Volontariato

Così facciamo argine contro la burocrazia

Intervista a Marco Granelli, presidente di CSVnet

di Riccardo Bagnato

«Il 50% delle nostre consulenze va in ambito giuridico
e fiscale. Segno che
le organizzazioni sono schiacciate dalle normative.
Che lasciano poi
poco spazio per la comunicazione»
La crisi c’è ancora. E si sente. Ne è convinto anche Marco Granelli, presidente CSVnet, che però insiste: «È necessario aumentare e non ridurre la forza del volontariato, per cui i Csv sono un importante luogo di incontro ed elaborazione territoriale».
Vita: Molti concepiscono, però, i Csv come macchine mangiasoldi…
Marco Granelli: Quest’anno siamo riusciti a fare la classificazione dei bilanci prendendo come modello quello offerto dall’Agenzia delle onlus. Da cui emerge che i costi di struttura e quelli del personale sono ampiamente contenuti. Quindi non è vero. È una percezione da combattare con i fatti.
Vita: Un contenimento che va di pari passo con l’accordo con l’Acri che per cinque anni garantirà fondi ai Csv per superare la crisi.
Granelli: Sì, va però detto che l’Acri coprirà 60 dei 90 milioni annuali di cui i Centri hanno bisogno.
Vita: Leggendo il rapporto cosa la preoccupa?
Granelli: Mi preoccupa quel 50% di consulenze offerto in ambito giuridico-fiscale. È un costo imposto dalla burocrazia che ogni anno aggiunge nuove regole e per cui le associazioni hanno bisogno di chiarimenti continui. Così come mi preoccupa la scarsa capacità dei Csv nell’ambito della comunicazione e della raccolta fondi. Su questo dovremmo fare di più. Molto di più.
Vita: E cosa l’ha sorpresa positivamente?
Granelli: L’aumento significativo della promozione al volontariato, soprattutto giovanile e soprattutto nelle scuole. Che permette ai giovani di crescere in socialità, cioè di diventare – per dirla con il presidente della Fondazione italiana per il volontariato, Luciano Tavazza, di cui ricorrono quest’anno i dieci anni dalla morte – bravi cittadini. Un’altro dato positivo, infine, è il permanere dell’offerta formativa. Temevo che con la crisi sarebbe diminuita e invece no.
Vita: Alla luce del rapporto, la domanda delle cento pistole: qual è il futuro del volontariato?
Granelli: Diciamo che vedo un rischio. Quello della frammentazione, di non saper fare sistema, che si trasforma di fatto in una delega al profit e alle istituzioni di decidere al nostro posto. Questo non deve succedere.


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