Non profit
Tolto il brevetto alla nutella anti-fame
La liberalizzazione di Nutriset però non basta a Msf
Da Bruxelles – Non si placano le polemiche attorno all’azienda francese Nutriset produttrice del Plumpy’Nut, un prodotto alimentare rivoluzionario a base di noccioline che sta salvando nei Paesi poveri decine di migliaia di bambini dalla malnutrizione acuta, una malattia che secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) rappresenta oltre il 50% delle cause di mortalità infantile nel mondo.
Grazie a questa “nutella dei poveri”, Nutriset è riuscita ad imporre il suo marchio al punto da coprire il 73% della produzione mondiale dei cosiddetti alimenti terapeutici pronti per l’uso (Rutf). Una situazione di monopolio che ha creato non solo imbarazzi tra i sostenitori dell’azienda (come Medici senza frontiere), ma anche l’ira di altre compagnie decise a buttarsi sul mercato dei Rutf.
Il 18 dicembre scorso la fondazione californiana Mama Cares e l’organizzazione caritativa texana Breedlove Foods avevano depositato una denuncia contro il brevetto che protegge Plumpy’nut negli Stati Uniti e che impedirebbe loro di penetrare il mercato dei Rutf con prodotti molto simili.
Per far fronte alle accuse, Nutriset ha deciso di togliere il suo brevetto nei 22 paesi del Sud del mondo in cui ha avviato partnership locali. In altre parole, l’azienda francese mette a disposizione il suo segreto di fabbricazione a qualsiasi ong, organizzazione o impresa la cui sede sociale si trova in uno dei 22 paesi selezionati. “Si tratta di un accordo molto facile da ottenere attraverso il nostro sito internet” ha dichiarato Isabelle Lescane, direttrice di Nutriset.
Un gesto salutato da molte organizzazioni, ma che non convince del tutto. Medici senza frontiere, a cui Nutriset deve molto per la sua conquista del mercato degli Rutf, giudica la svolta insufficiente. “Questo brevetto è gratuito soltanto per le strutture impiantate in uno dei 22 paesi listati da Nutriset” fa notare Marie-Pierre Allié, presidente di MSF. “Perché non generalizzare (il Plumpy’Nut, ndr) a tutti i paesi del Sud? Perché ignorare grandi produttori potenziali come l’India o la Nigeria?”
Con queste domande provocatorie Msf intende alzare il velo sulla portata reale dell’annuncio fatto da Nutriset, e cioè che nei paesi selezionati dall’azienda alimentare le capacità di produzione sono tali da non poter minacciare il suo monopolio.
Altro dubbio: il tempo scelto da Nutriset per far cadere il brevetto sotto dominio pubblico. “Invece di farlo quattro anni” assicura Allié, la compagnia “ha sviluppato una rete di distribuzione nei paesi del Sud con dei partner locali”, con l’obiettivo di ostacolare l’entrata di nuovi concorrenti sul mercato.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.