l’approvazione della legge di stabilità dicendo che l’approvazione “è inderogabile” per il bene del Paese. Ieri è stato il viceministro dell’Economia, Giuseppe Vargas, a precisare che alcune misure verranno finanziate per minor tempo, altre invece salteranno, come il bonus per le ristrutturazioni edilizie eco-compatibili. Previsto il reintegro dei fondi per le scuole paritarie: 250 milioni.

LA STAMPA dedica una pagina di Primo Piano alla finanziaria. “Tremonti si ferma a 5,5 miliardi” è il titolo dell’articolo a cura di Alessandra Barbera «meno tagli a Regioni e Comuni, nuovi fondi per missioni all’estero e università, proroga della cassa integrazione, niente più bonus del 55% per le ristrutturazioni ecocompatibili degli appartamenti. E ancora: carcere per chi froda le assicurazioni, nuove semplificazioni in materia di appalti pubblici e edilizia. L’altro ieri Giulio Tremonti aveva detto alla sua maggioranza che per chiudere l’accordo sulla manovra c’erano cinque miliardi. Il saldo delle spese previste dal maxiemendamento alla legge di stabilità oscilla intorno ai 5,5 miliardi ma – come anticipato sabato scorso – resterà certamente sotto i sei». In particolare per quanto riguarda l’università «avrà 800 milioni nel 2011 e 500 nel 2012: resta da capire se i fondi, come promesso dalla Gelmini, saranno utilizzati a fini meritocratici o se invece passerà l’emendamento finiano che chiede la promozione ope legis di 1500 ricercatori l’anno. L’università avrà poi 100 milioni per i prestiti d’onore e cento per un credito d’imposta alle aziende che faranno ricerca tramite gli atenei».  Da sottolineare «il malumore del ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo per non aver ottenuto nuovi fondi per combattere il dissesto idro-geologico del Paese. Tremonti, nel frattempo volato in Corea per il vertice G20, incrocia le dita». Online il sito de La Stampa sottolinea che «rispetto alla bozza che era stata consegnata dal governo ai gruppi di maggioranza, è confermato l’allentamento dei tagli per Regioni e Comuni, nelle Regioni commissariate che hanno avviato i piani di rientro della sanità, c’è la possibilità di sbloccare il turn-over nel limite del 10%. Diventa triennale la base per il calcolo del Patto di stabilità interno che attualmente è su base annuale. A beneficiare dell’attenzione del governo anche il trasporto pubblico locale, l’editoria e le Tv locali. Qualcosa c’è poi su Roma capitale. Sul fronte delle entrate spiccano le aste per le frequenze di Tlc, l’inasprimento della lotta all’evasione nei giochi, parte delle risorse del fondo di Palazzo Chigi». 
 
E inoltre sui giornali di oggi:

POMPEI
ILGIORNALE – Dedica due pagine all’Italia delle bufale. Pompei e Padova.  A Pompei ci sono i “Crolli senza colpevoli se la sinistra è al potere” e Paolo Bracalini nota: «tiro al bersaglio su Bondi,  per l’opposizione è lui il responsabile dei danni. Solo un pretesto per colpire il Cav: quando a cedere a ripetizione furono le mura Aureliane nessuno chiese la testa di chi gestiva i Beni culturali, dalla Melandri al sindaco Veltroni». IL GIORNALE punta il riflettore sotto “gli scavi della vergogna ostaggio dei custodi”. Nino Materi scrive: «Correva l’anno 1993 è gia allora Il Guardian li descriveva come scavi della vergogna. Sono passati 17 anni e la vergogna del Parco archeologico di Pompei è addirittura aumentata. Nell’occhio del ciclone sempre loro: i custodi. O meglio la potentissima lobby  in grado di fare il bello e il cattivo tempo. Ogni volta che il sovraintendente ha cercato di potare l’albero dei privilegi ecco alzarsi il muro di gomma dei sindacati». L’altra bufala sono le “proteste anti premier fatte non da alluvionati ma i soliti centri sociali”. Stefano Filippi scrive: «Nel Veneto devastato dall’acqua hanno manifestato solo no global e studenti di sinistra. Eppure la stampa ha creduto alla sceneggiata. Mentre la gente comune a spalare fango».

FAMIGLIA
IL SOLE 24 ORE – “Fattore famiglia a misura di donna”. Nei commenti analisi sulla proposta uscita dalla Conferenza della famiglia a cura di Alessandra Casanova e Paola Profeta: «Il fattore-famiglia, al di là delle modalità specifiche d’implementazione, che ancora sono da precisare nei dettagli, diversamente dal quoziente famigliare non è una modalità di tassazione del reddito su base famigliare, in cui cioè l’unità impositiva è la famiglia nel suo complesso e la base imponibile è il reddito cumulato dei soggetti che la compongono, bensì su base individuale, come il sistema attualmente in vigore. Rimodulazioni della no tax area commisurate al numero di componenti fiscalmente a carico sono lo strumento individuato per ridisegnare un fisco più a misura di famiglie. A noi sembra un importante cambio di direzione. È importante finalmente riconoscere che la tassazione su base individuale non è in discussione e che uno strumento fiscale che aiuti le famiglie non può scoraggiare la partecipazione femminile al mercato del lavoro, come avrebbe fatto il quoziente famigliare».

