Non profit

Vita, quotazione con il botto

Debutto in Borsa: il titolo sospeso per eccesso di rialzo

di Franco Bomprezzi

Vita Spa è decollata in borsa. La prima giornata di contrattazioni è stata all’insegna del “toro”, con rialzi continui sino alla sospensione del titolo, a + 22%. Significative le reazioni dell’informazione finanziaria. «La Vita del futuro è quotata in Borsa. Il nuovo modo di finanziare il sociale», è il titolo di Affari Italiani.  «Non Profit, matricola Vita non darà dividendo ma va a ruba», è il titolo del lancio dell”agenzia Reuters.

(ANSA) – MILANO – Debutto a Piazza Affari decisamente positivo per Vita Societa’ Editoriale, con un rialzo del 6,38% a 1 euro per la matricola all’esordio oggi sul mercato Aim Italia. Il titolo della casa che pubblica il settimanale sul no profit Vita era stato collocato a 0,94 euro.

Qui due servizi tv di oggi (quello del TgR della RAi, dal minuto 9′, e quello di C6tv)

Il pezzo dell’economista Marco Vitale sul CORRIERE DELLA SERA riassume perfettamente il senso e la portata di questa operazione non solo editoriale. Per questo ne riportiamo un ampio stralcio. Scrive Marco Vitale: “Senza dubbio molto interessante è la prossima quotazione della Società Editoriale Vita, il gruppo del settimanale di riferimento del Terzo settore e del portale Vita.it. Vita è una storia editoriale, iniziata nel 1994, che nasce dai gruppi sociali intermedi e da libere aggregazioni di cittadini, ma anche da una idea e visione imprenditoriale corretta: dar voce a questo mondo. È una storia positiva che ha permesso a Vita di configurarsi come infrastruttura di innovazione multimediale e insieme come fattore di innovazione per la coscienza pubblica del Paese. Il suo capitale è molto distribuito tra fondazioni e associazioni del Terzo settore e alcune imprese e investitori personali. Il suo focus sul Terzo settore e sulla necessità di dar voce alle attività sociali di base, la sua riconosciuta indipendenza, le sue battaglie condotte sempre in chiave di liberazione di energie dal basso, che sono state determinanti per alcune buone leggi (come la legge +Dai -Versi del 2005), coniugate con una seria e rigorosa gestione aziendale, ne fanno un soggetto significativo, «un settimanale unico al mondo», come ha scritto Le Monde. Sul piano finanziario l’ aspetto nuovo e, sotto un certo profilo, sorprendente è che Vita, statutariamente non distribuisce dividendi. Poiché l’ operazione verrà eseguita con un aumento di capitale, in pratica Vita chiede ai vecchi soci e ai nuovi sottoscrittori del capitale, dichiarando, al contempo, agli stessi che tale capitale non verrà rimunerato con dividenti. La cosa non è nuova. Alcuni nostri grandi e storici istituti bancari non hanno distribuito dividendi per oltre cinquecento anni e anche grazie a ciò sono diventati ricchi e potenti. Il fatto nuovo è che la società che dichiara di non distribuire dividendi sia quotata in Borsa. Il titolo «non profit in Borsa» è giornalisticamente accattivante, ma non è corretto. Vita è espressione del mondo «non profit», ma è un’ impresa editoriale. Quindi, se gestita con rigore e competenza, genera «profit» come tutte le buone imprese, ma non lo distribuirà. Lo reinvestirà per rafforzare il suo patrimonio, il che le permetterà di realizzare ancora meglio la sua missione a favore del Terzo settore. Il presidente Riccardo Bonacina, il giornalista-imprenditore che ha concepito l’ idea di Vita e l’ ha realizzata, è limpido nello spiegare le ragioni tecniche dell’ operazione: «Avevamo bisogno di mezzi freschi in fretta. Abbiamo preferito andare sul mercato piuttosto che rivolgerci a una banca». Ma non gli sfuggono certo le implicazioni più ampie di questa sfida culturale. «O i circuiti autoreferenziali si aprono per scambiare sapere ed esperienza oppure ci rassegniamo al fatto che la finanza continuerà a vivere delle sue distorsioni e sopra la testa delle persone senza più agganci con l’ economia reale e dall’ altra parte il non profit si rassegna a essere usato al bisogno quando lo Stato e il mercato non ce la fanno». Il progetto è coraggioso e apre una via nuova; perciò mi rallegro che Borsa Italiana l’ abbia capito dando il via a un’ operazione che è prima al mondo”. 

