Famiglia

Avetrana, ci è mancata una voce…

di Redazione

Terzigno. Un paese di 18mila abitanti alle falde della “montagna”, circa 10 chilometri dal mare, altrettanti dal confine del Parco del Vesuvio. Da dieci giorni i mass media hanno puntato i riflettori su questa realtà epicentro di una sommossa popolare sempre legata allo smaltimento dei rifiuti. Scintilla della protesta la puzza nell’aria provocata dalle due discariche e dai camion di passaggio nella cittadina. Ma col susseguirsi dei giorni la rivolta è diventata qualcos’altro. Tanto che la Dda di Napoli ha deciso di aprire un’indagine sulle infiltrazioni camorristiche fra chi manifesta. Ci sono diverse questioni sociali che emergono: l’atteggiamento di chi dice «Not in my backyard», cioè ok alle discariche ma non vicine a me; una scarsa coscienza civica per cui subito una discarica organizzata si tramuta de facto in abusiva per via delle cose che vi vengono trasportate; una scarsa diffusione della raccolta differenziata che rende meno smaltibile l’enorme mole di spazzatura; le responsabilità di uno Stato in cui vige la burocrazia dello scaricabarile e un’efficienza da terzo mondo. Il problema dei rifiuti a Napoli e in Campania si trascina da tre governi, senza trovare un’adeguata e definitiva soluzione. E purtroppo non è neanche l’unico.
Avetrana. Stop al turismo dell’orrore. Il sindaco di Avetrana ha chiuso le strade dove abitano le famiglie Scazzi e Misseri, per bloccare il flusso turistico, soprattutto domenicale, dei curiosi. Anche i mass media si sentono in dovere di ridurre gli spazi e chiudere pagine e trasmissioni tivù all’orrore. Ma la richiesta degli utenti è sempre spaventosa: chiunque parli in tv di queste cose ottiene dati di ascolto ben sopra la media. La vera assenza di questi giorni, il vero vuoto, è costituito dalla mancanza di intellettuali in grado di riflettere in modo non banale su questa storia che ha catturato l’attenzione degli italiani. Mai come su Sarah ci manca un Testori, o un Pasolini. Che parlino di peccato dell’uomo, di forze del male nella società, di mancanza di educazione. Se si eccettua una sola intervista di Luca Doninelli su Avvenire, nessuno si è sentito investito da questo compito. E la constatazione suona malinconica.
Parma. Un agricoltore in pensione ha chiamato il suo medico a casa per una visita. Era depresso. Quando però il dottore si è presentato alla porta gli ha sparato con un fucile e lo ha ucciso. Claudio Carosino, questo il nome del medico, era noto in città anche per il suo impegno in favore dei bambini del terzo mondo. Lascia una moglie e due figli.


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