AVVENIRE – Conclusa la Conferenza nazionale della famiglia, Giovanardi annuncia che è pronta la bozza del piano in 10 punti che rivoluzionerà le politiche familiari in Italia. I 14-15 miliardi di euro necessari per varare il “Fattore famiglia” non andranno ad aggiungersi alla spesa assistenziale ma saranno reperiti con interventi di equità sociale. I servizi alle pagine 6 e 7. 

FACEBOOK
CORRIERE DELLA SERA – Massimo Sideri a pag.29: “Fuga di cervelli verso Facdebook. Google alza gli stipendi del 10%”. Sono 254 gli ingegneri passati dal gruppo di Mountain View al social network. L’aumento di stipendio riguarda tutti i 23 mila dipendenti: “Devono sentirsi gratificati”. Da notare che Facebook, il social network, è diventata la prima società in assoluto nella raccolta di inserzioni pubblicitarie on line.

G20
IL MANIFESTO – «Un summit nato (quasi) morto» sentenzia il MANIFESTO nel richiamo in prima agli articoli delle pagine 2 e 3 sul vertice di Seul. In queste due pagine si parla delle mosse Usa in un corsivo di Riccardo Bellofiore e del vertice «nato morto» nell’articolo di apertura di Pio d’Emilia: «Ad accogliere Obama a Seoul, (…)  non ci sono leader ossequiosi e alleati fedeli, ma colleghi piuttosto incazzati. Come la Merkel, che di firmare accordi non ne vuole sapere, o Kramer, il premier canadese, che ieri sera, appena arrivato, ha sparato a zero contro la nuova “grande abbuffata” di titoli di stato annunciata dalla Federal Reserve: 600 miliardi di dollari buttati sul mercato, per rilanciare l’economia mondiale, spiega Obama in una lunga lettera ai colleghi del G20 distribuita alla stampa. E per favorire i prodotti made in Usa, denunciano (quasi) tutti gli altri. Dejà vu, dejà entendu (…). La storia è altrove (…) è fatta da un paese, la Cina, il cui leader, Hu Jintao, sempre impassibile e senza fronzoli, si presenta con una delegazione di 123 persone ed un press office che ti fa trovare, nella cartellina stampa (una delle più complete ed aggiornate) un documento nel quale l’istituto nazionale cinese di rating si permette di bacchettare gli Stati Uniti declassificandone l’affidabilità finanziaria (…)». Nelle due pagine c’è spazio anche per un microcolonnino sull’euro debole e l’Irlanda in cui cresce il rischio default. Originale l’analisi di Immanuel Wallerstein «Contro le guerre valutarie torniamo al baratto». Che si chiude osservando che «Oggi non esiste altra valuta pronta a sostituire il dollaro come valuta di riserva. Per questo, se il dollaro cade, non ci sarà valuta di riserva: si passerà ad un mondo multipolare dal punto di vista valutario. Ma un mondo valutario multipolare è un mondo molto caotico in cui nessuno si sente tranquillo (…). Il direttore esecutivo del Fondo Monetario Internazionale, Dominique Strauss-Kahn, al momento ha denunciato pubblicamente il pericolo delle guerre valutarie in cui sta sprofondando il mondo, guerre il cui risultato sarebbe “negativo e produrrebbe danni profondi nel lungo periodo”. Una possibilità reale mi sembra sia quella di tornare, come in parte di fatto già sta succedendo, a forme di baratto – una situazione che non è però compatibile con il buon funzionamento di un’economia-mondo capitalista. Caveat emptor!».

GRAN BRETAGNA
LA REPUBBLICA – “Gli studenti infiammano Londra scontri in piazza, decine di arresti”. Autunno caldo in Inghilterra. La causa è l’enorme aumento delle tasse universitarie previsto dal governo (ora non possono superare le 3290 sterline d’anno; un domani potranno arrivare a 9mila sterline). È la manifestazione studentesca più imponente dell’ultimo decennio: particolarmente sotto accusa in particolare Nick Clegg, il vicepremier che in campagna elettorale aveva escluso aumenti.

IRAQ
AVVENIRE – Apre sulla nuova ondata di violenza a Bagdad e titola “È caccia al cristiano”. I terroristi hanno preso di mira le abitazioni, colpendo all’alba in diversi quartieri della città e causando 6 morti e almeno 30 i feriti. L’arcivescovo Matoka: «Vogliono cacciarci e ci stanno riuscendo». Monsignor Naim: «È il tentativo di trasformare lo scontro politico in scontro religioso». A pagina 5 l’intervista al vescovo dei caldei Isaac che chiede un’inchiesta internazionale per svelare i mandanti delle stragi. In prima Luigi Geninazzi firma l’editoriale “Perché non venga la notte senza nome” e chiede «che il mondo si svegli».


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