Welfare

Partecipazione come chiave di sviluppo

La nuova economia sociale: Bonanni e Ornaghi al convegno di Mcl

di Martino Pillitteri

“L’associazionismo di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro, dovrà mettere in campo la sua capacità di essere realmente un ‘comunità educante’ e rappresentare così una proposta e un’occasione di crescita finalizzata a formare una classe dirigente in grado di affrontare le sfide complesse che il XXI° secolo impone, andando oltre il ruolo di supplenza che ha avuto in questi anni. Una supplenza che, comunque, ha evitato tensioni sociali e favorito il dialogo sociale”: è quanto ha affermato questa mattina Carlo Costalli, presidente del Movimento Cristiano Lavoratori, parlando a Milano alla due giorni di dibattito, organizzata presso l’Università Cattolica, dal MCL, Eza ed Efal (l’ente di formazione del MCL), e dedicata a Partecipazione dei Lavoratori e la nuova economia sociale di mercato in Europa.

“Negli ultimi anni la soggettività sociale ha spesso prodotto i veri cambiamenti: una soggettività sociale che incarna il vero sforzo riformista, che è in grado di valorizzare merito, talento e produttività e rifiuta la falsa alternativa tra conflittualismo e subalternità, e sottolineando il tema della partecipazione e rafforzando il proprio ruolo politico anche come capacità di legittimarsi come classe dirigente pronta ad assumersi dirette responsabilità”.

“L’attuale classe politica deve iniziare, senza più ulteriori indugi, a prendere coscienza del fatto che il Paese non può più permettersi di rimanere indietro rispetto al resto d’Europa, pena una perdita di credibilità senza precedenti” ha concluso Costalli.

Sulla stessa lunghezza d’onda il Rettore dell’Università Cattolica, Lorenzo Ornaghi, che ha sottolineato lo stretto “rapporto che esiste fra democrazia e sviluppo: se non c’è sviluppo la democrazia non cresce”. Ornaghi ha richiamato i dati Ocse che segnalano “un rallentamento della crescita dei Paesi dell’area, e correggono al ribasso le previsioni di crescita per il 2011. Secondo l’Ocse nel 2012 la disoccupazione sarà al 9%”. Queste fosche previsioni, ha detto il Rettore, dimostrano ancora una volta quanto sia necessario lavorare sulla via della “partecipazione, che è condivisione di responsabilità. La compartecipazione è inoltre probabilmente uno dei pochi antidoti che abbiamo a disposizione rispetto a una nuova possibile rischiosissima stagione di conflitti sociali”.

“Non vi è dubbio che il nostro sistema politico istituzionale sia in una fase di forte stagnazione per la difficoltà del ceto politico di svolgere la propria funzione in un quadro istituzionale che non riesce più a governare. Il nodo – ha concluso il Rettore – è la rappresentatività del ceto politico: non è vero che in Italia non c’è rappresentanza, ma è semplicemente spostata sul terreno delle associazioni e dei movimenti.

La rappresentanza politica, invece, diventa una realtà solo nel momento puntuale delle elezioni. Ma nessun sistema politico puo’ continuare a vivere se la sua rappresentatività continua a decrescere. Occorre allora trovare forme di ‘raccordo’ vero, autentico, stabile, fra rappresentanze politiche e rappresentanze sociali che si traducano in una reale compartecipazione ai processi di decisione delle politiche pubbliche”.

Il leader della Cisl Raffaele Bonanni, ricordando come per la Cisl la partecipazione sia da sempre un obiettivo primario, ha affermato che “attraverso la partecipazione, che è in questo momento catalizzatore di economia e di democrazia, è possibile realizzare il bene comune con il pieno utilizzo delle nostre capacità umane in condivisione con altri. Noi – ha continuato Bonanni – non abbiamo mai avuto una visione pessimistica della globalizzazione: ma crescere in campo economico implica saper allargare i confini. Diversamente rischiamo, in Europa e in Italia, di morire di asfissia dentro una gabbia che ci siamo costruiti in altre epoche”.

Per il Segretario della Cisl “una democrazia nuova non può esistere se ciascuno di noi non assume la sua parte di responsabilità e, quindi, di potere. Negli ultimi anni ha prevalso il modello di un’unica persona al potere cui delegare le responsabilità: invece tante persone, tutte le persone, devono partecipare”.

“Nell’ultimo ventennio – ha concluso Bonanni – la finanza ha mangiato non solo l’economia, ma anche la democrazia. Il disastro che abbiamo davanti agli occhi viene proprio da questo: dalla disabitudine alla responsabilità e dall’abitudine alla delega”.

L’assistente nazionale del MCL, Francesco Rosso ha richiamato i presenti a un modello di partecipazione che “deve essere unita alla solidarietà e alla sussidiarietà: è una trilogia di cui noi cristiani non possiamo fare a meno”.


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