Trenta giorni o una sanzione dell’8%. È la soluzione proposta dal Parlamento europeo per i ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione. La direttiva stabilisce un termine massimo ragionevole (può arrivare a 60 giorni, per la sanità e le imprese controllate dal pubblico) che consentirà ai manager statali di effettuare le verifiche e ai loro colleghi che dirigono le imprese fornitrici di dormire sonni più tranquilli. Fin qui impediti dagli spaventosi ritardi con cui gli enti pubblici fanno fronte ai loro impegni di spesa (che hanno ormai raggiunto quota 60, 70 miliardi). Trascorso il termine, scatterà automatico l’obbligo di pagare interessi dell’8%. «Sarà più conveniente indebitarsi al 4% per pagare le imprese, piuttosto che pagare l’8% di interessi di mora», sottolinea con soddisfazione il Taiis, il Tavolo interassociativo cui siedono anche le centrali cooperative. «Un provvedimento di grande importanza», ribatte Paola Menetti, presidente di Legacoopsociali, «ora si tratta di recepirlo in tempi celeri. In alcuni casi, come a Sud, le cooperative aspettano da due anni i pagamenti per l’assistenza».
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