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Genitori adottivi non ci si inventa

Accogliere il figlio adottivo non significa solo dargli amore. Cifa segue i genitori adottivi con seminari di formazione.

di Laura Berra

Adottare un bambino straniero per molti sposi è l?unica via per avere un figlio, ma questa strada è irta di difficoltà sia legali sia, una volta ottenuto il bambino, di rapporti. Dare un aiuto a queste coppie è il compito che si è dato il Centro Italiano Famiglie pro Adozione (Cifa). L?impegno irrinunciabile dell?associazione è, infatti, quello di trasmettere agli associati l?esperienza acquisita con il perfezionamento delle adozioni portate a termine. E tutto questo promuovendo corsi di formazione e fornendo gli strumenti tecnici necessari per l?adozione di un bambino straniero.
Il Centro cerca insomma di offrire un quadro il più possibile preciso dell?adozione e la consapevolezza delle problematiche che comporta. Per conseguire questo scopo Cifa si serve di tecnici esterni, quali psicologi e pedagogisti, pediatri, avvocati e commercialisti. Decidere di mettere al mondo o di adottare un figlio, infatti, non significa diventare automaticamente buoni genitori: la buona volontà e l?autenticità dei propositi nell?affrontare il compito impegnativo del mestiere di genitore sono condizioni sicuramente necessarie, ma non sufficienti se mancano le conoscenze e le capacità richieste da tale compito. Per questa ragione l?associazione vuole offrire una visione più completa del problema affrontando in incontri di formazione i temi specifici di carattere psicologico-educativo e sanitario legati all?adozione di un minore straniero, attraverso confronti con coppie adottive volontarie, sia nella fase che precede l?adozione stessa, sia nella fase che la segue.
Per uno sviluppo ottimale fisico e psichico, infatti, sono necessari un ambiente favorevole e uno stato di buona salute, cose che possono mancare ai bambini adottati. Amare il figlio adottivo non significa solo offrirgli tutto il necessario per il buon inserimento in famiglia e nella società, ma vuol dire vedere chiaramente i bisogni reali di quel determinato bambino: Cifa aiuta a non farsi cogliere di sorpresa o impreparati nell?affrontare problemi imprevisti e neppure immaginati. Così prima dell?adozione è proposta una serie di incontri che sono organizzati per gruppi di coppie perché l?associazione ritiene più vantaggioso che la preparazione avvenga insieme ad altre persone che stanno vivendo la stessa esperienza.
Nella condivisione, infatti, si attenua lo stato d?ansia, ci si può scambiare sensazioni, pensieri e opinioni con un arricchimento reciproco; si diventa più aperti e flessibili e dunque più pronti a crescere un figlio con un bagaglio psico-biologico e culturale che non ci appartiene. Il messaggio educativo fondamentale che Cifa desidera trasmettere è che le coppie apprendano il modo per andare oltre, nell?impegno di una relazione da progettare e costruire all?insegna della disponibilità e del rispetto nei confronti di sé e dell?altro. Una volta pronti psicologicamente i genitori non sono abbandonati a loro stessi, ma l?associazione fornisce ancora aiuto e assistenza segnalando i minori in stato di adottabilità e dando una serie di supporti per mettere la coppia associata in condizione di portare a compimento l?adozione del minore assegnato dalle autorità dello Stato straniero.
Qui l?associazione fornisce assistenza per mezzo delle strutture dei propri corrispondenti per gli aspetti logistici (viaggi, permanenza ecc.) e per gli aspetti legali e sanitari. Una volta portato in Italia il bambino, durante l?anno di affido pre-adottivo, le coppie partecipano a incontri di gruppo il cui scopo è quello di costituire un accompagnamento guidato in un periodo così delicato.

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