Ed ecco come la pagina Affari & Finanza di REPUBBLICA on line ha dato la notizia due giorni fa: “Vita Società Editoriale S.p.A., content company attiva nel settore dell’informazione, della comunicazione e della consulenza sul mondo “non profit”, sulla responsabilità sociale d’impresa e sulla sostenibilità ambientale, comunica che in data odierna Borsa Italiana ha ammesso alle negoziazioni le azioni Vita su AIM Italia, sistema multilaterale di negoziazione organizzato e gestito da Borsa Italiana S.p.A.. L’inizio delle negoziazioni è previsto per il 22 ottobre 2010. Vita Società Editoriale S.p.A. è una società che, per statuto, non distribuisce dividendi, lanciando così una nuova sfida culturale sia per il mondo del non profit, sia per la comunità finanziaria. “Si tratta – spiega Riccardo Bonacina, Presidente di Vita – di un investimento sulla crescita di valore dell’azienda nel medio periodo e non sulla remunerazione anno per anno”. Il nominated advisor della Società è UGF Merchant S.p.A., che ha agito anche quale intermediario incaricato dall’Emittente ai fini del collocamento riservato e Global Coordinator. Vita Società Editoriale S.p.A. è stata inoltre assistita da EnVent S.r.l. in qualità di advisor finanziario, dallo Studio Legale Pedersoli e Associati, in qualità di consulente legale, dalla società di revisione BDO S.p.A, dallo Studio Marino e Associati in qualità di consulente fiscale, nonché da Aliberti Governance Advisors S.r.l. e Transearch Italia in qualità di consulenti per la corporate governance.
Banca Finnat Euramerica S.p.A. agirà come specialist della Società”. Sempre su LA REPUBBLICA, nei giorni scorsi, il pezzo di Christian Benna: “Anche il non profit scommette sulla Borsa. E lo fa con Editoriale Vita, la società fondata da Riccardo Bonacina, che da sedici anni si propone come punto di riferimento sia per il Terzo settore italiano (235 mila associazioni e 1,3 milioni di volontari) che per le aziende che investono in responsabilità sociale d’ impresa (il 38% delle quotate). Un magazine settimanale, che è Vita non profit, una piattaforma web internazionale (Vita Europe e Afronline) e una società di consulenza in Csr (Vita Consulting): questi sono i tre pilastri con cui la matricola si presenterà entro metà ottobre ai banchi di negoziazione dell’ Aim, il segmento per le Pmi. L’ obiettivo è reperire 3 milioni di euro per finanziare la crescita mettendo sul mercato il 35% delle azioni. L’ aumento di capitale è stato già deliberato dal Cda, nel quale siede come consigliere indipendente Andrea Agnelli, e prevede l’ allargamento della compagine sociale. Oggi Editoriale Vita è una public company controllata da 24 soci, il 51% è in mano ad enti non profit mentre il restante 49% ruota attorno alla cosiddetta finanza “bianca” (Istituto Atesino di sviluppo, Bcc, Pia partecipazioni). L’ operazione di crescita sarà finanziata quasi solo dall’ ingresso dei nuovi soci: Banche Popolari (Creval e Vicenza), l’ associazione degli imprenditori cristiani, Ucid, Terni Ricerca, e presto potrebbero entrare a far parte del gruppo altri investitori istituzionali, come le fondazioni, Cariplo, Crt e quelle emiliane e pure Unipol. Il valore del titolo dovrebbe essere compreso nella forchetta di prezzo tra 0,80 e 1 euro”. 

“Il gruppo Vita si quota: nuova sfida per l’economia sociale italiana” è il titolo scelto da AVVENIRE  per il servizio di Massimo Calvi, ne scegliamo un passo molto significativo: “Vita nasce in una stagione speciale per il non profit, nel 1994, lo stesso anno nel quale si formano il Forum del Terzo Settore e il comitato promotore della Banca Etica. Una fase di vitalità e di affermazione per l’economia sociale, seguita da un periodo di consolidamento. Ma il grande salto, forse, deve ancora essere fatto. Che sia la volta buona? «E’ un bene che Vita decida di non chiedere soldi a una banca, ma alla gente in Borsa – sostiene Valerio Melandri, docente a Forlì, consulente e guru nazionale della raccolta fondi – Il passaggio nel mercato è importante dal punto di vista educativo, perché il non profit italiano deve ancora sviluppare una vera mentalità imprenditoriale. Può aprirsi una fase nuova»”.

“Etica, profitti e competitività” è il titolo scelto dal periodico ECONOMY per l’intervista a Riccardo Bonacina di Gianluca Ferraris. E IL FOGLIO aveva analizzato con grande attenzione la scelta di Vita, con un pezzo di Jacopo Dettoni: “L’editoria senza scopo di lucro vanta già su diverse storie di successo. Mentre i grandi editori annaspano, esperienze come ProPublica, fresco vincitore di Pulitzer negli Stati Uniti, o Wikileaks in Islanda viaggiano a pieni giri. Per tutti vale lo stesso mantra: l’informazione crea innanzitutto valore sociale. Ma quanti sono quelli disposti a investirvi soldi? Finora le risorse sono state raccolte fra Fondazioni e filantropi. Ora Vita cercherà di convincere anche gli investitori di professione, quelli che, va bene tutto, ma senza crescita e profitto non si va da nessuna parte”. 

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